L'ho già scritto in passato: i libri di Terzani mi hanno fatto conoscere la Storia di Paesi lontani e nel caso della Tailandia hanno fatto sì che decidessi di farci un viaggio. Oltre a scrivere in modo ironico e intelligente, Terzani ha avuto il prezioso compito di far luce su alcune vicende storiche che qua in Occidente, almeno in quegli anni, erano per lo più ignote. Rischiando spesso la vita.
Per questo segnalo, per chi può andare, l'incontro con la moglie Angela Staude, domani pomeriggio (mercoledì 9 aprile) alle 17.30 a Palazzo Vecchio. L'occasione sarà la presentazione del libro postumo di Terzani «Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia»
E' una nuova raccolta di articoli, alcuni inediti, di Tiziano Terzani, che ripercorrono gli ultimi 20 anni di storia cambogiana. La vittoria e la dittatura dei Khmer rossi, lo sterminio di quasi un intero popolo, la conquista vietnamita, il ritorno del vecchio re, fino al processo intentato dal tribunale dell'Onu ai criminali di guerra. La prima e la più grande delusione del giornalista che aveva creduto in gioventù nell'ideologia comunista.
Gli articoli sono apparsi nei giornali, tre o quattro sono stati pubblicati anche nel volume "In Asia". Ma qui sono pubblicati nella loro ininterrotta continuità, dal 1972 al 1996.
La moglie Angela Terzani Staude, che è la curatrice del volume, nella prefazione del libro racconta ai lettori chi era davvero Tiziano Terzani. La sua inesauribile forza che viveva e si rigenerava nel cercar di capire il mondo per raccontarcelo, nel modo più onesto possibile. A chi le chiede se la figura del marito sia stata strumentalizzata dai media, lei risponde:
«No, non strumentalizzata. Forse lievemente isolata dalla storia intera della sua vita. L'ultimo Terzani, quello con la barba, non era sceso come un guru dall'Himalaya. Aveva alle spalle una storia drammatica di quasi trent'anni di guerre e rivoluzioni cui aveva partecipato da testimone oculare, spesso mettendo a rischio la propria vita, finché sono tramontate le sue speranze politiche».
Il libro racconta, tra le righe, anche come si faceva il giornalista dal fronte e da lontano solo fino a 20 anni fa. Quando, senza internet, senza telefonini, un giornalista per mandare il suo pezzo aveva bisogno di giorni.
Sto rileggendo in questi giorni "Giorni Giapponesi" scritto proprio dalla moglie nei 5 anni (prima degli anni '90) in cui lei e Terzani vissero a Tokyo: un ritratto spietato ma anche divertente di una società che ho avuto modo di conoscere anche io.
Anche lì: avevano già visto quello che noi vediamo oggi...
Non so se riusciro' ad andare, mi piacerebbe, fosse anche solo per ascoltare di persona le parole della signora Terzani.
Anche lì: avevano già visto quello che noi vediamo oggi...
Non so se riusciro' ad andare, mi piacerebbe, fosse anche solo per ascoltare di persona le parole della signora Terzani.
non c'entra niente ma volevo manifestare la mia solidarietà ai francesi che sono riusciti a far spegnere la fiamma olimpica.
RispondiEliminaMi associo al tuo pensiero..a Londra non ci erano riusciti!
RispondiEliminaeccomi qui con un sagace consiglio
RispondiEliminauno dei più bei libri di viaggi che ho letto è questo
IN SIBERIA
Colin Thubron
http://www.ponteallegrazie.it/scheda.asp?editore=Ponte%20alle%20Grazie&idlibro=2118&titolo=IN+SIBERIA
di terzani ho letto più d'un libro ed anche di altri autori 'cult', bello & vero come questo (a mio parere) nessuno !
Mi associo anche io...proprio ieri sera mi sono trovata a discutere con chi sostiene che "certi atti sono discutibili e non servono a niente"...certo, peccato che ragionando così nessuno fa mai niente perchè tanto "a niente" serve...ed è proprio questo atteggiamento apatico e l'essere entrati in questa spirale del "che lo faccio a fare, tanto non serve a niente" che, secondo me, ha portato il mondo allo stato attuale...mi vengono i nervi quando sento dire certe cose e mi commuovo quando vedo qualcuno che invece ha il coraggio di metterci la propria faccia e il proprio corpo per difendere i diritti di qualcun altro...certo, visto che ormai quando si investe qualcuno invece di soccorrerlo si scappa, c'è da meravigliarsi se il mondo va storto? Bisognerebbe fermarsi a pensare che ciò che succede dall'altra parte del mondo non è detto che, perchè è lontano, un giorno non possa capitare anche a noi...scusate se mi dilungo, ma davanti a certe cose mi arrabbio tanto tanto.
RispondiElimina“Un altro giro di giostra. Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo” il mio incontro prezioso con Terzani è avvenuto con questo libro … ma chiamarlo libro è forse riduttivo, è una lezione di vita che parla di morte… un grande invito a viaggiare dentro noi stessi… non sono molte le persone che vorrei o avrei voluto conoscere ma Terzani è senz’ombra di dubbio una di queste…
RispondiEliminaChe passa la fiamma olimpica da Firenze? ^_^
RispondiEliminano...ma se passava!!!
RispondiEliminala si sengea....
RispondiEliminaeh eh
RispondiEliminagrazie per i commenti :)
vi adoro!
Oh nelli, un c'entra nulla ma...lo sai che la mia creatura ieri è sbucata in televisione???? A festa Italiana su Rai Uno è passato il servizio sulla visita di napolitano a Firenze...mio babbo era con lei al piazzale e lo hanno intervistato..e mio babbo alla domanda come mai si chiama Fiorenza ha risposto :"fiorenza..in onore della Fiorentina e soprattutto di Firenze!"...mitico babbo, un moto d'orgoglio si è impadronito di me!!!!
RispondiEliminaBuongiorno a tutti
RispondiEliminaMi associo totalmente sulla fiaccola olimpica, però, mi spiace dirlo, ma non serve a niente. Si dovrebbero boicottare le olimpiadi, non la cerimonia inaugurale, i giochi veri e propri. Nessuno dovrebbe andare, mettere piede in Cina se i cinesi non fanno qualcosa. Ma ve l'immaginate? con tutti gli interessi economici che ci sono? Tutto si svolgerà più o meno regolarmente e la Cina avrà la sua vetrina e i tibetani le solite mazzate. Nel mio piccolo, non servirà a niente, ma io non guarderò le Olimpiadi, se non cambia nulla.
Ciao da Silvia
Guarda, io sono contrario al boicottaggio degli atleti solo perché c'è gente che si fa il **** per anni solo per quell'appuntamento, e saltare un'edizione potrebbe significare per molti perdere l'unica occasione della propria vita.
RispondiEliminaPerò non dovrebbe andarci nessun altro tranne gli atleti, ma ti immagini?
Nelli, la mia mamma invece compie gli anni oggi!
RispondiEliminaNon c'entra niente, ma...ocsì!
Lucy
Mi associo alla solidarietà ai francesi che hanno la rivoluzione nel sangue...e ogni tanto ci vuole...
RispondiEliminaUna notevole lezione di vita quella di Terzani!! Poco tempo fà mi è capitato di vendere il figlio intervistato da dari Bignardi alle Invaioni Barbariche....che dire... un personaggio!!!
RispondiEliminaMi associo ai vostri commenti, ma a differire del boicottagio dei giochi olimpici nessun comitato avrebbe dovto assegnarle dall'inizio alla Cina, ma lo sappiamo purtroppo come funzionano certe cose, gli interessi ci sono ...eccome... a livello mondiale e vanno al di sopra di tutto, per non parlare anche dei nostri imprenditori italiani....triste, veramente triste....solo interessi economici, costi quel che costi, andando contro tutto, la dignità umana, i diritti umani, la libertà di parola e d'espressione.....tutti lì....falsi impotenti col dito puntato contro la dittatura, quando poi si fanno affari milionari con questo regime!!!!!
