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martedì 11 gennaio 2011

Quanto è importante il fattore "umano": ovvero la gentilezza nei negozi...

Ho ricevuto questa mail che pubblico MOLTO volentieri.
Cara Nelli abito in zona Statuto e volevo segnalarti due esercizi commerciali, diversi tra loro soprattutto per quanto riguarda "il fattore umano". Io trovo che dovremmo essere tutti più esigenti da questo punto di vista perchè, anche se ormai sappiamo che i gestori fiorentini non sono il massimo quanto a gentilezza, è anche vero che non dobbiamo rassegnarci alla maleducazione. E forse, se sempre più spesso venissero raccontati i comportamenti antipatici, e viceversa, quelli simpatici, potremmo regolarci nelle nostre frequentazioni.

Storia numero 1- In Via Milanesi c'è un negozio di ottica. Entro per comprare delle lenti a contatto, comunico il codice fiscale per lo scontrino utile alla detrazione, il proprietario del negozio sbaglia a pigiare un tasto della cassa e dovremmo ripetere tutto da capo. Decido di lasciar perdere e di procedere al pagamento. Il negoziante mi fa presente che ha battuto anche male la cifra, con 1,80 euro in più. 
-"Le farò un buono da 1,80 euro, signora" - mi dice
-"Ma no, mi restituisca 1,80 e basta, cosa me ne faccio di un buono?" - rispondo
-"Eh, ma poi non mi torna la cassa..."
-"Va bene, me lo restituisca di tasca sua!"
Un pò contrariato tuffa la mano in tasca e tira su una manciata di spiccioli (accidenti sono tutti pezzi da 1 e 2 euro!). Continua a passarseli in mano per vedere se trova 80 centesimi...non li trova. Pesca una moneta da 2 euro e me la mette in mano dicendo: "via..tenga.."
Ogni commento sarebbe superfluo ma, vorrei far notare che 
1 - lo scontrino fiscale che mi serviva non l'ha fatto per un errore suo 
2 - ha battuto lui la cifra sbagliata 
3 - ha pensato davvero di rendermi felice elargendomi 20 centesimi?

Storia numero 2 - In Piazza Muratori, davanti alla stazione ferroviaria Statuto, c'è una pompa di benzina. Sono marito e moglie. Accolgono tutti con il sorriso sulle labbra, salutano all'arrivo e salutano alla partenza dell'auto. Dicono "buona giornata" con l'espressione di chi davvero ci tiene che tu abbia una buona giornata.
Sono affabili e gentili e francamente, se ho poca benzina in una diversa zona di Firenze, faccio di tutto per rimandare il pieno per arrivare da loro!

Due storie diverse ma che mi trovano molto concorde con la lettrice: il servizio conta molto più del prodotto in certi casi. Spero davvero che piano piano quelli che amano il loro lavoro e accolgono i clienti con un sorriso siano premiati.

18 commenti:

  1. Che bellezza! questo post casca proprio a fagiolo, come si suol dire.
    Anche io ho una piccola storia da raccontare, capitata giusto giusto ieri sera. Locale molto carino in P.zza santo spirito,(accanto al cabiria per intendersi). Io e la mia collega decidiamo di fermarci per l'aperitivo,ci sono tante persone sedute al bancone (imbandito con varie pietanze), per cui decidiamo di sederci. Ci accoglie Matteo, un ragazzo molto gentile che ci chiede se volgiamo mangiare. In realtà, spiego, la nostra intenzione è prendere una bevuta e (testuali parole) "mangiare quelle cose lì che ci sono al bancone". Nessun problema! arrivano le bevute e un piattone grande pieno di 4 tipi di patatine e una salsa rossa non eccelsa.La mia collega si alza per prendere qualcosa al bancone (verdure da pinzimonio e una mozzarellina) e vedo che viene fermata e sgridata da uno dei camerieri.Chiediamo spiegazioni:ci viene detto (malamente) che lì la gente non va per abbuffarsi, che il buffet è riservato a chi sta in piedi (bella questa!)e che noi il notro piatto lo avevamo già avuto. Ribatto che se ad ogni bevuta corrispode solo un piatto, almeno avrei voluto scegliere cosa mangiare (non patatine, ma verdura) e che questo strano regolamento dovrebbe essere almeno fatto presente al momento di sedersi.Non potete capire cosa ha fatto questa persona!! Ci ha ripetuto nmerose volte che se non ci andava bene potevamo alzarci e sopratutto ha fatto una cosa assurda: ha tentato di strappare di mano un piattino che la mia collega aveva riempito con le famose verdurine, dicendo che noi ormai il nostro piatto lo avevamo già avuto.
    Ultime due importanti annotazioni:la mia collega è africana. La persona che ci ha trattato male è nientepopòdimenoche il proprietario.
    Tirate le somme voi in che mondo di maleducati bottegai razzisti viviamo.

