All'istituto Stensen di Firenze (viale Don Minzoni) torna il Korea Film Fest, giunto alla quinta edizione: 25 film, 16 anteprime nazionali e 2 retrospettive. Il Festival, unico nel suo genere in tutta Italia vuole presentare una panoramica del cinema sudcoreano.
Fiore all’occhiello della quinta edizione del Festival: la retrospettiva su Im Kwon-taek, il più grande regista coreano vivente, che ha contribuito in modo determinante ad affermare il cinema del suo paese nel mondo. Di questo regista verranno presentati ben 12 film, di cui 10 assolutamente prime visioni italiane.
La poetica di questo grande maestro è consacrata alla promozione e diffusione della colpevolmente dimenticata cultura coreana. Nei suoi 99 film, descrive ogni aspetto della tradizione e della storia della Korea, stretto fra il doloroso ricordo dell’occupazione militare nipponica e la pervasiva ed omologante cultura americana. E’ così che Im Kwon-taek affronta delicate questioni esistenziali legate alle religione buddista in ‘Mandala’, prima affermazione internazionale del maestro; tratteggia la condizione femminile nella rigida società confuciana e patriarcale del secolo scorso (‘The surrogate mother’); ci parla del Pansori, il canto tradizionale coreano, attraverso il quale esprime la sofferenza di una nazione violentata dall’occupazione giapponese (‘Seopyeonje’); riadatta sul grande schermo un classico della letteratura in ‘Chunhyang’ (una sorta di Romeo e Giulietta d’oriente), strappando applausi ed elogi al festival di Cannes del 2000. L’esigente pubblico d’oltralpe gli tributa il massimo riconoscimento con il premio per la miglior regia nel 2002 per il suo ‘Ebbro di donne e di pittura’, un interessante affresco sull’arte figurativa in Corea, raccontataci attraverso le vicende di un geniale quanto controverso pittore, interpretato in modo magistrale dal grande Choi Min-shik (protagonista dell’acclamato ‘Old Boy’).
Gli altri registi protagonisti del Festival sono Im Sang-soo e Lee Jae-yong, entrambi presenti al festival (incontreranno il pubblico il 27 e il 26 marzo). In programma tutti i lungometraggi di Im Sang-soo: a partire dal primo e scandaloso ‘Girl’s Night Out’, che descrive con occhio estremamente disinibito le abitudini sessuali di un gruppo di tre ragazze.
Fino al recente ‘The Old Garden’ presentato al 54° Festival di San Sebastian (2006) incentrato sul massacro di Gwangju, quando i carri armati dell’esercito schiacciarono nel sangue le manifestazioni di protesta degli studenti universitari. Su questo drammatico sfondo, Im Sang-soo ci coinvolge in una commovente storia d’amore fra un’insegnante donna e un attivista politico. Gli altri film del regista presenti al festival saranno ‘Tears’, gioventù bruciata nella Seul degli anni ’90 e il brillante e provocatorio ‘The President’s Last Bang’, sull’assassinio del dittatore Park Chung-hee, per la prima volta, in Italia, in versione integrale.
La dura e perversa realtà di una parte della società coreana è raccontata con sarcasmo anche da Lee Jae-yong in ‘Dasepo Naughty Girls’, passato all’ultima edizione del Festival di Berlino. E’ una commedia pop e sexy, un musical squilibrato e satirico: è l’analisi impietosa e pungente dell’asfissiante e ipocrita istituzione scolastica coreana e, per estensione, dell’intera nazione. Senza peli sulla lingua, non risparmiando colpi bassi, affrontando di petto temi anche scomodi, Lee Jae-yong riveste una stralunata commedia corale di toni molto più stratificati e sofisticati di quanto il pubblico si possa aspettare: povertà, discriminazioni razziali, bullismo, relazioni illecite insegnante-alunno, prostituzione delle liceali.
Da segnalare la proiezione del pirotecnico film in costume ‘The King and the Clown’ che, in Corea, ha battuto lo scorso anno tutti i record d’incassi. Grande budget e immenso successo al botteghino. Non mancano inoltre film rigorosamente d’autore, come ‘Woman on the Beach’ di Hong Sang-soo, vero regista di culto fra i cinefili francesi, considerato da molti critici occidentali come la più valida alternativa a Kim Ki-duk. Oltre alla proiezione in anteprima nazionale di ‘Kim Ki-duk Cineaste de la beautè convulsive’, il documentario su Kim Ki Duk girato dal regista Antoine Coppola, il pubblico italiano potrà finalmente vedere in versione originale con i sottotitoli italiani ,‘Time’, l’ultimo capolavoro di questo grande regista.
Particolarità della 5a edizione del Samsung Korea Film Fest sarà la stipulazione del Patto d’Amicizia tra Firenze e Jeonju, sede del JIFF (Jeonju International Film Festival) e città rinomata in Corea per la vivace vita culturale. Per la celebrazione del Patto d’Amicizia arriverà a Firenze il sindaco e una delegazione sud-coreana della cittadina di Jeonju, che sarà ricevuta in Palazzo Vecchio dall’Assessore alle relazioni internazionali del Comune di Firenze, Eugenio Giani, il 27 marzo.
Mi piacerebbe tanto andare a vedere almeno un paio di questi film anche se immagino sia dura trovare qualcuno che mi accompagni.. già vedere un film giapponese ti guardano storto, mi immagino un film coreano magari con i sottotitoli!!