Giusto Nelli. Questa volta i francesi mi sono proprio piaciuti. Dobbiamo mandare un segnale forte alla Cina, a quelli che sono sul ponte di comando e pensano ancora che la storia la possano scrivere (e trasformare)come gli pare. Che possono sterminare 1,2 milioni di tibetani nell'indifferenza di tutti. Il motto migliore delle Olimpiadi rimane sempre lo stesso: non si gioca con i diritti umani. FREE TIBET!! Terzani ha contribuito enormemenete (come per te Nelli) ad aprire la mia mente a quel mondo, a vedere le cose in modo diverso, a cercare di capire -in maniera completamente diversa- il mondo che ci circonda. Se potete guardate il DVD "Tibet, il grido di un popolo" (Tibet, cry of the snow lion)........ resti senza parole. E leggete Terzani!
RispondiElimina..le Olimpiadi dovrebbero essere sinonimo di pace, di coesistenza civile tra culture, uomini, religioni e modi di vivere differenti! trovo assurdo che a rappresentare tutto questo sia proprio uno stato come la Cina, che reprime ed assassina persone che senza armi lottano, camminando a piedi nudi per le strade! …
RispondiEliminamitica michela! e soprattutto mitica famiglia morini!!! la fiorenza in tv eh eh
RispondiEliminacerto che in effetti a chiamarla così era il minimo che ve lo chiedevano!
per martin: si anche io la penso così; gli atleti dovrebbero andarci, gli altri no.
in parte forse è vero che non si può far molto, ma credo che ognuno nel suo piccolo possa fare qualcosa.
a parigi sono stati grandi.
mio fratello ha deciso di non andare più al cinese. mi ha detto "è utopia pensare di non comprare cose che non siano fatte in cina, ma almeno qualche piccola abitudine posso cambiarla".
auguri alla mamma di Lucy.
lo sai che io domani sera come regalo la porto a cena fuori a una degustazione di formaggi?
www.petitiononline.com/fortibet
RispondiEliminaGrande tuo fratello!!! bella, ma bella idea...tanto, se non si comincia da qualche parte...ti farei vedere come gongolava il mio babbo...la teneva in collo neanche fosse un trofeo...i genitori quando diventano nonni rimbischeriscono a bestia.
RispondiEliminaNella home page di yahoo si parla del world freezy day!!!!!
RispondiEliminaMagari c'è anche Firenze....
BB
ehm
RispondiEliminama c'è qualcuno che pensa realmente che - a fronte dei miliardi, decine/centinaia di miliardi di dollari che rappresenta la Cina - il boicottaggio (che non si farà) serva a qualcosa ?
Chi è disposto a rinunciare ai plasma, o agli ipod, o alle nike, o ai calzini (ebbene si circa l'80% dei calzini che usiamo è prodotto in un limitato distretto industriale della cina) o a (praticamente tutti) i giocattoli per bambini ?
Io credo che il punto non sia "boicottare" un paese (credo che tutti ci rendiamo conto che la cosa non sia nè fattibile nè per certi versi utile)...ma semplicemente mettere l'accento su qualcosa, compiere una azione simbolica...non credo che nessuno di coloro i quali hanno tentato di spengere la fiamma olimpica creda seriamente di poter boicottare le olimpiadi...credo semplicemente nell'intento di tenere alta l'attenzione su un problema ben più serio. Non parlare mai di una cosa di certo non la risolve..e pensare "non serve a niente" non serve veramente a niente.
RispondiEliminale persone non sono quello che dicono.... ma per quello che fanno...
RispondiEliminacome spesso accade, michela riesce a esprimere il mio pensiero (anche meglio di me!)
RispondiEliminaè evidente che non possiamo bloccare certi meccanismi economici mondiali.
ma attirare l'attenzione e far riflettere l'opinione pubblica su certe questioni può servire. piccoli grandi gesti simbolici aiutano a far parlare di cose che altrimenti finirebbero nel dimenticatoio.
Temo che sia sbagliata la sottovalutazione dello strumento boicottaggio… io credo nell’efficacia di questo mezzo… ma è uno strumento partecipativo e in quanto tale richiede l’impegno di ogni singolarità; singolarità che oggi possono contare, su un alleato impareggiabile quale è la rete … l’oceano è pur fatto di gocce!
RispondiElimina…. infine ognuno di noi è sicurmante libero di attuare una sorta di boicottaggio di coscienza contro un'attività che considera contraria ai propri principi …!
eh cara Nelli...troppo buona...mi conosci, lo sai che certe cose mi fanno infervorare. Io penso sempre che ciò che tocca a qualcun altro, non è detto che prima o poi non possa toccare a noi...è un po' come succede oggi in italia...lasciamo che tutto ci travolga "tantocosavuoichecambi"...nessuno scende più in piazza a protestare se 100 disperati rischiano il posto di lavoro ("tantonontoccaame"..eh certo, stavolta no, ma non si sa..) lasciamo la piazza ai poveri disperati di turno che la loro faccia almeno provano a mettercela; magari non cambierà mai niente..ma parlare e ricordare serve sempre a qualcosa, anche se solo un orecchio fra tanti sta a sentire...e francamente non trovo che spengere la fiaccola olimpica sia un gesto mostruoso o lesivo; anzi, sarò impopolare, ma lo trovo un gesto civile di protesta...certo è vero...le mazzate per ora se le prendono solo quei pochi monaci tibetani...
RispondiEliminanon posso fare a meno di citarla:
RispondiElimina"Ogni cosa che facciamo è come una goccia nell'oceano, ma se non la facessimo l'Oceano avrebbe una goccia in meno"
Madre Teresa di Calcutta.
non possiamo... non possiamo... non possiamo... basta con questo perbenismo assurdo, tutti vogliamo vivere bene, andarci a prendere il nostro aperitivo andare nel locale sempre nuovo, vestirsi alla moda.... ma basta pensare solo a queste cose!!! Un tempo e non molti anni fa i nostri nonni hanno lottato per ottenere i diritti che ora noi godiamo, perchè per tutto ciò che ci siamo ritrovati quancuno a lottato per un ideale!!!!
RispondiEliminaio direi che le mazzate se le prendono in tanti, in giro per il mondo, mentre noi facciamo la vita comoda & protestiamo spegnendo la fiaccola & c
RispondiEliminanon so se ricordate cosa faceste il 15 febbraio 2003 ; io ero a roma alla marcia della pace contro la guerra in Iraq: risultato dei milioni di manifestanti pacifici in piazza in tutto il mondo ? centinaia di migliaia di morti in Iraq & dintorni, la guerra continua tuttora ....
quel che volevo esprimere è il mio scetticismo verso le forme di protesta che non prevedono interventi di pressione economica sostanziali
e oggi come oggi credo nessuno possa imporre qualcosa alla cina senza pagare un duro prezzo in termini economici .....
pensieri in libertà
@bijoux
RispondiEliminagli affari non sono milionari ma multi-miliardari ....
qualcuno forse ricorderà lo stimato ex-presidente Ciampi in visita in Cina (2004) ?
altro che boicottaggio ...
la mia non voleva essere polemica sabino...quando hai partecipato alla marcia della pace lo hai fatto pensando che tanto non sarebbe servito a niente? Credo che il solo fatto di avervi partecipato sia servito a qualcosa, anche solo a vedere che per fortuna ci sono milioni di persone che almeno ci provano a cambiare le cose, silenziosamente e civilmente; se nessuno lo avesse fatto nessuno ne avrebbe parlato...e basterebbe che ognuno di noi, nel suo piccolo, facesse qualcosa per gli altri ogni giorno allora forse le cose andrebbero meglio...boicottare economicamente non mi sembra una via percorribile...mi sembra molto più percorribile partecipare ad una marcia in modo civile, scendere in piazza a difendere il diritto di qualcun altro, aiutare anche solo una vecchina ad attraversare la strada e dare anche una piccolissima parte del proprio stipendio a qualcuno per il quale quella piccolissima parte vuol dire moltissimo, educare in questo senso i tuoi figli oggi perchè domani il mondo sarà loro...e, perchè no, cercare di mettere l'attenzione "simbolicamente" su un problema...magari oggi non si risolverà, ma domani chi lo sa; ecco, volevo dire soltanto questo.
