Ero molto indecisa se parlare in questo blog (o nell'altro) di questo argomento, perchè so che molti non aspettano altro per far partire gli insulti o le polemiche politiche. Alla fine, visti anche i numerosi commenti del post dei pannelli fotovoltaici, voglio darvi fiducia e trattarlo qui, sperando che più che delle persone (assessori e sindaci) si parli dei temi, dei contenuti, delle proposte.
Perchè tutto questo riguarda la cultura (contemporanea), riguarda la nightlife e gli eventi di Firenze (non solo l'estate fiorentina). Di cosa sto parlando? Del documento che l'assessore Da Empoli ha pubblicato sul web dopo il barcamp dove esamina il ruolo di Firenze, come centro culturale, e evidenzia alcuni temi caldi. Possiamo essere in disaccordo su quanto riportato, ma non possiamo ignorarlo. Si parla di quello che succederà a Firenze nei prossimi anni.
Qui trovate il documento (ben 16 pagine ma vi consiglio di leggerle) nel quale il Da Empoli propone fra le altre cose di rivedere alcune percorsi museali, di riaprire il cinema Alfieri, di coordinare le associazioni per gli eventi e tanto tanto altro. Non tutto mi entusiasma, ma alcune cose decisamente sì.
Qui di seguito riporto alcuni passaggi interessanti:
Difficile, infatti, continuare a produrre innovazione in un luogo che ha fatto della conservazione il suo core business. (...) In queste città, più che altrove, si trova l’epicentro della crisi culturale italiana: la rendita del passato che schiaccia il presente e il futuro, lo splendore del patrimonio ereditato che rende pigri e arroganti le istituzioni e i cittadini, come tanti nani arrampicati sulle spalle di giganti. (pagina 1).
A Zurigo (città numero uno nella classifica Monocle 2009), la rinascita cittadina è iniziata dieci anni fa, con i provvedimenti che hanno drasticamente semplificato le procedure per l’inaugurazione di nuovi locali pubblici e liberalizzato gli orari di apertura. Misure che hanno reso possibile l’apertura di centinaia di gallerie d’arte, di internet cafés, di ristoranti, di luoghi di incontro e di scambio. (pagina 3)
Se Bilbao – e tutte le metropoli che hanno provato ad imitarla nel corso degli ultimi 10 dieci anni – hanno messo l’accento sul contenitore, Firenze deve puntare sul primato dei contenuti. L’idea di continuare ad allestire contenitori (di nuova costruzione o frutto di recuperi di vario genere) senza sapere bene cosa farne, rappresenta la tomba di qualsiasi strategia culturale sensata. (pagina 4)
La rinascita di New York tra la fine degli anni 70 e i primi anni 80 e quella di Berlino dopo la caduta del Muro sono strettamente legate alla disponibilità di spazi a basso prezzo, che hanno potuto essere occupati da studi di artisti, gallerie, luoghi di produzione e di esposizione culturale.
Firenze, beninteso, non dispone di analoghe possibilità. L’immagine di una città completa, finita, però, merita di essere contrastata. Nulla è più scoraggiante dell’assenza di margini di reinvenzione. Per questa ragione l’Assessorato alla Cultura e alla Contemporaneità ha avviato una ricognizione a 360 gradi degli spazi potenzialmente disponibili per il contemporaneo. Partendo da quelli che sono già nella disponibilità del Comune, ma arrivando ad includere anche tutte le strutture (cinema e teatri chiusi, strutture industriali e superfici commerciali dismesse, ecc) che possano essere restituite alla vita culturale della città. (pagina 7)
Fin dall’inizio del 2010, la riapertura della Sala Alfieri da parte del Comune costituirà l’occasione per proporre anche a Firenze un nuovo genere di offerta cinematografica, meno legata ad unaprogrammazione standard, e più aperta alla contaminazione di discipline e di generi diversi. Sarà l’occasione per restituire alla città ciò che le manca da tempo: un cinema d’essai rivisto e corretto dalla generazione del web 2.0., aperto a nuove funzioni, che possono andare dalla trasmissione – in diretta o in differita – di opere liriche (un fenomeno in grande espansione negli Stati Uniti) alla realizzazione di percorsi cross-mediali e di iniziative per target di pubblico differenziati lungo l’arco della giornata. (pagina 8)
Il primo banco di prova delle nuove regole sarà l’estate fiorentina 2010. Quella del 2009, infatti, ha segnato il punto più basso della programmazione culturale fiorentina, senza neppure un calendario degli eventi promossi dal Comune. (...) I principi ai quali dovrà essere improntata l’edizione 2010 dell’estate fiorentina sono 4:
1. Anticipo. Il bando (elettronico) per l’estate 2010 sarà pubblicato entro il mese di novembre 2009;
2. Trasparenza. I progetti dovranno essere presentati tutti nello stesso formato. I criteri diselezione saranno pubblici e verificabili.