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  2. Vorrei aggiungere la "scortesia" generale della trattoria-pizzeria Firenze Nova in zona Rifredi.Entrati alle 20.10, usciti alle 21.25.Presi 5 antipasti+5 pizze+2 dolci+4 birre+ 1 acqua + 2 caffè Totale 125 pari a 25euro a testa.Per me prezzo eccessivo, tutti gli antipasti tra 7 e 8,5€, lo stesso per le pizze: margherita 7€ e calzone farcito 8,5€.Qualità davvero ottima per tutto però non facevi in tempo a finire di mangiare che ti avevano già tolto il piatto dal tavolo.Addirittura, ci hanno portato le pizze ancora prima di finire gli antipasti, mai successo in vita mia: insomma non vedono l'ora che te ne vai ed a me non piace questo atteggiamento; di sicuro non ci tornerò =("Crocione sopra"). Di martedì sera locale assolutamente strapieno ed alle 21 continuava ad arrivare gente.
    Ciao a tutti,
    Dario

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  3. La ragazza che ha scritto mi ha preceduto su ciò che avrei voluto scriverti io qualche gg fa per raccontarti le mie ‘dis’-avventure nel mondo dei negozianti fiorentini.
    Sabato scorso (primo giorno di saldi) mi reco di buon’ora in centro per approfittare dei ribassi. Avendo già una lista precisa e di dimensioni ridotte dei miei obbiettivi e avendo già visionato nei gg precedenti ciò che volevo acquistare, non ero certo nel mood di far perdere tempo ai negozianti (della serie: entro – chiedo di provare quelle 2 cose che mi interessano – se mi sta bene compro altrimenti no).
    Primo negozio (Timberland - via Cerretani): commessi/e gentilissimi e onesti (i gg prima avevano detto che i saldi iniziavano solo sab 7 e gli sconti sarebbero stati del 20% e così è stato).
    Secondo negozio (Liu Jo – via Calimala): faccio la fila aspettando che il negozio apra; entro alla ricerca di un paio di jeans bottom up ma una giovane e sprezzante commessa mi fa presente che quella è una linea solo “continuativa” (tradotto in linguaggio comune: “costano sempre e comunque dai 120 ai 145 euro!”). Ringrazio e saluto.
    Terzo negozio (Geox – via Calimala angolo via Lamberti): negozio affollatissimo di gente di ogni genere e età; due/tre commesse GENTILISSIME che, nonostante il caos, la temperatura tropicale e l’olezzo di piedi, riescono a soddisfare le richieste di tutti i clienti. Signora di mezza età (probabilmente la proprietaria) che da dietro la cassa tratta malissimo queste ragazze non perdendo occasione di umiliarle per come/cosa stessero facendo… Io mentre provo le scarpe osservo la scena e provo pietà per loro non sapendo che dopo poco sarei stata trattata alla stessa maniera se non peggio!!!!!! Col mio paio di scarpe mi avvio alla cassa, resto in coda una ventina di minuti abbondanti, al momento di pagare mi accorgo che il Bancomat aveva raggiunto già il limite ( per evitare lo shopping selvaggio l’ho messo basso) e chiedo di indicarmi uno sportello per il prelievo. Con molta scortesia mi viene genericamente detto che lì intorno ce n’erano tanti. Dopo 5 minuti torno col contante e mi presento direttamente dalla stessa sig.ra alla cassa che prima mi ignora del tutto e dopo molto rudemente mi fa notare che dovevo rifare la coda!!!!!!! Ero lì lì per mandare a fare un giro tutti e rinunciare al mio paio di scarpe quando chiedendo la cortesia a dei clienti in coda questi mi fanno passare avanti. Stavolta è andata così, ma col cavolo che ci rimetto piede!!!!!!!!!!
    Ultimo negozio (Belstaff – ang. Piazza del porcellino): commesse carine, prodotti bellissimi scontati tutti del 40%, chiedo di un paio di stivali, le commesse parlottano un po’ tra di loro e poi mi comunicano che l’ultimo paio del mio numero è difettato e manco me lo fanno vedere. Ringrazio e esco.
    Morale della favola: Fare acquisti in centro è assai arduo e, se si deve esser pure trattati male, meglio non andarci! Io infatti ho preferito rivolgermi ai negozi di Scandicci dove ho trovato cortesia, educazione, prezzi migliori e, soprattutto, tutto quello che cercavo!

