Oggi su Repubblica (cartacea) è comparso un lungo e alquanto pungente articolo di Curzio Maltese. Non posso riscriverlo tutto (anche perchè non so se si possa, pur citando la fonte) ma alcuni passaggi sono davvero esilaranti.. l'articolo se la prende un po' con tutti.. col sindaco, con la potentissima Unicoop, con Della Valle che vuole solo vendere le sue Tod's, con le banche toscane, le istituzioni... non mancheranno reazioni.
ma quello che mi è piaciuto dell'articolo è il tono ironico con cui descrive certe realtà fiorentine, note a tutti, ma non divulgabili. L'articolo punta il dito sulla mancanza di un "principe" forte che possa guidare Firenze, divisa fra tanti poteri in lotta fra di loro. Guarda con nostalgia i tempi di Lorenzo de Medici, facendone un confronto con Domenici..
non posso non riportare il suo pezzo che tutto sommato è scritto con affetto:
"metà Firenze lo considera "un gran ganzo" l'altra metà un rompiscatole con l'aria del Granduca. La sua stanza è una metafora perfetta. E' il più bell'ufficio d'Italia ma anche il meno adatto al lavoro di un sindaco, pure stakanovista. Inciampando fra tappeti, arazzi e veti incrociati. Domenici che non è erede della prestigiosa diplomazia fiorentina, prova ad ascoltare le cento fazioni, si stufa presto e finisce sempre col decidere da solo, a fondo e contro tutti. l'ultima volta è stata con la tramvia. a parole tutti d'accordo, destra e sinistra, costruttori e ambientalisti, turisti e residenti. Ma non si riusciva a partire, in una città dove lo spostamento di una panchina provoca l'immediata costituzione di un comitato di quartiere, presto destinato peraltro a scindersi in due fazioni rivali. (...) comunque sia un bel giorno il sindaco ha sguinzagliato a sorpresa, per i quattro angoli della città, i tecnici comunali, con tanto di rotella metrica e gesso per segnare "questo va via, quello si butta giù. qui passa il tram" Scene di panico alla Amici Miei.."
l'articolo prosegue parlando di vari aspetti di Firenze, vale veramente la lettura.
altri pezzi divertenti quando parla del calcio storico fiorentino:
"Nel giugno scorso il municipio ha provato a riesumare, a fini turistici, l'antico gioco nonno del football. Alla partita inaugurale, in mondovisione, i calcianti hanno dato via nemmeno mezz'ora a una trionfale rissa con botte da orbi, entusiasticamente allargata agli spalti. Fine del torneo."
ma si nota anche un tono dispiaciuto, addolorato, arrabbiato quando parla invece di una Firenze svuotata dai fiorentini.."Firenze si svuota anno dopo anno, cinquantamila abitanti persi negli ultimi dieci, da 410 a 360mila. (...) L'esercito del turismo globale che compra low cost su Internet sta compiendo l'impresa fallita nei secoli a tutti gli altri invasori: deportare i fiorentini. Un gruppo alla volta, dal centro storico dove è impossibile lavorare, verso le periferie senza storia, le "città dolenti" di Novoli e Le Piagge..."
.."Le grandi istituzioni culturali cominciano a somigliare a certi palazzi nobiliari, con le facciate sontuose e i pezzi d'intonaco che vengono giù all'interno. Il Maggio musicale è commissariato, agli Uffizi i lavori per la pensilina di Isozaki sono sempre in corso, i teatri e i cinema chiudono, le jeanserie sloggiano i vecchi librai, dei grandi editori, chiusi Le Monnier e Vallecchi, è rimasto solo Giunti: in più, rischia di chiudere la Biblioteca Nazionale e l'Università, con quarantamila studenti e pochi mezzi, subisce la competizione di Siena e Pisa".
e ancora "Dai quartieri storici, Santa Maria Novella, Santa Croce, San Giovanni, sono già spariti gli operai artigiani delle officine, gli studenti, i colletti bianchi, i bottegai. Presto si trasferirà anche il palazzo di giustizia e stringe il cuore pensando ai mille avvocati fiorentini, con i loro loden, i pacchetti di dolci del Rivoire col fiocco azzurro, la passeggiata a Ponte Vecchio, le belle segretarie, tutti presi e sbattuti in una specie di carcere di sicurezza nel nulla di Novoli. Mario Monicelli, memoria storica della fiorentinità, non la riconosce:'Nel cuore di Firenze non c'era mai stato, credo da secoli, tanto silenzio' .."
grazie signor Malaparte per aver detto - con così tanta arte - quello che molti pensano..
ma quello che mi è piaciuto dell'articolo è il tono ironico con cui descrive certe realtà fiorentine, note a tutti, ma non divulgabili. L'articolo punta il dito sulla mancanza di un "principe" forte che possa guidare Firenze, divisa fra tanti poteri in lotta fra di loro. Guarda con nostalgia i tempi di Lorenzo de Medici, facendone un confronto con Domenici..