3. Matching Grants. Il Comune finanzierà in prevalenza progetti suscettibili di mobilitare le risorse di sponsor privati.
4. Valutazione. Saranno predisposti adeguati Indicatori d’impatto per la valutazione ex-post delsuccesso delle diverse iniziative. (pagina 9)
(...) il fatto che le nostre città (...) abbiano la vita notturna più noiosa dell’emisfero occidentale non è solo un problema dei nottambuli. È una questione politica ed economica di primaria grandezza. (...) in un sistema nel quale tutti i fattori produttivi sono tendenzialmente mobili, le risorse, tecnologiche e finanziarie, vanno là dove si trovano i talenti e questi ultimi si concentrano nelle città creative. Per un designer o un programmatore di computer non esistono né sabati né domeniche, né giorno, né notte. Possono prendersi una vacanza di mercoledì e lavorare a Ferragosto. Sono capaci di alzare gli occhi alle due di notte e di accorgersi di aver saltato la cena...
Ecco perché il tema della vita notturna è importante (per non parlare del turismo, del decongestionamento dei flussi di traffico, ecc.). Ecco perché la cappa di noia e di silenzio che cala su Firenze dopo il tramonto è un problema. (pagina 14)
A chi puo' accusarlo di non trattare di questione economiche risponde nell'ultima pagina, dove fra le altre cose afferma:
Questa riflessione ha provato a invertire l’ordine delle priorità partendo dai contenuti, anziché dai contenitori.
Mi sembra un bel passo avanti. Vediamo cosa succederà.
Perchè tutto questo riguarda la cultura (contemporanea), riguarda la nightlife e gli eventi di Firenze (non solo l'estate fiorentina). Di cosa sto parlando? Del documento che l'assessore Da Empoli ha pubblicato sul web dopo il barcamp dove esamina il ruolo di Firenze, come centro culturale, e evidenzia alcuni temi caldi. Possiamo essere in disaccordo su quanto riportato, ma non possiamo ignorarlo. Si parla di quello che succederà a Firenze nei prossimi anni.
Qui trovate il documento (ben 16 pagine ma vi consiglio di leggerle) nel quale il Da Empoli propone fra le altre cose di rivedere alcune percorsi museali, di riaprire il cinema Alfieri, di coordinare le associazioni per gli eventi e tanto tanto altro. Non tutto mi entusiasma, ma alcune cose decisamente sì.
Qui di seguito riporto alcuni passaggi interessanti:
Difficile, infatti, continuare a produrre innovazione in un luogo che ha fatto della conservazione il suo core business. (...) In queste città, più che altrove, si trova l’epicentro della crisi culturale italiana: la rendita del passato che schiaccia il presente e il futuro, lo splendore del patrimonio ereditato che rende pigri e arroganti le istituzioni e i cittadini, come tanti nani arrampicati sulle spalle di giganti. (pagina 1).