    BB

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  4. Sono pienamente d'accordo, a questa pompa di benzina sono gentilissimi e anche se non abitassi da quelle parti ci andrei apposta! (A volte basterebbe così poco per mantenersi i clienti)

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  5. Il detto dei Fiorentini bottegai non nasce a caso...
    A me è successo in una camiceria di via Gioberti, stavo provando una camicia e mi è stato intimato dalla proprietaria del negozio (una signora over 60 penso) di sbrigarmi perché alle 19:30 si chiude; purtroppo avevo bisogno di quella camicia, altrimenti me ne sarei andato senza pensarci un secondo di più...
    Insomma, a volte sembra che non gli interessi proprio vendere!
    Oltretutto questa storia che si chiude alle 19:30 mi pare proprio inadatta alle esigenze della vita moderna ;)

    Lorenzo

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  6. Vari mesi fa vado in via de' servi per delle scarpe sportive e....tragedia. Pando-camping sport non c'è più. Erano davvero gentili e tranquilli e i prezzi sempre buoni.

    Faccio un salto da universo sport in piazza duomo, individuo le scarpe, aspetto....aspetto. passa un commesso "scusi ce l'avete questo modello con il numer.." - "sì arrivo aspetta un attimo". 3 minuti....5 minuti, aspetto. 7 minuti...e vado via. non ci ritorno più. la cosa che però mi sconvolge è proprio questa.
    perché un negozio con prezzi buoni e pieno di gentilezza ha chiuso e l'altro è sempre pieno?

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  7. mi fa piacere che questo argomento tocchi molti da vicino.

    per rispondere all'ultimo anonimo: forse finchè ci sono i turisti molti negozi del centro sopravvivono.. ma se ci fai caso sono tanti ad aprire e chiudere ;-)
    io sono CONVINTA che a lungo andare il servizio conti e faccia la differenza...
    o come mai da Serafini in via Gioberti è sempre pieno? e non è certo economico...
    ;-)

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  8. Per Lorenzo....
    Può darsi che la signora over 60 di Via Gioberti sia stata scortese ma dire che i negozi non devono chiudere alle 7.30 mi pare eccessivo.
    Sono aperti praticamente 7 giorni su 7 compresi quasi tutti i festivi. E' possibile che uno si debba recare all'ora di chiusura a provare una camicia? Chi parla così non sa cosa vuole dire lavorare in un negozio......Provare per credere

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  9. Aggiungerei, fra i negozi dove l'accoglienza è un piacere, l'edicola-libreria di piazza Giorgini. I due proprietari, Francesca e Gianni, sono sempre gentilissimi e affettuosi, competenti e disponibili. E' l' unico negozio dove si fanno in quattro per procurarti quello che cerchi, anche se non è più in negozio. Per di più, se qualcuno per leggere ha qualche difficoltà e necessita di un paio di occhiali, può andare da Antonio Rossi, l' ottico accanto, ed avere un servizio altrettanto gentile e competente. All' angolo con via Vittorio la salumeria di Luca e Rino e il bar Consigli completano, insieme con la pizzeria-spaghetteria dei Fratelli Briganti, quella piccola Parigi, quel piccolo giardino dell'Eden. Recentemente un libro di Giovanni Bogani, intitolato BRIGANTI, dal nome dei ristoratori, celebra la storia e la vita di quel pezzo di città. I proventi delle vendite vanno in beneficenza e il libro, ovviamente, si trova alla nostra edicola, sulla cui insegna campeggia un verbo sempre più in disuso: LEGGERE.