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RispondiEliminalungi da me far polemica, ugualmente;
RispondiEliminama la storia delle gocce che fanno l'oceano mi pare tanto romantica quanto inefficace
soprattutto quando, palesemente, la maggior parte di noi occidentali è molto poco propensa a pagare il prezzo della fermezza ideologica (ovvero tutto ciò che comporterebbe mettersi veramente contro la Cina), o sbaglio ?
:-)
that's it
forse sarò una sognatrice Sabino...ma "la maggior parte di noi occidentali" per fortuna non vuol dire "tutti gli Occidentali"...ed è vero, magari una goccia è un'idea romantica...ma tante piccole gocce aiutano tanti assetati che senza quelle gocce lo sarebbero di più...e credimi, non è demagogia...parlo di chi fa volontariato, di chi adotta bambini a distanza, di chi aiuta anche solo un cane del canile, di chi va a dare una mano alla mensa dei poveri, di chi devolve i soldi che andrebbero spesi per i fiori a un funerale a un'associazione di volontariato; mi piace pensare che fortunatamente al mondo ci sono moltissime persone che fanno qualcosa per gli altri...il problema Cina/Tibet non è certo risolvibile adesso sul momento...ma sai che conosco un ragazzo di 16 anni che a stento sa cosa significa la parola "olocausto"? E sai perchè? Perchè nessuno , soprattutto a scuola, gliene ha parlato...perchè la memoria si perde, perchè di certe cose non si parla abbastanza...prova a chiedergli cosa sta capitando ai monaci tibetani? La risposta è "e chi sono"? questo volevo intendere io...almeno facciamo qualcosa che serva a parlarne...e forse un giorno certe cose succederanno di meno.E' vero, magari sono una sognatrice che rimarrà delusa...ma magari no, e tentare non nuoce a nessuno.
RispondiElimina… personalmente ho “tralasciato” le migliaia di persone che vengono prese a mazzate ogni giorno in varie parti del mondo non certo per inconsapevolezza… ma per ovvi motivi di spazio!...
RispondiElimina...Madre Teresa si definiva una goccia, definirla "inefficace"... bhè....
pensieri in libertà....
La storia delle gocce che fanno l'oceano l'ha detto una certa Madre Teresa di Calcutta, e non è stata detta così tanto per fare una frase "romantica o inefficace", forse dietro quelle parole c'è una vita dedicata al sacrificio e agli altri.
RispondiEliminaQualcuno di voi ha avuto occasione di leggere l'intervista a Paolo Villaggio sull'ultimo numero di vanity Fiar...mi sembra che definisca Madre Teresa una "carogna" come lo sono tutti i Santi, e un "un topo rugoso" o giù di lì...ecco, a me Villaggio stava anche simpatico...ma il voler essere provocatorio a tutti i costi nel caso di madre Teresa francamente se lo poteva risparmiare. In quanto essere umano anche lei avrà avuto sicuramente i suoi difetti e i suoi limiti, ma credo che sia un personaggio del quale, soltanto per ciò che di buono ha fatto e per l'esempio che ci ha COMUNICATO,non ci si possa permettere di discutere..
RispondiEliminaNon ho letto l'intervista ma data l'enorme presenza di personaggi "discutili" che ci sono in giro per il mondo
RispondiEliminasarei proprio curiosa di sapere come mai Paolo Villaggio abbia sentito proprio la necessità di "giudicare" Madre Teresa di Calcutta...
Scusatemi...ma nessuna guerra, nessuna repressione troverà la parola FINE...finchè dietro ci saranno tanti, troppi interessi proprio di quei paesi che puntano il dito ed inneggiano a qualche intervento provvidenziale!!!
RispondiEliminaOggi è il turno della Cina, ma i diritti umani vengono calpestati tutti i giorni in ogni angolo della terra, ci sono luoghi in cui, da decenni, le guerre civili hanno sterminato popolazioni intere e nessuno a mosso un dito, l'indifferenza totale......ma come mai???
Ma quanti prodotti importati in Itali, in Europa vengono proprio da là?? Una moltitudine....tutto MADE IN CHINA....basterebbe non farli entrare, ma il mio è un punto di vista opinabile, per certi versi troppo semplicistico, ma è la verità......proprio stamani leggevo un articoletto in cui si elencava il numero di di arresti dal mese scorso ad oggi di Tibetani coninvolti presumibilmente nei disordini in Tibet: 953 gli arresti, 403 saranno processati, questo ovviamente reso pubblico dal capo del governo della regione autonoma tibetana mica da dal governo cienese....questo stà a significare che veranno incriminati, processati, runchiusi nelle loro prigioni e torturati....solo pochissimi sopravvieranno e potranno raaccontare quello che il resto del mondo sà, ma fa finta di niente e stà a guardare, magari anche con una certa insofferenza perchè chi lo racconta non ha più dennti in bocca e non ha più i piedi......a causa delle peggiori torture!!!!!!!!
Buona giornata
se ti capita, leggila...a me questa volta la sua vena provocatoria a tutti i costi ha dato abbastanza fastidio.
RispondiElimina@bijoux
RispondiEliminatutto il mondo sa...ma pourtroppo non tutti tutti sanno ciò che veramente viene inflitto. Scusate se mi ripeto...avrei voluto fare l'insegnante, ma non l'ho fatto: ma vi rendete conto di che valore avrebbe se gli insegnanti facessero VEDERE, SENTIRE, LEGGERE ai ragazzi, e se DISCUTESSERO con loro a scuola di queste cose? E certo, fargli vedere che ci sono uomini senza denti e senza gambe perchè hanno subìto torture...e se i genitori la sera davanti a un telegiornale parlassero con i propri figli di ciò che succede nel mondo e gli insegnassero che AL MONDO C'E' CHI SOFFRE E CHE QUELLO CHE HANNO NEL PIATTO ALTRI NON LO HANNO? Queste cose mi fanno veramente tanto male al cuore, perchè penso che basterebbe tanto poco per insegnare e far capire..e invece li facciamo vivere in un mondo ovattato, nella bambagia, nel menefreghismo, dandogli di tutto e di più...senza lasciargli sviluppare un senso critico, senza insegnargli che nella vita ci può e ci si deve anche ribellare.
ehm
RispondiEliminaanch'io avevo sentito voci critiche su madre teresa di calcutta, non da parte di fantozzi, però
mò vedo di trovare ...
e ricordate che dopo la Cina, come numero di esecuzioni capitali, c'è the Us of A, il paladino delle libertà mondiali che peraltro ha la più estesa popolazione carceraria del mondo (e guarda caso tale popolazione carceraria è prevalentemente rappresentata da afroamerica) ...
a tal proposito chi ha tempo e voglia visiti
gregpalast.com
e si legga il di lui libro
MANICOMI ARMATI
Chi ha paura del lupo Osama?
giusto così, per fare un pò di confusione ulteriore ... :-)
RispondiEliminaOh, facciamola dai un po' di confusione...che 'sto mondo mi sembra così apatico e piatto!:)...siccome mi sembra di capire che sei un buon lettore, consiglio OBLOMOV di Goncarov...un bel ritratto di personaggino che rispecchia tanto il mondo di oggi...
RispondiEliminaio personalmente non ho partecipato alla Marcia della Pace (che è come dire manifestiamo contro le cose brutte.. è un po' generico). invece approvo azioni mirate specifiche (e inoffensive) come quella della fiaccola.
RispondiEliminapoi: servano o non servano, se ne potrebbe discutere per ore.
ma su una cosa do ragione a Michela: le nuove generazioni si stanno già scordando dello sterminio degli Ebrei, e a stento sanno dove sia la Cambogia (figurarsi sapere che sono stati sterminati, spesso a bastonate, 2 milioni di persone, fra cui molti mabini). E' nostro DOVERE parlare di certe cose e magari fare un po' di clamore.
Terzani su questo è stato un grande giornalista: di persona e rischiando la vita (leggete l'episodio del collega Usa che ha varcato il confine ed è stato trucidato dai Khmer rossi). E per voler dire la sua è stato pure ESPULSO DALLA CINA.
se ignoriamo quello che succede e non ne parliamo, finirà che un giorno qualcuno dirà ah ma chi erano i monaci tibetani?