A Zurigo (città numero uno nella classifica Monocle 2009), la rinascita cittadina è iniziata dieci anni fa, con i provvedimenti che hanno drasticamente semplificato le procedure per l’inaugurazione di nuovi locali pubblici e liberalizzato gli orari di apertura. Misure che hanno reso possibile l’apertura di centinaia di gallerie d’arte, di internet cafés, di ristoranti, di luoghi di incontro e di scambio. (pagina 3)
Se Bilbao – e tutte le metropoli che hanno provato ad imitarla nel corso degli ultimi 10 dieci anni – hanno messo l’accento sul contenitore, Firenze deve puntare sul primato dei contenuti. L’idea di continuare ad allestire contenitori (di nuova costruzione o frutto di recuperi di vario genere) senza sapere bene cosa farne, rappresenta la tomba di qualsiasi strategia culturale sensata. (pagina 4)
La rinascita di New York tra la fine degli anni 70 e i primi anni 80 e quella di Berlino dopo la caduta del Muro sono strettamente legate alla disponibilità di spazi a basso prezzo, che hanno potuto essere occupati da studi di artisti, gallerie, luoghi di produzione e di esposizione culturale.
Firenze, beninteso, non dispone di analoghe possibilità. L’immagine di una città completa, finita, però, merita di essere contrastata. Nulla è più scoraggiante dell’assenza di margini di reinvenzione. Per questa ragione l’Assessorato alla Cultura e alla Contemporaneità ha avviato una ricognizione a 360 gradi degli spazi potenzialmente disponibili per il contemporaneo. Partendo da quelli che sono già nella disponibilità del Comune, ma arrivando ad includere anche tutte le strutture (cinema e teatri chiusi, strutture industriali e superfici commerciali dismesse, ecc) che possano essere restituite alla vita culturale della città. (pagina 7)
Fin dall’inizio del 2010, la riapertura della Sala Alfieri da parte del Comune costituirà l’occasione per proporre anche a Firenze un nuovo genere di offerta cinematografica, meno legata ad unaprogrammazione standard, e più aperta alla contaminazione di discipline e di generi diversi. Sarà l’occasione per restituire alla città ciò che le manca da tempo: un cinema d’essai rivisto e corretto dalla generazione del web 2.0., aperto a nuove funzioni, che possono andare dalla trasmissione – in diretta o in differita – di opere liriche (un fenomeno in grande espansione negli Stati Uniti) alla realizzazione di percorsi cross-mediali e di iniziative per target di pubblico differenziati lungo l’arco della giornata. (pagina 8)
Il primo banco di prova delle nuove regole sarà l’estate fiorentina 2010. Quella del 2009, infatti, ha segnato il punto più basso della programmazione culturale fiorentina, senza neppure un calendario degli eventi promossi dal Comune. (...) I principi ai quali dovrà essere improntata l’edizione 2010 dell’estate fiorentina sono 4:
1. Anticipo. Il bando (elettronico) per l’estate 2010 sarà pubblicato entro il mese di novembre 2009;
2. Trasparenza. I progetti dovranno essere presentati tutti nello stesso formato. I criteri diselezione saranno pubblici e verificabili.
3. Matching Grants. Il Comune finanzierà in prevalenza progetti suscettibili di mobilitare le risorse di sponsor privati.
4. Valutazione. Saranno predisposti adeguati Indicatori d’impatto per la valutazione ex-post delsuccesso delle diverse iniziative. (pagina 9)
(...) il fatto che le nostre città (...) abbiano la vita notturna più noiosa dell’emisfero occidentale non è solo un problema dei nottambuli. È una questione politica ed economica di primaria grandezza. (...) in un sistema nel quale tutti i fattori produttivi sono tendenzialmente mobili, le risorse, tecnologiche e finanziarie, vanno là dove si trovano i talenti e questi ultimi si concentrano nelle città creative. Per un designer o un programmatore di computer non esistono né sabati né domeniche, né giorno, né notte. Possono prendersi una vacanza di mercoledì e lavorare a Ferragosto. Sono capaci di alzare gli occhi alle due di notte e di accorgersi di aver saltato la cena...
Ecco perché il tema della vita notturna è importante (per non parlare del turismo, del decongestionamento dei flussi di traffico, ecc.). Ecco perché la cappa di noia e di silenzio che cala su Firenze dopo il tramonto è un problema. (pagina 14)
A chi puo' accusarlo di non trattare di questione economiche risponde nell'ultima pagina, dove fra le altre cose afferma:
Questa riflessione ha provato a invertire l’ordine delle priorità partendo dai contenuti, anziché dai contenitori.
Mi sembra un bel passo avanti. Vediamo cosa succederà.
