Per chi non lo avesse ancora letto su Facebook, questa settimana sono in ferie. Ci vediamo fra una settimana.
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Monday, July 9, 2012
Monday, March 28, 2011
Viaggio in Kenya
Più di qualcuno mi ha chiesto dove sono stata la scorsa settimana, quindi ho deciso di condividere con voi alcuni appunti sul mio viaggio... in Kenya. Anche perchè di fronte al tempaccio infame che mi attendeva stamani a Firenze, è bene che mi concentri al massimo per essere sicura di non aver sognato e di esser stata davvero al caldo.
La temperatura era in media sui 30 gradi, con punte di 34 gradi, ma sempre ventilato. E anche la sera si poteva stare in maniche corte. E' incredibile quanto velocemente il corpo si abitui al caldo. Appena scese dall'aereo io e la mia amica ci siamo liberate di piumini, maglioni e sciarpe scoprendo il “piacere” della fastidiosa sensazione di sudare per il troppo caldo!!
Ho passato una settimana a Malindi in una sorta di villaggio, molto economico (thanks to Internet) e spartano ma tranquillo (fortunatamente senza animatori schizzati). Da cui ci siamo allontanate per un safari di 2 giorni nel parco Tsavo, a 2 ore e mezza di sterrato di distanza.
Ovviamente l'obiettivo principale di questo viaggio era proprio il safari, che si è rivelato una bellissima esperienza. Certo gli animali si vedono da lontano, con qualche eccezione, e i leoni sono i più restii a farsi avvistare (oltre all'invisibile ghepardo che si aggira solo di notte), ma in compenso ho potuto ammirare elefanti, giraffe, bufali, coccodrilli, babbuini, aquile, antilopi, iene e zebre.
Indimenticabile la giraffa che sbucando da un albero ci ha guardate con curiosità per poi rituffarsi nel verde delle fronde per mangiare.
Indimenticabile la giraffa che sbucando da un albero ci ha guardate con curiosità per poi rituffarsi nel verde delle fronde per mangiare.
Buffi i babbuini che sembrano piccoli omini e si siedono a guardarti con fare annoiato o perplesso.
Belli gli elefanti, immensi, lenti ma anche capaci di improvvisi scatti.
Emozionante l'incontro ravvicinato con l'elefante venuto a mangiare l'erba della tenda accanto alla nostra: svegliarsi dopo pranzo sentendo uno strano rumore di erba strappata, aprire gli occhi e intravedere dalla zanzariera questo enorme pachiderma a 2 metri da noi, sentire il cuore battere all'impazzata e riuscire a fare una foto al volo è stato pazzesco. Vedere un idiota provare ad avvicinarsi per fare una foto e poi scappare rincorso da un gigante imbizzarrito, è stato come essere in un episodio di real tv.
Sentirsi domandare da un Masai vestito di rosso, con lancia e scudo, nel mezzo della Savana:
Belli gli elefanti, immensi, lenti ma anche capaci di improvvisi scatti.
Emozionante l'incontro ravvicinato con l'elefante venuto a mangiare l'erba della tenda accanto alla nostra: svegliarsi dopo pranzo sentendo uno strano rumore di erba strappata, aprire gli occhi e intravedere dalla zanzariera questo enorme pachiderma a 2 metri da noi, sentire il cuore battere all'impazzata e riuscire a fare una foto al volo è stato pazzesco. Vedere un idiota provare ad avvicinarsi per fare una foto e poi scappare rincorso da un gigante imbizzarrito, è stato come essere in un episodio di real tv.
Sentirsi domandare da un Masai vestito di rosso, con lancia e scudo, nel mezzo della Savana:
“Where are you from?”
“Italy.... Florence”
“What's Florence?”
Come non conosci Firenze? Una delle città più belle e famose al mondo... e poi subito dopo sentirsi dire: “I like Berlusconi, I like Bunga Bunga!” con tanto di risatina sfottò, è stato... senza parole.
Ma il Kenya è anche la successione di villaggi con capanne di fango, con i bambini di 3-4 anni che girano da soli, scalzi, mentre i loro fratelli maggiori sono nelle scuole stile inglese, con tanto di divisa, ma sempre scalzi, tutti accomunati da enormi sorrisi che ti rivolgono dicendo “Jambo” o direttamente “Ciao”. Sono poveri, non hanno né luce né acqua (ci sono tuttavia diversi punti per approvigionarsi), ma hanno un aspetto così sereno e radioso. E tu ti domandi perchè da noi la gente ha sempre il muso.
Il Kenya è anche un mare turchese, a tratti invaso dalle alghe, che i beach boys tolgono e seppelliscono nella sabbia ogni giorno, dopo l'alta marea, come tanti Penelope con la tela da fare e disfare; a tratti talmente bello che il nome di Sardegna 2 non è immotivato.
Il Kenya infine è ritmo, danza, salti, balli, tamburi... ballerini dai fisici statuari piuttosto che guerrieri Masai dai tratti bellissimi che emettono lamenti assurdi. Donne che si scatenano indemoniate ma sempre con grande gioia, pronte a dirti “God Bless You” se gli compri un piccolo souvenir.
Il Kenya è un'esplosione di sapori nella frutta: mango, papaya, cocco, frutto della passione...
Il Kenya infine è rappresentato dalla frase che tutti ripetono: HAKUNA MATATA.
Nessun problema.
pps ringrazio Dona Masai, la nostra guida locale: un'italiana che innamoratasi di un Masai ha mollato tutto per trasferirsi là.
Sunday, February 6, 2011
Le mie impressioni su Sarajevo
Qualcuno potrà dire "cosa c'entra sul blog ioamofirenze un post su Sarajevo?" ma i miei lettori più fedeli sanno che qualche volta, se favorevolmente impressionata, scrivo qualche post anche su altre destinazioni (in Italia e all'estero). E visto che questo viaggio, seppur di lavoro, mi ha portato in una città molto particolare, cerchero' di raccontare quel poco che ho vissuto.
La prima cosa che mi ha colpito è stato il mix di culture presenti: io dormivo in centro, nel quartiere turco (pedonale) e nel giro di pochi metri avevo una moschea (bellissima), la chiesa ortodossa, la chiesa cattolica e la sinagoga. Da sempre Sarajevo è un crocevia di etnie, lingue e culture che infatti si ritrovano nel cibo e nella lingua (oggi ufficialmente la lingua parlata è il serbo-bosniaco-croato ma ci sono molte sfumature e variazioni). Non a caso viene chiamata la Gerusalemme dell'Est.
A poca distanza i palazzi asburgici riportano ai fasti di Francesco Giuseppe (ho visto che il ponte dove fu ammazzato Francesco Ferdinando d’Austria) mentre il borgo a poca distanza dal mio hotel era un vero e proprio mercato arabo, la Bašcaršija.
Nelle piccole costruzioni in legno e pavimento in pietra, si trovano ristoranti, bar e negozietti che vendono di tutto: per lo più souvenir, ma a cercare bene trovate anche piccoli tesori. Ho comprato un delizioso servizio in rame per fare il caffè turco, battuto a mano e un cd di una cantante regina del Gypsy Soul dalla voce molto mascolina ma carismatica.
Altra cosa che stupisce è l'incredibile vita notturna: locali di ogni tipo, bar aperti fino alle 6 di mattina, ristoranti diversi ma sempre ben arredati e curati, luoghi dove ascoltare musica o dove si radunano fotografi, teatri e cinema che propongono rassegne a tema. Peccato solo che fumino tutti... come turchi!
Alcuni posti sono così belli che mi chiedo se ne esistano di simili da noi; il Pesciolino Rosso è un locale pazzesco! persino il bagno merita una visita. Una città insomma dove la voglia di stare insieme è forte. Ho letto che anche durante la guerra le persone di notte cercavano la musica e la compagnia.
L'altra cosa che ovviamente si avverte è la guerra. Non se ne vuole parlare, ma se ne parla sempre. Sui muri di alcuni palazzi i buchi si vedono ancora, anche quando sono coperti da un po' di stucco. Per terra le "rose di Sarajevo" mantengono la memoria di uno scoppio di una granata. Le persone sono difficili da comprendere, a volte ci scherzano su con quell'umorismo balcano un po' forte, ma tuttoggi continuano a domandarsi il senso di una guerra fra persone che fino al giorno prima erano amiche, la cui religione poco importava all'altro.
In ogni caso voglio rassicurare i turisti: oggi la città è sicura!
La prima sera sono stata a cena alla birreria artigianale dove viene prodotta la Sarajesko Pivo, una birra scura buonissima. Dal soppalco in legno ammiravo un ambiente che mi riportava al passato, con i camerieri eleganti e il pianoforte a coda che accompagnava la cantante (anche se ora canta Hello di Beyonce!). Ottimo pollo con salsine varie e una deliziosa birra scura capace di far concorrenza all'Irlanda. Prezzi ridicoli per noi.
La seconda sera mi hanno portato in un minuscolo ristorante nel quartiere turco, Dveri, scovato anche dal NY Times, dove su vassoietti in legno ci hanno portato specialità bosniache: formaggi, affettati (non di maiale), olive, la salsa ai peperoni Ajvar e un pane caldo dalla forma particolare che si scioglieva in bocca. Ho bevuto un ottimo vino proveniente dal Monastero Ortodosso Tvrdos.
Andateci a Sarajevo, magari in estate durante il Festival dei Bambini oppure per il Sarajevo Film Festival, e allungate la visita anche a Mostar, con il famoso Ponte, e alle vallate della Drina, della Neretva e dell'Una Sana dove la natura è rigogliosa e splendida (potete anche fare rafting o fare passeggiate sui muli).
Thursday, August 19, 2010
Ristoranti a Formentera
Nel post precedente ve li avevo promessi: con un po' di ritardo eccoli qua!
Ristoranti a Formentera