è evidente che noi non possiamo bloccare giganteschi meccanismi economici (io ricordo che non solo Ciampi ma tanti altri politici italiani sono andati a fare public relation in Cina). ma dobbiamo evitare che si taccia su certe cose.
sull'America si comincia (finalmente) a dire tanto (Moore docet); ma è ora di far chiarezza su quei Paesi dove è negata la libertà d'espressione, dove non puoi nemmeno dire mezza parola sbagliata e finisci diritto in galera (se non ammazzato e torturato): Cina, Birmania, Cuba, Iran (avete visto quel piccolo gioiellino di Persepolis?)...
@Michela
RispondiEliminaSono d'accordo con te sul fatto di di insegnare nelle scuole non solo la storia passata, ma quella attuale, reale, di tutti i giorni....quella che ci circonda!Tutti i giorni dovremmo riflettere veramente su quanto siamo fortunati, me lo ripeto spesso... la fortuna che ho, che ha mia sorella, i miei amici, di essere nati e cresciuti in una realtà in cui non esistono guerre, fame, morte, assenza di libertà....se non vedendo scene di bombardamenti e morti trasmesse in tv o nei Tg.....penso all'egoismo che ci circonda, penso a quello che potremmo e non facciamo, penso a quello che diamo a noi stessi e non agli altri, ma altrettanto penso a quello che di buono si può trasmettere ad un figlio, un bagaglio di cose positive che magari da grande potrà trasmetterà ad altri!!! Almeno questo potrei provare a farlo... è poco lo sò....ma meglio di trasmettergli il vuoto, gli darei dei valori!!!
@bijoux
RispondiEliminaNo no, non è affatto poco, sii sempre convinta di questo. Sfondi una porta aperta: per me l'educazione di un uomo nasce per prima cosa dalla famiglia, da come si viene educati e tirati su. Per me al momento è l'unico mezzo che abbiamo per cominciare a cambiare un po' le cose: insegnare a un figlio che DEVE AVERE UN'OPINIONE, che DEVE ESSERE RESPONSABILE DELLE PROPRIE AZIONI, che DEVE RISPETTARE, AIUTARE GLI ALTRI E IMPARARE DAGLI ALTRI, che deve LOTTARE PER SE STESSO e non si deve vergognare a farlo per gli altri, e soprattutto, che deve avere RISPETTO PER L'UOMO, GLI ANIMALI, L'AMBIENTE...e oggi come oggi bisognerebbe che gli insegnassero anche cosa significa avere un po' di SENSO CIVICO.
@michela
RispondiEliminaapprovo pienamente!!
@michela
RispondiEliminaconsigliami qualcosa che non ho letto
tu leggiti il 'mio' siberia e poi ne parliamo
:-)
ah, ma allora sei anche un appassionato di letteratura russa? Ok, appena riuscirò a riprendere in mano un libro (ahimè, al momento, fra lavoro full time e bimba poco dormiente, l'unico ritaglio per leggere sarebbe alle 3 di notte...ma la vedo dura) seguirò il consiglio! Thanks...anzi, guarda...spasiba!
RispondiEliminadasvidania !
RispondiEliminaanzi
RispondiEliminaleggiti il GRANDE varlam salamov con la sua epopea dei racconti della kolyma (se non l'hai letto) e parliamone
:-)
un pò quello che dice il petrini carlo con il suo "buono, pulito e giusto"
RispondiElimina... "buono, pulito e giusto" ... il cibo come "atto agricolo"
RispondiEliminaSabino non sono d'accordo con te. 8 mesi io ero in Tibet. Ho davanti a me le facce dei tibetani, sempre miti, sorridenti, curiosi, con il mulino di preghiera che gira, quelle dei monaci. I militari che marciavano fuori dai monasteri ("per proteggere i monaci"), la polizia che ci dava i tempi di percorrenza da una città all'altra. Il Dalai Lama è assente da casa sua. Assente vuol dire che è stato cancellato dalla storia: sono vietate le immagini, non può essere nemmeno nominato. La repressione della Cina nei confronti del popolo più pacifico del Mondo è insopportabile. E' un genocidio. Io non posso restare indifferente, anche perchè sono emotivamente coinvolto. Le Olimpiadi dovevano servire a far aprire la Cina al mondo esterno. Si era impegnata a garantire maggiore libertà e tutela delle minoranze, al rispetto dei diritti umani. Non ha fatto niente di tutto ciò. Quindi le Olimpiadi non si dovrebbero svolgere. Invece la fiaccola olimpica, segno di fratellanza e lealtà, passerà da Lhasa e sarà portata sull'Everest. Secondo loro sta transitando per tutto il mondo tra "folle festanti". Sul più importante portale cinese (sina.com) c'è scritto: "Tibet independence separatists' attempts to disrupt the Olympic torch relay were foiled by Paris police on Monday. Their activities have incited condemnations from the French public and overseas Chinese. A French citizen said, "I'm French. I support the Olympics and peace. I hope everyone can be happy. It's very regretful that there were interruptions. We support the Olympics and there should be no interference in China's internal affairs." Scusate la lunghezza ma troppi pensieri mi affollano la testa...........
RispondiEliminaehm
RispondiEliminanon vorrei pensiate che sono un Maoista e sono a favore della repressione in Tibet
penso che ogni tanto parte un treno, tutti a far lamentazione (per il tibet, la cambogia, l'indonesia) e poi poco accade ...
Io (e sono d'accordo con me stesso e chiunque la può pensar diversamente) credo che la sostanza delle cose, una vera marcia indietro, è possibile cambiarla provocarla con interventi incisivi e non con le manifestazioni.
E penso che il nostro tenore di vita (e dico nostro perchè mi ci metto anch'io) ci è talmente caro che non so quanti dei protestanti sarebbero pronti ad intaccare concretamente i loro stili di vita (vestiti, accessori, fine settimana, l'appartamento ben riscaldato) per mettersi contro la cina a favore dei tibetani
il resto, permettetemi, sono belle parole che non cambiano nulla: cambiano che forse ci sentiamo in pace con la nostra coscienza ed i tibetani (o gli operai cinesi che lavorano come si lavorava nel 1800 in Inghilterra) continueranno la loro solitaria battaglia
that's it
(per ora)
Sabino spesso ha il dono illuminato e illuminante di riuscire a sintetizzare la REALTA' dei fatti.
RispondiEliminaTanto per uscire dalla (solita) demagogia, la discussione non verte su: "è giusto che la Cina tenga da decenni instato di schiavitù la popolazione tibetana" ma "cosa è giusto ma soprattutto PRODUTTIVO fare allo scopo di invertire la tendenza..
Ricorderei poi che purtroppo, il "problema cinese" non è inerente solo all'affaire Tibet ma anche all'interno di se stessa, alla sua popolazione. E' inquietante in questi tempi ricordarsi che essa si denomina PRC (People Republic of China)...
Ma davvero si può pensare che marciando incazzati controquesta situazione, la gerontocrazia cinese si convinca ? Ma qualcuno di quelli che pensano in tal modo, ha sentito i cori di pernacchie prodotte dai sopra citatai dirigenti del partito, quando le Nazioni Unite od altri Stati ed organizzazzioni varie rivolgono a loro appelli o "minacce" ??
Vogliamo prendercela con gli imprenditori che vanno in Cina a produrre ? Quali ragioni portano un imprenditore a delocalizzare determinati tipi di produzioni ?
Per i costi ? Bene. Quanti di quelli che si strappano le vesti per questa situazione ed inveiscono contro gli imprenditori "infedeli", non attuano una frenetica ricerca per spendere di meno ? Sappiamo quale è, all'interno di un paino dei costi, l'incidenza di ogni singola componente di un prodotto ? Sappiamo che le materie prime od i componenti si acquistano e si spostano comodamente dalla propria scrivania ma che l'assemblaggio degli stessi in un prodotto, deve essere realizzato con il minor costo possibile e non è possibile "acquistarlo" dalla propria scrivania ? Conosciamo altresì quale è la reale situazione della mano d'opera cinese ? Sappiamo che è LA PIù SPECIALIZZATA AL MONDO, in relazione a determinati tipi di produzioni ? Sappiamo che non è poi così vero che sono pagati con una manciata di riso ?