non posso non riportare il suo pezzo che tutto sommato è scritto con affetto:
"metà Firenze lo considera "un gran ganzo" l'altra metà un rompiscatole con l'aria del Granduca. La sua stanza è una metafora perfetta. E' il più bell'ufficio d'Italia ma anche il meno adatto al lavoro di un sindaco, pure stakanovista. Inciampando fra tappeti, arazzi e veti incrociati. Domenici che non è erede della prestigiosa diplomazia fiorentina, prova ad ascoltare le cento fazioni, si stufa presto e finisce sempre col decidere da solo, a fondo e contro tutti. l'ultima volta è stata con la tramvia. a parole tutti d'accordo, destra e sinistra, costruttori e ambientalisti, turisti e residenti. Ma non si riusciva a partire, in una città dove lo spostamento di una panchina provoca l'immediata costituzione di un comitato di quartiere, presto destinato peraltro a scindersi in due fazioni rivali. (...) comunque sia un bel giorno il sindaco ha sguinzagliato a sorpresa, per i quattro angoli della città, i tecnici comunali, con tanto di rotella metrica e gesso per segnare "questo va via, quello si butta giù. qui passa il tram" Scene di panico alla Amici Miei.."
l'articolo prosegue parlando di vari aspetti di Firenze, vale veramente la lettura.
altri pezzi divertenti quando parla del calcio storico fiorentino:
"Nel giugno scorso il municipio ha provato a riesumare, a fini turistici, l'antico gioco nonno del football. Alla partita inaugurale, in mondovisione, i calcianti hanno dato via nemmeno mezz'ora a una trionfale rissa con botte da orbi, entusiasticamente allargata agli spalti. Fine del torneo."
ma si nota anche un tono dispiaciuto, addolorato, arrabbiato quando parla invece di una Firenze svuotata dai fiorentini.."Firenze si svuota anno dopo anno, cinquantamila abitanti persi negli ultimi dieci, da 410 a 360mila. (...) L'esercito del turismo globale che compra low cost su Internet sta compiendo l'impresa fallita nei secoli a tutti gli altri invasori: deportare i fiorentini. Un gruppo alla volta, dal centro storico dove è impossibile lavorare, verso le periferie senza storia, le "città dolenti" di Novoli e Le Piagge..."
.."Le grandi istituzioni culturali cominciano a somigliare a certi palazzi nobiliari, con le facciate sontuose e i pezzi d'intonaco che vengono giù all'interno. Il Maggio musicale è commissariato, agli Uffizi i lavori per la pensilina di Isozaki sono sempre in corso, i teatri e i cinema chiudono, le jeanserie sloggiano i vecchi librai, dei grandi editori, chiusi Le Monnier e Vallecchi, è rimasto solo Giunti: in più, rischia di chiudere la Biblioteca Nazionale e l'Università, con quarantamila studenti e pochi mezzi, subisce la competizione di Siena e Pisa".
e ancora "Dai quartieri storici, Santa Maria Novella, Santa Croce, San Giovanni, sono già spariti gli operai artigiani delle officine, gli studenti, i colletti bianchi, i bottegai. Presto si trasferirà anche il palazzo di giustizia e stringe il cuore pensando ai mille avvocati fiorentini, con i loro loden, i pacchetti di dolci del Rivoire col fiocco azzurro, la passeggiata a Ponte Vecchio, le belle segretarie, tutti presi e sbattuti in una specie di carcere di sicurezza nel nulla di Novoli. Mario Monicelli, memoria storica della fiorentinità, non la riconosce:'Nel cuore di Firenze non c'era mai stato, credo da secoli, tanto silenzio'
grazie signor Malaparte per aver detto - con così tanta arte - quello che molti pensano..
Mai come in queste righe ogni fiorentino, nato o acquisito, si rispecchierà.. Grazie a Nelli per la segnalazione, vado a comprare il giornale :-))
RispondiEliminama Curzio Malaparte non era questo ?
RispondiEliminahttp://en.wikipedia.org/wiki/Curzio_Malaparte
Si è scelto uno pseudonimo impegnativo...
Ma che Curzio Malaparte! L'intervistatore è Curzio Malese! :-)
RispondiEliminachiedo scusa ai miei lettori, ho sbagliato io!
RispondiEliminal'autore dell'articolo è CURZIO MALTESE e non Curzio Malaparte o Curzio Malese..
eh.. sono proprio fusa, urgono ferie!
sto raccogliendo i post che parlano di questo argomento e li ho messi qui:
RispondiEliminahttp://cityoff.blog.espresso.repubblica.it/city_off/2007/01/httpwwwrepubbli.html
per alimentare un dibattito.
ps: lì trovate anche il link all'articolo originale :-)
Scusa l'intrusione.
figurati emanuele, anzi grazie per la segnalazione.
RispondiEliminaSe hai voglia vai a leggerti cosa ne penso dell'articolo di Maltese, qui sul mio blog.
RispondiEliminaho letto :)
RispondiEliminatu ci vai un po' più duro di me eh eh
le foto le ho viste su flickr, ma se mi dai il permesso ne scelgo una e la uso in uno dei prossimi post (citando la fonte)
ciao,
elena
ok, cmq suggerisco, vivamente, di leggere "Maledetti toscani" di Curzio Malaparte...
RispondiEliminaLì, veramente ogni toscano potrà riconoscersi e sentire un brivido correre lungo la schiena quando vi sentirete descritti così bene...
baci
ele76
si infatti il titolo "maledetti fiorentini"
RispondiEliminal'ho messo per quello!!
Firenze è qualcosa in movimento, in agitazione, le gente vuole il suo spazio ma con precisa identità, quella storica di soggetti intelligenzi, vispi, presenti e sopratutto pronti a difendere la propria anima. Solo che Firenze c'è, ma dove sono i "fiorentini" chi li sta disperdendo, chi li sta annacquando. Scovatelo questo testa di rapa e mettiamolo alla gogna, si spera in Piazza Signoria, prima che il centro diventi Brozzi.
RispondiEliminagran bel commento.
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