Altra ottima scelta, totalmente a caso (o dovrei dire a naso): la Tortuga. Specializzato in cucina di Formentera. La prima sera ci ha rimbalzato perchè senza prenotazione, al secondo tentativo ci siamo rifatti, assaggiando un tagliere di affettati e formaggi misti (troppo caro), un gazpacho (non male), spiedini di carne con salse varie (favolosi) e la specialità della casa: il maiale con mela e cannella (sembrava di mangiare uno strudel ma era buono). Non male anche la sangria e il vino. Spesa sui 34 euro. Consigliato anche per l'arredo rustico. Si trova sulla strada per Pilar della Mola al km 6.5.
L'ultima sera invece siamo finiti nostro malgrado in un ristorante gestito da napoletani: Cafè de la Luna. Tuttavia ammetto di aver mangiato molto bene, in un ristorante scenoso, con vista sulle barche e yacht del porto (Puerto Deportivo), ben arredato e romantico. Mentre attendevamo il tavolo ci hanno gentilmente offerto un prosecco nei comodi divanetti di vimini. Ottimi i primi a base di pesce e non, così come il rombo con verdure e il dolce. Nonostante tutto abbiamo speso "solo" 40 euro. Porzioni non abbondantissime, ma lo consiglio per la qualità complessiva.
Non male anche il chiosco a Ca' mari sul mare. Non si può prenotare e hanno un menù corto ma la location è bella. La paella purtroppo era terminata. Il gazpacho molto buono.
Ottima la paella mangiata sul mare vicino a Ca' mort: ristorante Es Cupinà. Ma attenzione al conto: ogni paella costa 20 euro a persona, mezzo litro di Sangria costa ben 13 euro e tendono a segnare cose non ordinate.
Da evitare Sa Parada sempre sulla strada principale: sembra gestito da cinesi! vino della casa imbrevibile e dolci terribili.
Per aledaprato: mi chiedevi altri consigli per una vacanza a Formentera, eccoli.Formentera: alloggi e dove dormire
Per dormire a Formentera, ti posso dire che la soluzione migliore è l'appartamento. Cerca su Internet e troverai qualcosa di economico. Se siete in tanti puoi affittare una villetta in mezzo alla campagna o vista mare. Ma sarai lontano da Es Pujols: il che può andare bene se ami la tranquillità, se invece preferisci stare dove c'è la vita cerca attorno a Es Pujols. Io ho dormito due volte a La Savina (dove si trova il porto) e a me piace: più silenzioso ma comunque vicino a tutto, anche alle splendide spiagge di Lletas (ora a pagamento).
Formentera: Trasporti - come arrivare
Per il volo la Ryanair da Pisa è comodissima (1 h e 40). Arrivi a Ibiza. Dall'aereoporto al porto ci vuole un mezzo: il taxi prende circa 17-18 euro anche se i cartelli sembrano dire meno. In aeroporto la Fly & Vai ti proporrà traghetto andata/ritorno + pullman solo andata per circa 45 euro (ad Agosto). Lì per lì temevo una fregatura, invece il prezzo è corretto. Non so da cosa ci guadagnino. Li riconosci dal cordino rosa al collo. Il traghetto impiega circa 45 minuti ad arrivare a Formentera.
Per girare l'isola noleggia uno scooter. Chiedi pure a più noleggiatori: quelli al porto, reclamizzati con coupon scontato a volte sono i più cari! Nella settimana di ferragosto ti chiederanno 35 euro al giorno. Mentre puoi trovare altrove a 25 o 30 euro al giorno.
Occhio alle multe e alla policia local: se ti fermi dove loro non vogliono ti segnano subito la targa.
Occhio alle multe e alla policia local: se ti fermi dove loro non vogliono ti segnano subito la targa.
Ti auguro di cuore di andarci, è bellissima!
Monday, August 16, 2010
Formentera: un'isola che cambia
L'ho sempre adorata, oltre che per il mare stupendo (turchese e cristallino), per il suo essere vivace in maniera giusta: niente discoteche, niente casino, solo il voler vivere la spiaggia in pareo e infradito fino a tardi, magari sorseggiando un mojito o una "martellada" al tramonto. Amavo il suo essere a dimensione umana, molto semplice e alla mano: niente gente "ripicchettata", ma una gran voglia di socializzare con naturalezza e senza fini troppo espliciti. Potevi girarla tutta in scooter, e non preoccuparti di come andavi in giro vestito.
Presa d'assalto dagli italiani, prima dalle comitive di singles in cerca di divertimento, poi da vip e veline,
Formentera negli anni si deve essere un po' snaturata, obbligando - temo - l'amministrazione locale a correre ai ripari. La versione ufficiale, forse una sorta di leggenda metropolitana, è che uno o due anni fa è morto/a il figlio/la figlia del sindaco dopo una serata di sballo e da allora hanno deciso di essere più severi. A me ha dato come l'impressione di un voler fare marcia indietro per disincentivare un certo tipo di turismo.

