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giovedì 23 febbraio 2012

Un po' di ottimismo: italiani andate all'estero, ma poi tornate!

Scusate il ritardo con cui posto stamani, ma sono molto presa dal corso che sto preparando. Trovo 5 minuti di tempo in pausa pranzo per postare le mie impressioni della serata di ieri Italiani di Frontiera. Roberto Bonzio, giornalista che ha scritto sulle principali testate giornalistiche di tutto il mondo, ha deciso di prendersi 6 mesi via dal lavoro per andare a intervistare tutti quegli italiani che sono "scappati" dall'Italia e hanno fatto fortuna all'estero, per poi raccontare le loro storie con ottimismo e con un messaggio molto chiaro: "Think out of the box", ovvero pensare fuori dagli schemi. 
Roberto è una "macchina da guerra": ha parlato per oltre 1 ora a velocità doppia, mostrando foto, video, libri, raccontando storie di uomini che sono partiti dall'Italia e sono andati in America a fare qualcosa di nuovo. Alcuni di questi sono morti credendo di aver fallito, e invece avevano lasciato il segno, altri sono partiti con un'idea e si sono trovati a fare altro. Altri ancora sono partiti da un personale insuccesso e sono diventati famosi. Ma sono tutte storie bellissime.
Storie del passato, come quella di Amadeo Giannini, fondatore della Bank of America (prima Bank of Italy) che dopo il terremoto di San Francisco fece credito a tutti..  o di Carlo di Rudio, una sorta di Forrest Gump che dalle 5 giornate di Milano arriva a Little Bighorn (uno dei pochi sopravvissuti al massacro del generale Custer) passando per l'attentato a Napoleone III o dell'avventuriero bergamasco che ha dato il nome a una contea.
Storie del presente, molte riguardano la Silicon Valley (come questa ragazza, gli Olivetti Boys, l'inventore del Microchip, l'inventore di Bing, il ragazzo che lavora per la DreamWorks e Fabrizio Capobianco, creatore di Funambol).
Ci ha pure mostrato l'asino che ha ispirato nelle forme e nel carattere il famoso asino di Shrek!
Fra le tante, la storia più bella, che mi è rimasta in mente è quella dei 7 fratelli italiani, immigrati in California, che lavorarono nell'industria legata al mondo dell'aeronautica, inventando il primo aereo monocabinato usato per la Posta, ma che si riconvertirono alle pompe idrauliche dopo la morte di uno di loro. E quando a uno di questi fratelli ebbe un figlio disabile, applicò le sue conoscenze per sviluppare per lui una piccola "pompa" da usare nella vasca da bagno per dargli sollievo... il nome di questo italiano? Jacuzzi.

Mi è piaciuto perchè Roberto in fondo a tutto questo ha lanciato un messaggio di ottimismo: trovate la vostra strada, andate lontano, percorretela, ma poi tornate anche in Italia e raccontatela o fate qua qualcosa per cambiare. Già dalle parole nasce il cambiamento.
Un grazie a FiordiRisorse per la splendida serata (stasera replicano a Bologna con Mario Calabresi, autore di "La fortuna non esiste!") e al concessionario Audi Firenze per averla ospitata (e complimenti al fantastico catering!).

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