Mi fermo qui. Chiedo perdono per l'eccessiva prolissità di questo intervento.. ci sarebbero molti altri argomenti da apportare ma..non penso sia giusto un monologo su questioni che sono tanto importanti.. Proprio per questo però, andrebbero trattate di testa e non di pancia.. Buona giornata a tutti.
mitico glock!!
RispondiEliminala prossima volta ti permetto di pagarmi la bifstek da Padellina, per premio
:-)
quindi, la soluzione quale è, sempre che ce ne sia una?
RispondiEliminadunque?
RispondiEliminacosa intendiamo per soluzione ?
RispondiEliminanon mi pare che esporre bandiere sia una soluzione, o sbaglio ?
RispondiEliminaUna premessa: non comprendo se il "dunque" di "anonimo", si riferisca al fatto che nessuno ha risposto alla domanda cheMichela ha posto (Quale è la soluzione, se ce n'è una..)
RispondiEliminaSE così fosse, caro anonimo, ricorda che questo Blog non è una "sfida" fra due opposte correnti di pensiero, nè chi offre il suo commento ad altri è obbligato a rispondere in tempo reale a domande che gli vengono poste.. Magari si sta lavorando e non si ha il tempo di essere presenti 24h. In più ma questo è un mio personalissimo pensiero e sentore, nutro sempre un pochino di sana e non belligerante diffidenza verso chi non si firma.. Comunque:
Michela, sarebbe troppo facile dirti che non sono così tanto stupido o presuntuoso dal dirti che una soluzione ad un problema di così ampi confini sia in mio possesso..nè mi pare di aver lasciato intuire che ci sia, preconfezionata.
Di certo, almeno per quanto mi riguarda, c'è la consapevolezza di cosa non serva allo scopo.
Quale è lo scopo ? Far terminare il "dramma del popolo tibetano" ?, "l'esilio del Dalai Lama" ? Vogliamo davvero dire che qualcuno potrebbe non essere d'accordo su questo ?
Ma realmente, una volta per tutte: scriva in risposta (magari non in forma anonima..)chi è convinto che marce, bandiere, manifestazioni, pur se a livello globale (anche se come sempre, non con un coordinamento centrale che darebbe a queste manifestazioni un leggerissimo peso in più), servano allo scopo ? Attenzione, sono stra-d'accordo e plaudo a queste azioni ma tra il plauso ed il ritenere che possano essere utili, ci sarebbe tanto da ragionare.. Ci ricordiamo le bandiere della Pace, messe su tutti i balconi d'Italia ? Quante ne sono rimaste ? Quanto sono "servite" allo scopo ? In cosa è finito tutto ciò ? Nel nulla..
Sapete quale è stato il risultato più positivo ? Il fatto che un paio di imprenditori hanno fatto il colpo della loro vita, facendo realizzare queste bandiere in nazioni che poco hanno a che fare con la pace e con lo sfruttamento del lavoro..
Certo, anche qui, non fatemi dire che "se viene scoperto un imprenditore italiano che sfrutta scientemente il lavoro minorile, concede salari da fame o in ogni caso, si macchia di peccati che l'etica dell'imprenditore, oltre che quella dell'uomo dovrebbe rifuggere, deve essere sanzionato in maniera esemplare" è DE-MA-GO-GI-A !! Questo non accade solo in cina ma anche in europa, in stati con i quali magari confiniamo.. e allora ? Anonimo, quando parti per le repubbliche ex sovietiche per la tua opera di esportazione della giustizia ? Per la Cina tanto, di li devi passare...
Sapete che il 92% dei circuiti che governano i vostri ed i miei cellulari, vengono in quel posto assemblati ? Che spesso l'intero telefonino è prodotto ed assemblato in Cina ?
Mi attendo un rogo dei vostri apparati in piazza Duomo, questo pomeriggio...o no ?Vogliamo parlare dei vostri e miei Computers ?
E di che altro ?
Chiudiamo con la Cina ? Perfetto. Quanto gliene fregherà ad una economia strutturata come quella loro, di una pulce come l'Italia ?
Ci rendiamo conto che continueremo ad acquistare i prodotti di cui sopra, e di altre milioni di categorie, da loro senza accorgercene ?
Ma davvero siamo sempre cosi onnipotenti da andare in giro per il mondo ad insegnare agli altri cosa e come devono farlo ? A manifestare contro la pena di morte (orribile), minacciando gli Stati Uniti NEL LORO PAESE, salvo poi farci ridere dietro, visto cosa accade da noiin termini di giustizia, carceraria e no.
Dobbiamo sempre trovare un dramma da adottare, forse per sentirci un poco più buoni.. purtroppo dovremmo sentirci migliori quando davvero abbiamo operato per essere parte di un cambiamento e penso, nella mia limitatezza che condannare, marciare ed appendere bandiere (ripeto per l'ultima volta: giustissimo ed apprezzabilissimo..)non sia la strada più produttiva.
Cara Michela, purtroppo la mia triste opinione è che vi siano dei terribili ma ineluttabili momenti storici che debbono per forza passare, trascorrere...Il cambiamento viene solo dall'interno, dalla presa di coscienza di un popolo e di una classe dirigente che il mondo intorno a loro è oggettivamente "diverso"..
Susciterò scandalo ma un altra mia forte convinzione è che i primi a beneficiare della crescita economica notevole che la Cina sta avendosaranno, non solo in termini economici ma a breve/medio termine anche sociali, sarà proprio la popolazione. Essa avrà preso coscienza che LORO sono la parte principale ed il motore di questa crescita e che le dinamiche economiche di un mercato globalizzato, fanno a pugni con l'ideologia politica regnante li ora.
Adoperiamo GLOBALMENTE azioni economiche corrette, come i dazi doganali, per colpirli nella loro economia.
Ri-scusate. Basta davvero e perdonatemi una volta in più la imperdonabile lunghezza eccessiva di questo mio intervento.
Andrebbe sviscerato in una bella serata trascorsa insieme, dopo cena, con una bottiglia speciale ed un buon sigaro. Toscano magari..
Io concordo con te...ma chiudo qui, dicendo che in qualche modo, qualunque esso sia, le coscienze devono essre smosse, in particolar modo quelle dei ragazzi, insegnando che non si pensa soltanto 5 minuti all'anno davanti a un gesto eclatante. Riripeto...sarò un'illusa, ma cerdo ancora nella capacità di ragionare dell'essere umano. Io al momento non ho altre soluzioni da proporre...ah, certo, a parte sostenere il Made in Italy, il Toscano - ahimè ma fumo Marlboro, scusate, le MS mi fanno un po' schifo!!! - Diego della Valle e la Fiorentina e la mozzarella di bufala! (mi concedo un po' di frivola leggerezza!!!!)
RispondiEliminaPer glock e sabino:
RispondiEliminalo so bene che commercialmente/economicamente siamo dipendenti dalla Cina.
Trovatemi un auto che non abbia qualche componente fatta in Cina o per citare l'esempio già detto anche un calzino non made in China!!!
lo so anche io che la nostra vita agiata e piena di cose si basa sulla pelle dei cinesi (e di tanti paesi del terzo mondo). e che pochi noi sarebbero disposti a rinunciare a tutto questo.
Fra parentesi: i cinesi non saranno tutti pagati con una ciotola di riso, ma certi articoli sui ritmi di lavoro e sul lavoro minorile li ho letti. Così come quelli in cui si racconta i 1000 modi usati oggi per "far morire di morte naturale" le neonate. Ma non voglio divagare troppo.
la conclusione quindi è: pazienza? non diciamo nulla?
non possiamo fare nulla?
anzi magari andare a Pechino a sventolare le bandiere rosse?
davvero, senza polemica, non capisco: ciò che mi state dicendo è che è inutile fare qualsiasi cosa?
che non c'è verso di sensibilizzare l'opinione pubblica?
mi conoscete, non sono certo un'ingenua che fa discorsi utopistici, so che il mondo ha delle regole che niente hanno a che fare con il rispetto della vita umana, ma solo con la logica economica. che i processi produttivi si spostano laddove convenga di più. e non sono fenomeni che puoi arginare per 4 monaci vestiti di arancione.
ma mi domando: allora non ha senso far nulla? non c'è verso si possano fare piccole cose che magari pero' portino qualche tipo di risultato?
per cui: ok parliamo con la testa e non con la pancia (o il cuore) e discutiamo in maniera intelligente.
c'è qualcosa che si possa fare?
ah scusa glock ho visto ora la tua ri-risposta.