Concordo: un bel passo in avanti. Anche se bisogna comunque tener presente che le suddette parole vengono dalla stessa persona che recentemente non si è fatta alcuno scrupolo a far fare una gran bella figuraccia a Firenze tutta (leggi la sterile polemica critico-filosofico-artistica su Wyatt e la sua opera donata a Firenze secondo Da Empoli da rivendere su ebay) solo per avere la luce dei riflettori addosso: a questo punto non trovo altra spiegazione visto il chiassosissimo 'silenzio' renziano ed altrui in merito alla poco piacevole vicenda. Il Da Empoli evidentemente ha avuta carta bianca e la sta usando: non mi entusiasma una persona così, viste le sue ormai 'dichiarate' priorità (non so perchè ma mi ricorda un certo Sgarbi), ma di sicuro non si può più parlare di immobilismo - e questo è solo un bene.
RispondiEliminaStiamo a vedere...
SHL
Tutto vero, come si suol dire speriamo che venga organizzato qualcosa di conseguenza o che comunque si gettino le basi pe smuovere le acque.
RispondiEliminaeh eh caro surfer... non sei il primo che guarda al Da Empoli come a uno Sgarbi fiorentino.
RispondiEliminaSulla storia delle statue credo che ci fossero ben altre questioni dietro, ma su una cosa posso essere certa: il ragazzo ha intenzione di dare uno bello scossone a Firenze. E quale miglior modo che far parlare di se?
non ho ancora capito che tipo di persona sia, ma su quello che ha scritto sono molto daccordo.
speriamo bene...
se non altro sa benissimo come mettere in moto la "critica" fiorentina!!!
RispondiEliminaLa figuraccia sulla statua credo che sia frutto della inesperienza del neo-assessore: quando ricopri una carica pubblica, certe opinioni faresti meglio a tenertele per te.
RispondiEliminaDetto questo, ho letto tutto il documento e mi è molto piaciuto. Apprezzabile soprattutto il fatto che il documento sia di respiro molto ampio, proponendo un orizzonte temporale che va anche al di là dei 5 anni di mandato della Giunta.
Raffrontato alla frenesia di fare e disfare del sindaco, è ancora più lodevole il fatto di prendersi i giusti tempi ed i giusti modi per cercare di cambiare le cose.
Gentile Signora Nelli
RispondiEliminaChiedo scuse per il mio italiano. Posso leggere abbastanza bene, ma mi risulta difficile scrivere.
Sono un lettore regolare del Suo blog, vivo e simpatico. Ci trovo informazioni pratiche utili. Grazie per i Suoi buoni suggerimenti.
Ho letto anche con interesse il testo intelligente: "Una strategia per il contemporaneo a Firenze".
Avrei una osservazione da fare a proposito della "cappa di noia e di silenzio che cala su Firenze dopo il tramonto".
Di fatto, dopo che sono ritornato qui alla fine del estate, soffro del rumore che viene fatto pressoché tutte le serate alla Pescaia di S. Rosa, che viene riverberato e amplificato non solo dalla sonorizzazione elettrica, ma ancora dalla configurazione del luogo e dal piano dell'acqua, e che risulta in un inquinamento auditivo di tutta la zona. Non mi sembra che questa iniziativa riscontra un gran successo di pubblico o sia di natura a correggere il calo turistico o il degrado di Firenze.
Abito sul lungarno. Non posso più lasciare le finestre aperte e godere di quiete alla fine della giornata fino a mezza notte. Non consiglierei a amici di prenotare una stanza in un albergo della zona.
La "Strategia" da l'esempio della liberalizzazione a Zurigo, "numero uno" per la rinascita cittadina. Ebbene une situazione come alla Pescaia di S. Rosa sarebbe inconcepibile sulla Limmatt o in qualunque città a Nord delle Alpi, dove la libertà di far rumore viene limitata dal rispetto per la tranquillità del quartiere.
Le scrivo non per avere questo commento pubblicato, ma spero che Lei potrà rifletterci o eventualmente far qualche passo utile per facilitarmi la vita. Sono una persona anziana e forestiera, e non vorrei fare polemiche in questa ospitale città.