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martedì 28 marzo 2006

S.Miniato


Tanti mi chiedono qual'è la Chiesa più bella di Firenze.. a parte la Certosa che ho nel cuore, visto che è vicina a me, e a parte le celeberrime Santa Croce, Santa Maria Novella e S.Maria del Fiore (ovvero il Duomo di Firenze), secondo me e molti la più bella chiesa di Firenze è S.Miniato al Monte.
E' una chiesa in collina, vicino Piazzale Michelangelo, veramente deliziosa. Da li si vede tutta Firenze!
Dopo il Battistero è una delle più alte testimonianze dell'architettura romanica fiorentina. Ecco qualche notizia storico-architettonica:
Già esistente ai tempi di Carlomagno, fu ricostruita dal vescovo Ildebrando dopo il 1018 e completata anche nella parte decorativa solo al principio del sec. XIII. La facciata, iniziata nel XII sec. e conclusa all'inizio del XIII, ha il tipico paramento fiorentino in marmo bianco e verde di Prato a scomparti geometrici. Nella parte inferiore presenta il classico ritmo di cinque arcate cieche nelle quali si aprono alternativamente i 3 portali. Sulla cuspide del frontone, decorato da 9 archetti a tutto sesto sormontati da figure simboliche intarsiate databili intorno al tredicesimo secolo, fu collocata nel 1401 un'aquila in rame dorato, simbolo dell'Arte di Calimala che dal 1288 ebbe l'amministrazione della chiesa. L'interno, in alcune parti restaurato ed alterato, è diviso in 3 navate da colonne alternate a pilastri polistili, che determinano così tre campate di cui l'ultima con il presbiterio rialzato sulla cripta. I capitelli, alcuni dei quali provengono da monumenti romani, altri invece sono romanici, sono parte in marmo, parte in laterizio. La navata centrale, con il tetto a travature scoperte, ha il pavimento diviso in riquadri decorati con intarsi marmorei. In fondo alla navata, l'elegante Cappella del Crocifisso di Michelozzo (1448), con volta a botte smaltata ad opera di Luca della Robbia. La Cappella del cardinale di Portogallo, a croce greca con volta a padiglione, fu costruita da Antonio Manetti, allievo del Brunelleschi. La volta è rivestita da piastrelle che formano un motivo a dadi, ed è decorata da tondi di terracotta invetriata di Luca della Robbia.
Nel chiostro, tamponato nel 1700 e recuperato fra il 1962 ed il 1987 insieme ad altri ambienti originali, rimangono frammenti di sinopia attribuita ad Andra del Castagno e nel loggiato superiore frammenti molto rovinati di un'opera di Paolo Uccello.

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