Sabato scorso i miei amici seo erano andati a cena al Cavolo Nero ma io non avevo potuto mangiare nulla perchè stavo male. Li avevo invidiati troppo mentre vedevo passare i piatti.. la tagliata di tonno che ha preso Annamaria e la carne che ha preso Giulio, oltre ai maltagliati di Enrico Altavilla..
E il posto mi era sembrato delizioso.
Così per una volta, ho deciso di osare un conto più sostenuto a favore di una cena delicata e un ambiente raffinato.
Non me ne sono pentita.
Certo quando ti siedi e vedi i secondi a 18-20 euro, gli antipasti a 12 euro, i primi a 16 euro, il coperto 3 euro.. ti spaventi un po'. Ma mi sono detta per una volta..
E in effetti li valevano tutti.
Io ho preso come antipasto uno sformatino di cavolfiore in salsa tartufata di parmigiano che era divino (servito in un buffo piatto triangolare). La persona che era con me ha preso invece un caprino caldo in crosta con salsa di olive e miele: FAVOLOSO. Non saprei dire quale dei due fosse più buono, ma una delicatezza di sapori così ben miscelata era tanto che non la sentivo. Se non avessi letto sul menù che il mio sformatino era di cavolfiore non l'avrei mai detto.
Di secondo ho preso un baccalà arrostito con fonduta di cipolla (molto buona) e per finire una tarte tatin di pera caramellata.
Alla fine non abbiamo poi speso tantissimo, non so perchè ci hanno tolto i coperti e il conto era sui 74 euro, quindi poco più di 35 euro a testa. Certo non è regalato, ma non è neppure caro per quello che abbiamo mangiato! (è vero, non abbiamo preso vino). L'ambiente e la bontà dei piatti, oltre alla gentilezza e discrezione del personale, valgono il prezzo della cena. Tante piccole accortezze che premiano (come ad esempio i crostini di pane al pomodoro, al nero di seppia e ad altri gusti mentre aspetti di mangiare..)
Se non potete affrontare una cena così ogni sabato sera, magari potete riservarla per qualche anniversario o compleanno. Devo dire che ogni tanto mangiare bene, in un ambiente tranquillo, senza caos e senza camerieri che ti buttano fuori, è piacevole e rilassante.
Non diresti mai che esiste un posto del genere in quel vicolo stretto di San Frediano!
Una ragazza seduta al tavolo accanto a me mi ha detto che in cucina c'era un famoso cuoco, proveniente da un ristorante di Prato. Io non lo conoscevo, ma se è il ragazzo che ho salutato uscendo (la cucina è a vista) gli faccio i miei complimenti. Ah c'era anche qui un cuoco giapponese!!
Dopo cena, due passi a piedi per San Frediano, fra un Dolcevita poco affollato (alle 22 è presto..) e un Hemingway deserto. Non abbiamo resistito! Trovare un tavolino libero all'Hemingway è talmente raro che mi ci sono fiondata. Il caffè non mi andava, così ho preso un te verde con riso soffiato: Geinmacha. Buono. (5.50 €).
Passando in auto invece ho visto la libreria la Citè piena di gente (ci doveva essere un concertino). Ma non mi sono fermata perchè per una volta che ci riesco con gli orari ho deciso di andare al cinema, a vedere Irina Palm. Un film un po' diverso dai soliti, a tratti comico, a tratti drammatico. Molto delicato. E con il pubblico più elevato d'età e gay friendly che mi sia capitato negli ultimi tempi!
E il posto mi era sembrato delizioso.
Così per una volta, ho deciso di osare un conto più sostenuto a favore di una cena delicata e un ambiente raffinato.
Non me ne sono pentita.
Certo quando ti siedi e vedi i secondi a 18-20 euro, gli antipasti a 12 euro, i primi a 16 euro, il coperto 3 euro.. ti spaventi un po'. Ma mi sono detta per una volta..
E in effetti li valevano tutti.
Io ho preso come antipasto uno sformatino di cavolfiore in salsa tartufata di parmigiano che era divino (servito in un buffo piatto triangolare). La persona che era con me ha preso invece un caprino caldo in crosta con salsa di olive e miele: FAVOLOSO. Non saprei dire quale dei due fosse più buono, ma una delicatezza di sapori così ben miscelata era tanto che non la sentivo. Se non avessi letto sul menù che il mio sformatino era di cavolfiore non l'avrei mai detto.
Di secondo ho preso un baccalà arrostito con fonduta di cipolla (molto buona) e per finire una tarte tatin di pera caramellata.
