Pubblicità

giovedì 10 gennaio 2013

Che peccato per la Richard Ginori

Leggo sui giornali le varie notizie che riguardano la Richard Ginori (fallimento, rabbia dei dipendenti) e penso con rabbia.. ma che peccato! E' pazzesco che debba svanire nel nulla un'azienda che per anni (secoli?) è stata all'avanguardia, rendendo famose in tutto il mondo le porcellane italiane. Si parla tanto di tutela del Made in Italy e non si riesce a salvare una realtà come questa.
Mi è capitato durante le vacanze di Natale di visitare il Museo Richard Ginori a Sesto Fiorentino. E' piccolo e avrebbe bisogno di qualche intervento (anche se le collezioni sono in continuo aumento), ma lo consiglio vivamente. E' illuminante. Merita non solo per conoscere la storia di un'impresa creata nel 1735 dal marchese Ginori e poi ingrandita nel 1896, con la fusione con la Richard di Milano, capace di dare nel suo climax occupazione a oltre 2000 persone; ma anche per capire la grandezza delle porcellane qui prodotte, che venivano ammirate e commissionate dalle Corti di tutta Europa (e non solo). Visitando il museo si capisce l'innovazione che guidò la crescita della manifattura Ginori a partire dalle prime fornaci a 4 piani, inventate da Carlo Leopoldo Ginori. Si intuisce il livello altissimo raggiunto nei centri di produzione. Si scoprono piccole curiosità, come per esempio che per un po' ne fu direttore - contribuendone al successo - un certo Paolo Lorenzini, fratello (o zio?) di Carlo, più famoso come Collodi. Ci si sorprende delle attenzioni dei vertici aziendali verso i dipendenti (assicurazioni contro malattie e infortune, scuole, e altri servizi sociali).
Si segue l'evoluzione dello stile: oggi se dico Richard Ginori penso soprattutto alle linee minimaliste e al total white, ma un tempo le mode richiedevano ori, decori, fiori e altri ornamenti (c'è persino un piatto di Mussolini!). Si ammirano le geniali modernità di Gio Ponti negli anni '20-'30, e le più recenti produzioni di Achille Castiglioni e Aldo Rossi, che non passano mai di moda.
Eravamo all'apice.. e ora? Se potete andate a visitare il museo. http://www.museodidoccia.it/

2 commenti:

  1. Davvero terribile e soprattutto inconcepibile come si possa essere arrivati a far fallire un marchio così importante, una qualità rinomata in tutto il mondo da secoli. Ci lavorava mio nonno, e poi mio padre, e l'ho sempre un po' sentita un'azienda di famiglia per tutti i fiorentini ed i sestesi. E' davvero un gran dolore.

    RispondiElimina
  2. vero! non è concepibile come si sia potuti arrivare a questo punto; speriamo che non venga messa la parole "fine" e che grazie a commesse estere (vedi quella del giappone..grandi i nipponici, l'ho sempre detto!) si riparta. Per un sestese la sirena fa parte della quitidianità e devo dire che ci manca moltissimo, stasera ci sarà un corteo, io credo che parteciperò,perchè anche se nn conosco nessuno che ci lavora conosco le difficoltà di un disoccupato e perchè Ginori è un simbolo in tutto il mondo.

    RispondiElimina

Qualsiasi commento è benvenuto :-)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...