RispondiEliminavedo che quindi, in sintesi, non hai una risposta.
tranne dire che le marce e le bandiere, per quanto onorate, non portino a nulla.
e che certe cose accadono storicamente e pazienza.
beh non mi piace questo atteggiamento.
anche io trovo stupido e inutile appendere una bandiera arcobaleno alla finestra (vi prego voi che l'avete messa, non vi offendete) ma far conoscere e parlare di quello che sta succedendo in Cina, in Birmania e una volta in Cambogia, mi sembra il minimo.
e se certi gesti innocui come quello di parigi creano "buzz" o disturbo ben vengano.
poi certo: gli Usa continuano la guerra in Iraq, i politici sono tutti corrotti, il terzo mondo muore di fame (se non si scannano prima fra etnie come succede in Africa) e noi ci crogioliamo con i nostri beni di consumo.
ah! che scema, mi devo ricordare di non rinnovare la mia tessera di Greenpeace quest'anno.
ovviamente posso/possiamo fare tante cose
RispondiEliminacome la povera Rachel
chiediamoci invece fino a quanto siamo disposti ad intaccare le nostre attuali modalità di vita: mi pare che son tutti molto preoccupati degli stipendi, dei weekend, delle vacanze, del tenore di vita ...
sennò laviamoci la coscienza sbandierando (non me ne voglia Silaip eh eh eh) la nostra contarietà e continuiamo ad avvantaggiarci del sistema così com'è ...
per fortuna sabino non sono tutti come te (o come me) :-)
RispondiEliminaconosco una persona che ha mollato tutto e ora vive in un orfanotrofio in Birmania.
e mia zia mi parla sempre di Alex Zanotelli che visse nelle favelas per non so quanto.
Purtroppo il rischio insito nello scrivere e non nel dialogare è questo: quello di essere non-compresi o fraintesi.
RispondiEliminaNo, perdonatemi ma non ho soluzioni praticabili per questo "problema". Tu le hai, Nelli ?
Scusa ma intendo per "soluzioni" qualcosa che possa portare ad una risoluzione di un problema.
Sennò, si chiama "sensibilizzare la gente verso il problema" che se permetti è un'altro film e soprattutto, non porta a soluzioni.
Importante sensibilizzare. Importantissimo ma...poi ?
La fase 2, qual'è ? Che strada percorriamo ?
Non vorrei essere stato scambiato per semplicistico, riguardo questo periodo: " purtroppo la mia triste opinione è che vi siano dei terribili ma ineluttabili momenti storici che debbono per forza passare, trascorrere...Il cambiamento viene solo dall'interno, dalla presa di coscienza di un popolo e di una classe dirigente che il mondo intorno a loro è oggettivamente "diverso".. ". Non propongo di "lasciare tutto come sta" e di suggerire loro di arrangiarsi. Coninuo fortemente a pensare che certe rivoluzioni epocali, interne ad una nazione, stato o regim,e che sia, abbiano necessità di tempo e di tempi che trascorrono intorno a loro a velocità diversa..
Se poi vogliamo, come ho scritto, imporre il nostro volere, la nostra pace, il nostro modo di pensare dall'esterno e non facendolo crescere e sbocciare come necessità interna a quella nazione, fate voi. Penso che abbiamo già abbastanza esempi negativi al riguardo.
Ero sicuro che sarei stato poco comprensibile; pazienza.
Pensavo però che chi mi conosce un pochino più a fando (anche se sempre poco) , avrebbe potuto immaginare che il concetto di non-azione e di qualunquismo generalmente non mi sono propri.
Anche in altri argomenti mi sono scagliato contro di ciò.
Vabbè... buona serata a tutti..
tra parentesi: che c'azzecca Greenpeace ??
RispondiEliminaLe soluzioni a problemi così geo-politico-economicamente complessi come questo non ce le ha nessuno in tasca, vero, è piuttosto inutile appendere bandiere, smettere di mangiare cinese, spegnere torce etc. Sì, credo che sia piuttosto inutile in termini di realizzazione dell'obiettivo finale se questo è far cessare le repressioni e rendere la Cina un paese rispettoso dei diritti umani, in Tibet quanto a casa sua. Però anche non fare nulla, rimanere spettatori indifferenti o limitarsi a dire "tanto noi che si può fare" non mi piace nemmeno quaesto perché l'obiettivo finale credo sia in qualche modo scuotere le coscienze, anche se poi concretamente cambia poco ma almeno se ne parla, se ne ragiona, non si spengono i riflettori. Riguardo al boicottaggio forse si poteva pensarci prima, non assegnando i giochi alla cina, visto che i massacri contro i tibetani non sono iniziati adesso ma avanno avanti da anni. Ma il dio quattrino è duro da rinnegare. Però io personalmente, pur sapendo che gli atti simbolici non cambiano il modo dall'oggi al domani, continuo a metterli in atto, perché non farli servirebbe a meno ancora, sarebbe tutto silenzioso.
RispondiEliminaPer Sabino infine: sabato 15 febbraio 2003 da buona studentessa erasmus ero a manifestare contro la guerra in Iraq alla Puerta del Sol di Madrid, con tante centinatia di spagnoli. La guerra si è fatta, è vero, l'allora governo Aznar mandò truppe, poi ci fu l'attentato ai treni dell'11 marzo dove ho rischiato di perdere un caro amico, ma poi la Spagna voltò pagina, una pagina confermata recentemente. Se tornassi indietro a quella manifestazione tornerei 100.000 volte. Ho attaccato un adesivo Free Tibet sulla mia macchina, servirà a poco, ma se si vuole cambiare qualcosa credo dobbiamo essere i primi a crederci, almeno un po'.
Per chi vuole adesivi, sono a disposizione, serviranno a poco, ma almeno ci rendono meno spettatori
Ecco, credo che il problema sia stato centrato: non si può risolvere al momento, però si può SENSIBILIZZARE...non credo che si possa accusare nessuno di qualunquismo: è solo un civile scambio di opinioni...personalmente, io non credo alle rivoluzioni che bruciano in un momento...per tornare a qualche post fa credo che siano esistiti grandissimi RIVOLUZIONARI: Madre Teresa, Giovanni Paolo II, Gandhi...per chi crede (ma anche per chi come me non crede), senza essere blasfema, Gesù....la rivoluzione è un processo che va lento...e allora, ognuno di noi, con un gesto quotidiano, l'espressione di pensiero, una presa di posizione, può portare avanti una rivoluzione che prima o poi chi sa darà dei risultati.
RispondiEliminaper glock: quella di greenpeace era una battuta. come per dire: se tanto fare non serve a niente, perchè regalare soldi a quegli illusi che vanno col gommone a fermare le petroliere o si arrampicarono non ricordo più dove per manifestare contro gli esperimenti a mururoa?
RispondiElimina@ Nelli: ...
RispondiEliminaglock spero tu non ti sia offeso,
RispondiEliminaperchè io credo che stia venendo fuori una bella discussione.
posso non essere daccordo con qualcosa che leggo scritto da te o da altri, ma assolutamente approvo il fatto che se ne parli.
e apprezzo il fatto che un uomo sicuramente impegnato come te trovi il tempo per scrivere qui, non due battute come fanno tanti, ma un bell'intervento ragionato. grazie!
La discussione ha preso una piega scontata. Ne ho seguita un'altra sul sito dei terzaniani (Dentro di noi) ed era uguale. Si creano due blocchi che si irrigidiscono e dopo un po' qualcuno comincia ad agitarsi. Ho alcune domande che mi frullano in testa.
RispondiElimina1) Noi non possiamo fare a meno dei prodotti cinesi e siamo in loro balia. Ma se non li vendono a noi i loro prodotti che se ne fanno? Saranno stracontenti!
2) A furia di delocalizzare, chiudere fabbriche ecc. (20 milioni di posti di lavoro persi in Europa) noi siamo in piena recessione. Con quali soldi compreremo i prodotti cinesi?
3) In questa situzione noi (cioè proprio noi, io, Nelli, Sabino, Glock, Michela ecc.) stiamo meglio? Economicamente, socialmente, culturalmente....