Ecco quindi che gli aperitivi in spiaggia sono spariti, (ad eccezione del Pirata Bus e del Big sur) la musica è off limits (o a volumi molto bassi), i chiringuitos sulla spiaggia terminano servizio alle 20, l'accesso alle spiagge più belle si paga (2 € a motorino), la policia municipal fuori da Es Pujols fa i controlli etilici (oltre che multe per le ragioni più bizzarre) e l'isola è diventata meta per coppie e famiglie.
In spiaggia sono comparsi ombrelloni e lettini a pagamento, i ristoranti (spesso gestiti da italiani) sono diventati lounge e ambient (anche i prezzi si sono uniformati), il mare è invaso da yacht e barconi (al Pirata a Lletas non si vede quasi lo skyline), le ragazze la sera per andare nel dedalo di locali nel centro di Es Pujols sfoderano tacco 12 e look d'assalto.
In generale negli spagnoli, dai gestori dei bar, ai poliziotti, ho notato un consistente malessere nel trattare con gli italiani (cosa mai vista prima o altrove). Insomma l'isola è cambiata.
Questo mi è molto dispiaciuto perchè il mare di Formentera è splendido: il colore e la trasparenza dell'acqua fa concorrenza a Maldive, Caraibi, oltre che alla Sardegna. L'isola è deliziosa, con i profumi della macchia mediterranea e gli scorci da cartolina. Se vi allontanate dalle spiagge più prese d'assalto potrete scovare calette incantevoli frequentate quasi integralmente da spagnoli (molti dei quali praticano il nudismo). Altrimenti andateci fuori stagione, non certo ad agosto quando per accedere alla spiaggia col motorino si deve aspettare in coda che qualcuno vada via.
Anche per il mangiare c'è da sapersi orientare: noi abbiamo mangiato bene, cercando di evitare i costosi ristoranti modaioli gestiti dagli italiani o le trappole per turisti (ringrazio tripadvisor e altri siti per questo). Visto che questo post è molto lungo, ne farò un altro dove raccontero' un paio di ristoranti degni di nota. Si può mangiare bene anche a Formentera!
Presa d'assalto dagli italiani, prima dalle comitive di singles in cerca di divertimento, poi da vip e veline,