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  10. Per non parlare della maleducazione del Bovaro, la birreria artigianale alla Porta di San Frediano.... Io mi chiedo come possa ancora andarci la gente dopo che ti mettono in sette in un tavolino da quattro e dietro la porta e se, visto che gli altri tavoli sono liberi e non prenotati, provi a spostarti in un tavolo più grande la cameriera ti dice che non è possibile e che ormai avete ordinato... VERGOGNA.... siete solo dei bottegai

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  11. Per l'anonimo che mi ha risposto (Lorenzo)

    Io capisco anche le esigenze dei commessi, ma anche chi esce da lavoro alle 18:30 non è che abbia molto margine per fare shopping...

    Basterebbe un po' di elasticità in più, da parte di tutti: in fondo sono nel negozio per comprare

    Lorenzo

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  12. sono stata nella vostra meravigliosa citta' agli inizi di settembre, per una settimana. Ero con mia nipote studentessa di arte in Svizzera, dunque ho potuto capire oltre che ammirare le bellezze che vedete voi tutti i giorni.

    Sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla gentilezza e dalla disponibilita' dei fiorentini, addetti al turismo e non, ad eccezzione di un signore molto nervoso in fila al Mercato Centrale per un panino al lampredotto
    e del proprietario della gelateria all'angolo sulla sinistra della strada verso Ponte Vecchio, che mi ha fatto pagare 5 euro per un cono gelato piccolo e alla mia richiesta di spiegazioni ha fatto orecchie da mercante(!).

    Ricordo la simpatica signora alla cassa da Pugi in Piazza S.Marco, la proprietaria del negozio di abbigliamento sulla destra subito prima di Ponte vecchio, ex restauratrice all'Opificio delle Pietre dure che ci ha regalato un po del suo tempo dandoci dritte su cosa vedere fuori dai percorsi soliti, la custode del meraviglioso Chiostro dello Scalzo , competente e gentile e sopratutto il responsabile del negozio " il papiro" di via Cavour. Un negozio dove la musica anni 60/70 ti accoglie piacevolmente, pieno di carte bellissime, agende, block notes vecchia maniera, carta da lettera finissima, etichette normali: " le mie ricette", " i miei libri", " books" e anche un po strane: " friends", " lovers".

    Questo signore ci ha mostrato come si fa la famosa carta marmorizzata, ha incartato con pazienza i nostri acquisti, e ci ha regalato un po' dell'atmosfera dei negozi di una volta, dove la gentilezza e il garbo erano cosa normale.

    Marisa

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  13. Per la ragazza che è andata alla Geox:
    è chiaro che se tu hai il bancomat limitato (e quindi è colpa tua), il fatto di poter pagare senza rifare la fila è una cosa IN PIù che ti viene concessa e non una cosa che ti è dovuta!!!!

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  14. Certo, certo.... ma con la CORTESIA nei cfr del cliente e delle commesse come la mettiamo? Anche questa non è dovuta??????

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  15. Anch'io faccio sempre benzina in piazza Muratori, è proprio vero un sorriso vale tanto!

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  16. Come è vero...la scelta di tornare in un negozio spesso e volentieri viene da come ci si è trovati l'ultima volta, anche perchè le stesse cose si trovano in tanti posti, e questo i negozianti dovrebbero tenerlo a mente sempre;
    perchè se mi tratti come un disturbo o come se ti stessi facendo un favore, beh, non vedo perchè devo farti perdere tempo dandoti i miei soldi, vado da un altro.
    Ricordo una volta che prima di prendere il treno mi sono fermato a prendere un panino vicino alla stazione SMN; la ragazza al banco, appena sentito il mio accento si è messa a farmi il verso, addirittura ripetendo le ultime frasi alla collega che se la rideva...quel panino stavo per tirarglielo in faccia.
    Devo dire che ogni volta che torno a casa dopo essere stato a Firenze non vedo l'ora di tornarci;
    dopo una scemenza come quella, sarà stupido, ma mi è passata la voglia per un pezzo.

    Ma alla fine amo troppo Firenze, e sono proprio contento di aver trovato questo blog :)

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  17. @Daniele, forse le commesse in questione non erano fiorentine e forse nemmeno italiane? come d'altronde non lo sono tutti i proprietari dei baretti in centro e zone limitrofe.

    p.s....opps...sarò mica razzista

    Lucio

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  18. Già, forse.
    In quel caso imitavano l'accento fiorentino alla perfezione.

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