4) I miei valori conincidono con quelli provenienti dalla Cina?
5) che senso ha comprare i prodotti del commercio equo e solidale, avere la tessera di Greenpeace o di Emergency e poi turarsi il naso con al Cina ed i troiai che ci mandano?
CONCLUDO
Se, nella storia dell'umanità, tutti si fossero posti sempre nella condizione di dire "tanto le cose non cambieranno", "è sempre andata così", "questa è demagogia", "noi non potremo cambiare le cose"... beh non ci sarebbe stato progresso nè rivoluzioni. Probabilmente avremmo ancora il re, il signorotto che pretende lo "jus primae noctis", la schiavitù, i forni crematori, il colonialismo. Le cose cambiano perchè le persone prendono coscienza di sè, del problema, e pretendono un cambiamento. Io mi ispiro a persone come Gandhi, Martin Luther King, Terzani. E non la chiamo d-e-m-a-g-o-g-i-a. I have a dream. Peccato che siamo in pochi.
Aggiungo una cosa. I cinesi ci tengono tantissimo a queste olimpiadi, vogliono dimostrare al mondo intero quanto sono bravi, efficienti e moderni. Non ci stanno mandando pernacchie. Sono lividi di rabbia. Le contestazioni alla fiaccole, le defezioni alla cerimonia inaugurale colpiscono nervi scoperti. La globalizzazione è anche questa (una cosa positiva, caso strano). Non possono più chiudere una frontiera per 25 anni e massacrare un popolo. Nessuno crede più alle loro bugie. Mai come ora la Cina viene criticata ed osteggiata. E loro lo sanno.
RispondiEliminaBene. Ha pienamente ragione Archetto. Perdonate il disturbo.
RispondiEliminaPremetto, Archetto, che ciò che scriverò non è assolutamente dettat da acredine, offesa o permalosità. Solo piacere di discutere. Se possibile..
Allora:
1- dove hai trovato scritto che "noi non possiamo fare a meno dei prodotti cinesi" ? Probabilmente lo pensi tu. Hai probabilmente saltato un passaggio: non siamo "noi" che non possiamo fare a meno dei prodotti provenienti da quella terra, bensì la catena produttiva non può fare a meno oggi, in questo regime di riduzione di costi che per inciso, non approvo, di accentrare la produzione di diverse categorie merceologiche di prodotti in Cina. Il problema non è poi che "se noi non acquistiamo i loro prodotti, che se ne faranno loro ?" Non sono i LORO prodotti, sono i NOSTRI prodotti che vengono assemblati la. Archetto, davvero tu non hai mai acquistato un prodotto Made in China ? E quando lo hai acquistato, avevi una pistola alla shiena o cos'altro ?
2- Guarda che la delicalizzazzione delle unità produttive, ha ragioni e tempi che sono ben lontani dalla ontingenza cinese... fai un passo indietro e controlla un poco negli ultimi 10 anni e più, dove l' europa e non solo ha delocalizzato.. solo negli ultimi periodi in Cina e guarda che non è sempre così conveniente. Davvero, io cerco di informarmi prima di permettermi di portere avanti un'opinione. Oltre a ciò ritengo, in quanto opero in questi mercati da tempo, di poter portare un piccolo, reale contributo conoscitivo.
3- Stiamo meglio rispetto a quale termine di paragone ? rispetto a quale periodo temporale ? Rispetto a che ?
Culturalmente ? Ritengo di si. Ritengo che oggi abbiamo molta più possibilità di svilupparci una cultura, soprattutto cosmopolita. il mezzo sul quale stiamo scivendo, ne è la prova.
Socialmente ? vedi sopra...le possibilità non mancano. Io continuo a dire che è criminale verso se stessi continuare a dare la colpa o ascrivere alla Cina la causa di tutto ciò che di negativo accade nel mondo. Criminale verso noi stessi. Non ci amo modo, operando in tale modo, di capire veramente che accade.
4- presumo che tale domanda, per non essere de-ma-go-gi-ca, debba essere posta personalmente. La mia risposta comunque, è assolutamente NO e pensavo fosse lampante.
5- A questa domanda, davvero preferirei non rispondere... ho già detto che non vedo attinenza alcuna tra le due cose. Comunque, la mia ignoranza ed ottusità non mi permette di comprendere come poter mettere sullo stesso piano il commercio equo e solidale, sul quale ci sarebbe anche da fare altri discorsi (non è tutto oro ciò che luce) con un discorso organico sulla Cina.
Archetto permettimi ma devo replicare fortemente sulla tua conclusione. Come anche per altre obiezioni che mi hai mosso, ti invito a trovare ed a citare quindi, nei miei discorsi un rimando a quanto tu asserisci che avrei scritto e voluto significare. Lo riporto per comodità: " Se, nella storia dell'umanità, tutti si fossero posti sempre nella condizione di dire "tanto le cose non cambieranno", "è sempre andata così", "questa è demagogia", "noi non potremo cambiare le cose"... beh non ci sarebbe stato progresso nè rivoluzioni. Probabilmente avremmo ancora il re, il signorotto che pretende lo "jus primae noctis", la schiavitù, i forni crematori, il colonialismo. Le cose cambiano perchè le persone prendono coscienza di sè, del problema, e pretendono un cambiamento. Io mi ispiro a persone come Gandhi, Martin Luther King, Terzani. E non la chiamo d-e-m-a-g-o-g-i-a. I have a dream. Peccato che siamo in pochi."
Commentmio personalissimo sulla tua conclusione: meno male che siete in pochi.
Sul tuo post seguente non ho repliche. Semplicemente, da quanto vedo io nei rapporti con loro, non reale.
Mi attendo comunque che qualcuno domani scriva: "Ecco, il Glock pro-Cina, pro-violenze, contro i diritti umani..."
E non sono offeso. Non ne troverei il motivo. Sono solo scoraggiato.
Buona serata a tutti.
... e permettimi di dire che prima di ispirarsi alle personalità a te citate, sarebbe necessario approcciare le questioni con la loro stessa aperta mentalità. Solo in questo modo, ed è come sempre la mia personale opinione, puoi accostarti alla loro maniera ai problemi di cui sopra..
RispondiEliminasapete una cosa? per me ha già un buon valore vedere che di questi problemi ne abbiamo parlato...e che almeno tante persone sanno di cosa e di chi si parla...per come va il mondo oggi, questo è già un ottimo risultato..i problemi, da quelli più piccoli a quelli più grandi, si possono provare a risolvere soltanto cominciando a parlarne...è un po' come nella vita privata, no? Io sono ottimista per natura, che ci volete fare..."scannarsi" civilmente - passatemi l'ossimoro - è una gran bella prova di civiltà!
RispondiEliminaglock:
RispondiEliminase le tue parole sono state fraintese (io stessa come archetto ho capito che il tuo atteggiamento era del tipo "non si puo' fare nulla per cambiare" "certe azioni non servono a nulla" "certi discorsi (i vostri) cono demagogia") cerca di spiegare meglio come vedi la cosa. senza attaccare archetto che secondo ha detto cose sensate (non mi piace che fra le righe lo accusi di "ignoranza").
piuttosto che attaccare lui, cerca di spiegare meglio quello che pensi tu. visto che tutti abbiamo capito male.
sul punto 1) mi pare che tu e archetto stiate dicendo esattamente la stessa cosa. e dire frasi come "quando lo hai acquistato, avevi una pistola alla shiena o cos'altro ?" mi sembra sciocco (offende la tua intelligenza!). su questo nessuno discute. ci sono oggetti che compriamo quotidianamente che sono fatti o assemblati in Cina. il punto è quello che viene dopo:
allora non possiamo fare nulla? dobbiamo stare zitti e felici?
tu rispondi a me: non ho la risposta.
bene.
pero' critichi chi invece manifesta la sua indignazione con gesti simbolici. quasi li deridi.
beh mi sembra un atteggiamento un po' sterile (oltre che comodo).
allora uno potrebbe dire "non andate a votare che tanto i politici fanno tutti schifo". non ha senso fare questo tipo di discorsi! non porta a niente questo!