In generale negli spagnoli, dai gestori dei bar, ai poliziotti, ho notato un consistente malessere nel trattare con gli italiani (cosa mai vista prima o altrove). Insomma l'isola è cambiata.


Wednesday, August 19, 2009
Appunti di viaggio: Monaco, Praga, Francoforte...
Eccomi qua, ancora mezza tramortita dal rientro e dal caldo (ieri sera sono pure stata poco bene!). Ho visto che il mio quiz delle foto è stato risolto agilmente (anche grazie al grosso aiutino che ho dato mettendo il nome delle immagini...). A questo punto riporterò alcuni appunti di viaggio. A chi non interessa salti pure il post.


La zona universitaria popolata fino a tardi, nel massimo della sicurezza, è ricca di locali e posti dove bere qualcosa in compagnia.
L'arte... si respira ovunque, che si tratti di quella antica, o di quella moderna.

L'ho (ri) trovata trasformata in una Disneyland invasa da turisti, soprattutto italiani. McDonald, KFC, H&M, negozi di souvenir, e imbonitori di strada l'hanno resa identica a tante città moderne internazionali, dove il turista è un pollo da spennare. Spariti i negozietti tipici, le vetrine sono piene di matrioske, magliette con disegni demenziali sulle posizioni dell'amore e palle di vetro con la neve finta.
Ma... basta uscire un po' dal circuito Ponte Carlo-Castello-Quartiere ebraico e alzare gli occhi per rimanere stupefatti di fronte a un decoro Liberty, a una statua, a un fregio.

Basta cercare un ristorante un po' appartato con terrazza in tek, e vista sul fiume, per mangiare un ottimo Goulash senza sentirsi turista. Basta camminare lungo i giardini che scendono dal Castello (evitando - almeno in estate - la chiesa di San Vito e il vicolo dell'oro) per godersi il fascino dei tetti di Praga.
Se amate l'Art Nouveau non perdetevi il Museo Mucha. Emozionante. Le scritte, in inglese, molto istruttive.




Sono riuscita a non postare per 7 giorni, per me è stato un vero record!
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