Entriamo: passato il metal detector e buttate via le bottigliette d'acqua (??!!) arriviamo di fronte alla Biglietteria. Cartelli intimidatori in italiano e inglese dichiarano che l'ingresso è 11 euro, si può pagare solo in contanti (NO CREDIT CARD!) e si raccomanda di preparare il denaro giusto, perchè hanno problemi di resto. L'ingresso non è dei migliori, ma non importa, quel che c'è dentro vale la pena di sorvolare sul fatto che uno dei 3 musei più famosi al mondo abbia un così modesto accesso.
Magari un giorno potrebbero finirla con questa pantomima dell'ingresso a 6.50 euro, che non c'è mai per via delle mostre.
Saliamo le 4 rampe di scale e iniziamo la visita, sempre scortati a vista da custodi che ci ricordano con una gentilezza modello Auschwitz, che non si possono fare foto. Per carità dal loro punto di vista hanno pure ragione, poi mi spiegheranno perchè a
Madrid o a New York invece si può.
E poi ancora lungo le varie sale, mentre in sottofondo sento la
potente voce di Filomena arrivare fino a lassù. E arriviamo all'affaccio dell'Arno, unico punto in cui è concesso fare foto (verso l'esterno).
Ovviamente tutti hanno cercato di sfruttare il riflesso sul vetro per carpire un po' di quella meraviglia.
Vedere il
Ponte Vecchio e il Corridoio Vasariano da quella prospettiva è sempre un gran bel vedere.
Proseguiamo nella seconda ala del Museo quando una voce ci avverte che gli Uffizi chiudono alle 21.30. Sgomento. Qualcuno aveva letto su Internet che il martedì chiudevano alle 22!
Decidiamo di affrettare il passo e dedicarci solo ad alcune opere: il
Tondo Doni è una tappa obbligata. E poi via "di corsa" verso l'uscita.
Una sosta veloce per due foto e restare a bocca aperta, al panorama che si apre davanti al bar (ovviamente chiuso, come i bagni che chiudono alle 18.15).
E poi giù, a ruota libera per le scale, e lungo il dedalo di sale, stanze e stanzine dalle pareti colorati (le nuove sale degli Uffizi aperte a giugno del 2012).
Col passo accellerato, tutti quanti - siamo in 25! - e con i custodi che ti rammentano l'orologio, scivoliamo a fianco delle miriadi di statue, opere e dipinti, che tu passi e sai che ognuna di esse meriterebbe una sosta, ognuna di esse è come minimo di 3-400 anni fa e se è lì deve essere di un artista famoso, unico, eccezionale. Con gli occhi carpisco espressioni, nudi, paesaggi, vedo una testa romana, un dipinto del '500... ci soffermiamo mezzo minuto davanti a
Pontormo e Rosso Fiorentino per sentire due parole sui Manieristi dalla nostra guida, dispiaciuta ma allo stesso tempo concitata (ci voleva dire più cose possibile, nel minor tempo!). E poi via di nuovo, cammina, corri, ignora le opere d'arte che ti fissano dall'eternità, per arrivare alla meta: uno dei miei quadri preferiti, anch'esso da lungo tempo in restauro: la
Battaglia di San Romano di Paolo Uccello. E' nell'ultima sala! Avrei volentieri saltato tutte quelle sale e la mostra sul "Gotico Internazionale" se ci fosse stato il modo, per far prima. Ma era un percorso obbligato. In ogni caso mentre, quasi sudati, ascoltiamo le meraviglie narrate dalla nostra guida su questa gigantesca opera divisa in 3 parti (le altre due sono a Parigi e a Londra), ecco che arriva il plotone d'esecuzione. "
Signori si chiude!" "
Insomma un po' di rispetto! e son le nove e mezza di sera!"
"Il museo è chiuso" "
Allora??? vi preghiamo di uscire! il museo è chiuso!" "e' tardi!"
Una manciata di custodi ci sospinge bruscamente verso l'uscita (notare che era l'ultima sala). Al che alcuni di noi, timidamente, fanno notare che su Internet c'era scritto che il Museo chiudeva alle 22. "
Non è vero!" è la loro risposta, "
Sul biglietto ce l'avete scritto l'orario di chiusura,
basta leggere" (sì, le 18.30!!!) e comunque il biglietto me lo dai quando sono qui... e poi arriva la perla "
I siti internet non servono a niente".
E allora lì esplode la rabbia. Pensi che una persona dovrebbe essere orgogliosa di lavorare in quel posto; pensi che potrebbe evitare di aprofittare della poca affluenza, per chiaccherare (anche a toni alti) con i colleghi, lamentandosi di questo e di quello; pensi che in altri Paesi ci sono musei aperti fino a tardi, con caffetteria e bookshop aperti almeno fino all'orario della visita (per la cronaca il negozio era chiuso: della serie scordatevi di comprare il catalogo a fine mostra); pensi che se anche una persona odiasse la cultura, e tutti quelle vecchie cianfrusaglie secolari, dovrebbe almeno esser contenta di avere un lavoro - di questi tempi - e che è pure "sicuro", e alla fin fine non è che sei in miniera a sudar sangue.. Pensi ai
custodi di Boboli e ti domandi se ci sia una speciale scuola di formazione, per uniformare gli standard di servizio. Pensi che mai - dico mai - si dovrebbe essere scortesi, arroganti, maleducati con i turisti, che sono coloro che ti portano i soldi e ti fanno sopravvivere. Pensi che se non ci fossero tutti quei siti dove si possono prenotare i biglietti online, molta gente non sarebbe mai arrivata a Firenze e quindi forse se gli Uffizi non fossero mai visitati da nessuno, qualcuno di quei custodi finirebbe in cassa integrazione. Pensi che anche i tuoi 11 euro (per 25 persone) sono serviti a pagare il suo stipendio.
Alla fine siamo usciti a testa bassa, ammutoliti e un po' frustrati, con la sensazione di impotenza. E poi ci domandiamo perchè ogni anno Firenze si perde un po' di turisti..
Comunque per chi non lo sapesse: fino al 18 settembre 2012
gli Uffizi sono aperti fino alle 21.30. Anche se sul sito ufficiale non c'è scritto. Stessa cosa per la
Galleria dell'Accademia: il martedi sera orario prolungato (ho letto ore 22, ma a questo punto meglio non fidarsi, fate conto per le 21.30!).