Info, prezzi e programma su www.koreafilmfest.com
Fiore all’occhiello della quinta edizione del Festival: la retrospettiva su Im Kwon-taek, il più grande regista coreano vivente, che ha contribuito in modo determinante ad affermare il cinema del suo paese nel mondo. Di questo regista verranno presentati ben 12 film, di cui 10 assolutamente prime visioni italiane.
La poetica di questo grande maestro è consacrata alla promozione e diffusione della colpevolmente dimenticata cultura coreana. Nei suoi 99 film, descrive ogni aspetto della tradizione e della storia della Korea, stretto fra il doloroso ricordo dell’occupazione militare nipponica e la pervasiva ed omologante cultura americana. E’ così che Im Kwon-taek affronta delicate questioni esistenziali legate alle religione buddista in ‘Mandala’, prima affermazione internazionale del maestro; tratteggia la condizione femminile nella rigida società confuciana e patriarcale del secolo scorso (‘The surrogate mother’); ci parla del Pansori, il canto tradizionale coreano, attraverso il quale esprime la sofferenza di una nazione violentata dall’occupazione giapponese (‘Seopyeonje’); riadatta sul grande schermo un classico della letteratura in ‘Chunhyang’ (una sorta di Romeo e Giulietta d’oriente), strappando applausi ed elogi al festival di Cannes del 2000. L’esigente pubblico d’oltralpe gli tributa il massimo riconoscimento con il premio per la miglior regia nel 2002 per il suo ‘Ebbro di donne e di pittura’, un interessante affresco sull’arte figurativa in Corea, raccontataci attraverso le vicende di un geniale quanto controverso pittore, interpretato in modo magistrale dal grande Choi Min-shik (protagonista dell’acclamato ‘Old Boy’).
Gli altri registi protagonisti del Festival sono Im Sang-soo e Lee Jae-yong, entrambi presenti al festival (incontreranno il pubblico il 27 e il 26 marzo). In programma tutti i lungometraggi di Im Sang-soo: a partire dal primo e scandaloso ‘Girl’s Night Out’, che descrive con occhio estremamente disinibito le abitudini sessuali di un gruppo di tre ragazze.
Fino al recente ‘The Old Garden’ presentato al 54° Festival di San Sebastian (2006) incentrato sul massacro di Gwangju, quando i carri armati dell’esercito schiacciarono nel sangue le manifestazioni di protesta degli studenti universitari. Su questo drammatico sfondo, Im Sang-soo ci coinvolge in una commovente storia d’amore fra un’insegnante donna e un attivista politico. Gli altri film del regista presenti al festival saranno ‘Tears’, gioventù bruciata nella Seul degli anni ’90 e il brillante e provocatorio ‘The President’s Last Bang’, sull’assassinio del dittatore Park Chung-hee, per la prima volta, in Italia, in versione integrale.
La dura e perversa realtà di una parte della società coreana è raccontata con sarcasmo anche da Lee Jae-yong in ‘Dasepo Naughty Girls’, passato all’ultima edizione del Festival di Berlino. E’ una commedia pop e sexy, un musical squilibrato e satirico: è l’analisi impietosa e pungente dell’asfissiante e ipocrita istituzione scolastica coreana e, per estensione, dell’intera nazione. Senza peli sulla lingua, non risparmiando colpi bassi, affrontando di petto temi anche scomodi, Lee Jae-yong riveste una stralunata commedia corale di toni molto più stratificati e sofisticati di quanto il pubblico si possa aspettare: povertà, discriminazioni razziali, bullismo, relazioni illecite insegnante-alunno, prostituzione delle liceali.
Da segnalare la proiezione del pirotecnico film in costume ‘The King and the Clown’ che, in Corea, ha battuto lo scorso anno tutti i record d’incassi. Grande budget e immenso successo al botteghino. Non mancano inoltre film rigorosamente d’autore, come ‘Woman on the Beach’ di Hong Sang-soo, vero regista di culto fra i cinefili francesi, considerato da molti critici occidentali come la più valida alternativa a Kim Ki-duk. Oltre alla proiezione in anteprima nazionale di ‘Kim Ki-duk Cineaste de la beautè convulsive’, il documentario su Kim Ki Duk girato dal regista Antoine Coppola, il pubblico italiano potrà finalmente vedere in versione originale con i sottotitoli italiani ,‘Time’, l’ultimo capolavoro di questo grande regista.
Particolarità della 5a edizione del Samsung Korea Film Fest sarà la stipulazione del Patto d’Amicizia tra Firenze e Jeonju, sede del JIFF (Jeonju International Film Festival) e città rinomata in Corea per la vivace vita culturale. Per la celebrazione del Patto d’Amicizia arriverà a Firenze il sindaco e una delegazione sud-coreana della cittadina di Jeonju, che sarà ricevuta in Palazzo Vecchio dall’Assessore alle relazioni internazionali del Comune di Firenze, Eugenio Giani, il 27 marzo.
Mi piacerebbe tanto andare a vedere almeno un paio di questi film anche se immagino sia dura trovare qualcuno che mi accompagni.. già vedere un film giapponese ti guardano storto, mi immagino un film coreano magari con i sottotitoli!!
Info, prezzi e programma su www.koreafilmfest.com
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