Qualcuno potrà dire "cosa c'entra sul blog ioamofirenze un post su Sarajevo?" ma i miei lettori più fedeli sanno che qualche volta, se favorevolmente impressionata, scrivo qualche post anche su altre destinazioni (in Italia e all'estero). E visto che questo viaggio, seppur di lavoro, mi ha portato in una città molto particolare, cerchero' di raccontare quel poco che ho vissuto.
La prima cosa che mi ha colpito è stato il mix di culture presenti: io dormivo in centro, nel quartiere turco (pedonale) e nel giro di pochi metri avevo una moschea (bellissima), la chiesa ortodossa, la chiesa cattolica e la sinagoga. Da sempre Sarajevo è un crocevia di etnie, lingue e culture che infatti si ritrovano nel cibo e nella lingua (oggi ufficialmente la lingua parlata è il serbo-bosniaco-croato ma ci sono molte sfumature e variazioni). Non a caso viene chiamata la Gerusalemme dell'Est.
A poca distanza i palazzi asburgici riportano ai fasti di Francesco Giuseppe (ho visto che il ponte dove fu ammazzato Francesco Ferdinando d’Austria) mentre il borgo a poca distanza dal mio hotel era un vero e proprio mercato arabo, la Bašcaršija.
Nelle piccole costruzioni in legno e pavimento in pietra, si trovano ristoranti, bar e negozietti che vendono di tutto: per lo più souvenir, ma a cercare bene trovate anche piccoli tesori. Ho comprato un delizioso servizio in rame per fare il caffè turco, battuto a mano e un cd di una cantante regina del Gypsy Soul dalla voce molto mascolina ma carismatica.
Altra cosa che stupisce è l'incredibile vita notturna: locali di ogni tipo, bar aperti fino alle 6 di mattina, ristoranti diversi ma sempre ben arredati e curati, luoghi dove ascoltare musica o dove si radunano fotografi, teatri e cinema che propongono rassegne a tema. Peccato solo che fumino tutti... come turchi!
Alcuni posti sono così belli che mi chiedo se ne esistano di simili da noi; il Pesciolino Rosso è un locale pazzesco! persino il bagno merita una visita. Una città insomma dove la voglia di stare insieme è forte. Ho letto che anche durante la guerra le persone di notte cercavano la musica e la compagnia.
L'altra cosa che ovviamente si avverte è la guerra. Non se ne vuole parlare, ma se ne parla sempre. Sui muri di alcuni palazzi i buchi si vedono ancora, anche quando sono coperti da un po' di stucco. Per terra le "rose di Sarajevo" mantengono la memoria di uno scoppio di una granata. Le persone sono difficili da comprendere, a volte ci scherzano su con quell'umorismo balcano un po' forte, ma tuttoggi continuano a domandarsi il senso di una guerra fra persone che fino al giorno prima erano amiche, la cui religione poco importava all'altro.
In ogni caso voglio rassicurare i turisti: oggi la città è sicura!
La prima sera sono stata a cena alla birreria artigianale dove viene prodotta la Sarajesko Pivo, una birra scura buonissima. Dal soppalco in legno ammiravo un ambiente che mi riportava al passato, con i camerieri eleganti e il pianoforte a coda che accompagnava la cantante (anche se ora canta Hello di Beyonce!). Ottimo pollo con salsine varie e una deliziosa birra scura capace di far concorrenza all'Irlanda. Prezzi ridicoli per noi.
La seconda sera mi hanno portato in un minuscolo ristorante nel quartiere turco, Dveri, scovato anche dal NY Times, dove su vassoietti in legno ci hanno portato specialità bosniache: formaggi, affettati (non di maiale), olive, la salsa ai peperoni Ajvar e un pane caldo dalla forma particolare che si scioglieva in bocca. Ho bevuto un ottimo vino proveniente dal Monastero Ortodosso Tvrdos.
Andateci a Sarajevo, magari in estate durante il Festival dei Bambini oppure per il Sarajevo Film Festival, e allungate la visita anche a Mostar, con il famoso Ponte, e alle vallate della Drina, della Neretva e dell'Una Sana dove la natura è rigogliosa e splendida (potete anche fare rafting o fare passeggiate sui muli).
Il tuo resoconto è interessante e cor-diale; mi è piaciuto passeggiare idealmente con te per quelle strade.
RispondiEliminaanonima ma grazia
Sono stata virtualmente con te per tutti i giorni trascorsi in Bosnia...lavoro da una vita solo con bosniaci e ormai conosco tutte le loro tradizioni e quando tornano dalle ferie, mi portano i salumi affumicati di manzo, le loro spezie particolari....tanto che oramai so anche cosa mangiano per festeggiare il Ramada e il dolce del Bairan...l'unica cosa che non comprendo è quando bevono lo yogurt magro con un salame tipo ungherese.....
RispondiEliminagrazie anonima ma grazia... in realtà c'erano altre 1000 cose da dire ma il post è già cosi lungo!!!
RispondiEliminaper stefania: wow!
se me lo dicevi prima provavo a indagare sullo yogurt eheheh
Mi ha fatto molto piacere leggere questo bel racconto, non si sente parlare della Bosnia-Erzegovina se non per la guerra dei Balcani...
RispondiEliminaSono stato a Sarajevo un paio di anni fa e oltre a quello che hai scritto, una delle cose che secondo me merita di essere visitato è il tunnel sotterraneo che veniva usato durante l'assedio per rifornire la città, affamata dall'embargo.
Peccato solo che sia aperto solo la mattina e nemmeno tutti i giorni...
Bellissima recensione: notizie utili e inmpressioni di viaggio sincere.
RispondiEliminaSe ti è piaciuta l'impronta turca, non posso che suggerirti Istanbul! Con l'italiana e affidabile blue panorama airlines ci arrivi in due orette! Ah..pronta guarigione e auguri di buon compleanno.
Luca