Alla fine non abbiamo poi speso tantissimo, non so perchè ci hanno tolto i coperti e il conto era sui 74 euro, quindi poco più di 35 euro a testa. Certo non è regalato, ma non è neppure caro per quello che abbiamo mangiato! (è vero, non abbiamo preso vino). L'ambiente e la bontà dei piatti, oltre alla gentilezza e discrezione del personale, valgono il prezzo della cena. Tante piccole accortezze che premiano (come ad esempio i crostini di pane al pomodoro, al nero di seppia e ad altri gusti mentre aspetti di mangiare..)
Se non potete affrontare una cena così ogni sabato sera, magari potete riservarla per qualche anniversario o compleanno. Devo dire che ogni tanto mangiare bene, in un ambiente tranquillo, senza caos e senza camerieri che ti buttano fuori, è piacevole e rilassante.
Non diresti mai che esiste un posto del genere in quel vicolo stretto di San Frediano!
Una ragazza seduta al tavolo accanto a me mi ha detto che in cucina c'era un famoso cuoco, proveniente da un ristorante di Prato. Io non lo conoscevo, ma se è il ragazzo che ho salutato uscendo (la cucina è a vista) gli faccio i miei complimenti. Ah c'era anche qui un cuoco giapponese!!
Cavolo Nero
Via dell'Ardiglione 22/r
tel. 055-294744
se volete saperne di più su questo ristorante ecco il sito con la storia »
Via dell'Ardiglione 22/r
tel. 055-294744
se volete saperne di più su questo ristorante ecco il sito con la storia »
Dopo cena, due passi a piedi per San Frediano, fra un Dolcevita poco affollato (alle 22 è presto..) e un Hemingway deserto. Non abbiamo resistito! Trovare un tavolino libero all'Hemingway è talmente raro che mi ci sono fiondata. Il caffè non mi andava, così ho preso un te verde con riso soffiato: Geinmacha. Buono. (5.50 €).
Passando in auto invece ho visto la libreria la Citè piena di gente (ci doveva essere un concertino). Ma non mi sono fermata perchè per una volta che ci riesco con gli orari ho deciso di andare al cinema, a vedere Irina Palm. Un film un po' diverso dai soliti, a tratti comico, a tratti drammatico. Molto delicato. E con il pubblico più elevato d'età e gay friendly che mi sia capitato negli ultimi tempi!
alla faccia ti tratti proprio bene eh :P
RispondiEliminao' nelli
RispondiEliminada quanto tempo te lo dicevo ???
:-P
Ganzo il Cavolo Nero. Quando facevo la concierge a Firenze lo consigliavo. Ci ho mangiato anche e mi è garbato parecchio ma grazie al cielo non pagai io.
RispondiEliminaIrina Palm lo vorrei vedere maremma cane ma non lo passano da queste parti...
una volta ogni tanto.. considerato che era da 2 settimane che non facevo una cena decente per colpa del dente..
RispondiEliminaper giulius cerca di vederlo, è carino!
Ciao Elena,
RispondiElimina(spero di poterti dare del tu !) ti
ringrazio molto per i commenti
positivi apparsi sul tuo blog.
Sono contento che tu abbia avuto
un' impressione così positiva dal
nostro ristorante.
Il ragazzo che è a capo della cucina si chiama David ed è, se posso
dirlo, un mio allievo.
Ha sempre avuto una buona mano, e soprattutto tanta voglia di imparare
nuove tecniche e nuovi piatti.
Nel 2001 si lincenziò per seguire un mio ex socio che, insieme alla famiglia
Pandolfini aprì a Prato il ristorante Accanto a Mattonella (situato
appunto accanto al famoso biscottificio di proprietà della famiglia
pratese).
Da lì, anche a seguito della chiusura del ristorante, ha fatto altre due
esperienze prima di ritoranare finalmente ...all'ovile :-)
Il ragazzo giapponese si chiama Kazuhiro (Kazu) ed è il suo secondo; è
già quasi un anno che lavora alle mie dipendenze e devo dire che il suo
impegno costante ha fatto crescere molto la nostra cucina dal punto di
vista dell'organizzazione e della rifinitura dei piatti.
Un saluto cordiale.
Arturo Dori
la cioccolateria Hemingway a me non è piaciuta affatto. I camerieri sono scortesi e lenti, la pulizia lascia molto a desiderare (se ci andate notate come trattano le torte!!) e la cioccolata non era niente di speciale, anzi.
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