sul punto 3) e' EVIDENTE che nessuno di noi da la colpa dei mali del mondo ai cinesi! andiamo!
ma la domanda di archetto è lecita.
stiamo meglio? per certi versi si (economicamente, culturalmente) ma umanamente? forse io, te, sabino e altri siamo persone indifferenti ai mali del mondo. ma ti assicuro che ci sono persone che sacrificano molto di loro stesse per fare del bene agli altri.
sul punto 5) ancora una volta: perchè attaccare le parole di archetto anzichè dire come la pensi?
io stessa ho fatto l'esempio di greenpeace. come dire: ho sviluppato un minimo di coscienza sociale che manifesto in alcuni modi (giusti o sbagliati che siano) e poi me ne strafrego del tibet?
nessuno di noi (o almeno chi ha un minimo di intelligenza) penserà che sei uno violento e che se ne strabatte dei diritti civili.
io non lo penso.
anche se il tuo atteggiamento potrebbe far trapelare poca apertura mentale ed elasticità. ma non siamo qui a discutere sulla personalità dei lettori (altrimenti aprirei un blog di psicologia) e io per prima meriterei capitoli di autocritica.
vorrei solo capire come vedi la cosa. è comodo criticare chi fa qualcosa dicendo "non serve a nulla" e fermarsi li. anche se non hai soluzioni, avrai sviluppato coscienza civile.
visto che ho capito esattamente la stessa cosa di archetto, qual'è il tuo punto di vista?
- premesso che certi meccanismi economici non si toccano
- premesso che per te (mi pare) certe manifestazioni simboliche non hanno senso (le sbeffeggi quasi).
per te dunque dovremmo stare zitti davanti ai fatti accaduti in Tibet? e non fare nulla? o ancora meglio la domanda è:
tu cosa faresti?
probabilmente nulla.
ok.
ma perchè criticare con sarcasmo chi invece fa qualcosa?
questo mi sfugge.
e l'ultima domanda: pensi davvero che nessun gesto (di questo tipo) abbia mai portato a niente?
grazie cmq del tempo e delle energie che tu (e altri) state dedicando a questa discussione.
@Nelli
RispondiEliminasai che proprio qualche giorno fa mi sono presa con un mio collega che dice "io è tanto che non vado più a votare, tanto non cambia niente"...mi è salito il sangue al cervello: c'è gente che ci ha rimesso la vita per dare oggi a noi la possibilità di votare (e soprattutto per darla alle donne) e certi discorsi non li posso proprio tollerare...ci sono paesi del mondo in cui ci sono esseri umani che ci stanno rimettendo oggi la vita per guadagnarsi il DIRITTO SACROSANTO di poter esprimere la loro volntà...se un domani mia figlia mi dicesse "a me di votare non me ne frega niente" le darei uno schiaffo (e lo farei veramente, stanne certa)...VOTARE è un DIRITTO E UN DOVERE, e bisognerebbe insegnarne il valore invece di fare spallucce come a tanti vedo fare...un detto fiorentino dice "CHI NON FA NON FALLA", cioè, chi non fa non sbaglia...COMODO NO? Poi se le cose vanno di merda, tutti a lamentarsi; eh certo, è più facile non assumersi mai una responsabilità e poi dare la colpa al mondo che tanto fa schifo.
Per la prima volta in vita mia, nonostante cerchi di spiegarmi da due giorni, quasi giustificandomi per i miei pensieri, non riesco ed essere compreso. Anzi, Nelli, continui ad attribuirmi pensieri e parole che non sono mie e che non ho mai pensato. Mi tacci di "comodità" e di "sbeffeggiare gli altri per le loro azioni".
RispondiEliminaBè, dopo due giorni che continuamente rispondo a queste "accuse", getto la spugna. Sinceramente, oggi sono io a sentirmi offeso da queste prese di posizione,
Per me, il discorso è davvero chiuso qui e non per mancanza di argomenti o di volontà di discutere con te.
Grazie per lo spazio che mi hai dedicato.
Inizio con un paradosso. Da anni non passa settimana, o forse non passa giorno, senza che un nuovo film, un nuovo libro, l’ennesima trasmissione tv ci raccontino di nuovo l’Olocausto degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, esortandoci (giustamente) a non dimenticare e sopra tutto a vigilare e ad operare perché tali orrendi crimini non si ripetano.
RispondiEliminaEbbene, ad onta di tutti questi retorici appelli e di tutti questi morali imperativi, da cinquant’anni ormai si sta compiendo un altro genocidio, culturale e fisico, un genocidio più lento ma non per questo meno tragico o meno definitivo, quello del popolo tibetano.
Da quando la Cina, immensamente più forte sul piano del numero e della forza, ha invaso il suo indifeso e pacifico vicino, uno stato fino ad allora indipendente e diversissimo per etnia, sistema sociale, cultura, religione e tradizioni, sono stati uccisi 1.200.000 tibetani (su 6 milioni!), è stato distrutto il 95 % dei templi, dei monasteri e dei luoghi di culto (comprese inestimabili opere d’arte), sono state sterilizzate a forza migliaia di donne …
Sono solo alcuni dei crimini cinesi, compiuti - spesso nell’indifferenza dell’Occidente – in nome del comunismo ateo e del più volgare nazionalismo cinese ed ora anche in nome del “progresso materiale” e del “mercato”, essendo il denaro diventato oramai la nuova somma divinità del governo di Pechino.
Sono dati ampiamente documentati e facili da reperire, nonostante i tentativi della Cina di silenziare il tutto.
Eppure molti non sanno.
Molti – i più – se ne fregano. Hanno cose più importanti – fondamentali - a cui pensare, le partite di calcio per esempio, o lo shopping nell’outlet. O magari decidere chi più rappresenta il “nuovo” nella recente stupida campagna elettorale italiota.
Altri – non pochi – sanno ma dicono di non poter far nulla. Troppo potente è la Cina, si ripetono, ci ripetono. Troppi – e troppo forti - sono i vincoli economici che ci legano al paese asiatico. Realisti si dicono. VIGLIACCHI è il loro nome. Fra questi conto anche i nostri (dell’Occidente) politici, come, per fare un esempio, Javier Solana.
Altri – forse i meno numerosi, ma i più schifosi – sanno e gli va bene così. Sono quelli che fanno affari colla Cina, i Murdoch, gli adoratori dello “sterco del demonio” (il denaro, per i meno colti). Sono quelli, come Murdoch, appunto che arrivano anche ad affermare che la Cina ha in realtà portato il progresso e la modernità in Tibet!.
Ora ci sono le Olimpiadi e di tutto questo si parla infine…
Si discute molto anche sull’opportunità di andare.
La mia opinione?
NON ANDARE.
Ma non solo alla cerimonia d’inaugurazione. Non partecipare nemmeno alle competizioni, ecco quanto si dovrebbe fare, secondo me. Io non parteciperei mai.
Non servirà a niente, lo so. So tristemente e dolorosamente che il Tibet è condannato, che niente e nessuno salverà la sua gente e la sua cultura. Non il Dalai Lama, non l’imbelle Occidente, nemmeno la non violenza, o (eventualmente) il terrorismo. Nella più fortunata (?) delle ipotesi ad alcuni – non troppi – tibetani sarà riservata la sorte dei pellerossa, esibirsi in qualche riserva in danze tradizionali ed altre folkloristiche amenità ad uso e consumo di sempre più numerosi e sempre più distratti turisti.
Perché non andare allora?
Per marcare una differenza. Per dimostrare a se stessi e agli altri di essere differente, di essere una persona per bene. E non un complice di questa squallida pantomima. Per non partecipare a questa tragica farsa, per non dare credibilità e sostegno – colla propria partecipazione – a un evento voluto da un governo criminale che con questo evento vuole sfoggiare ed esaltare tutta la sua sfarzosa efficienza, tutta la sua perfetta organizzazione, tutta la sua finalmente conquistata modernità
Insomma per dire: io non ci sto!
Con la consapevolezza che mentre gareggiamo, o mentre guardiamo alla tv le competizioni, in Tibet il governo cinese commette crimini (commette, ha commesso e commetterà ancora), come quelli che sto per raccontare.
Farò un esempio concreto, perché ha più forza di astratte statistiche. Racconto in breve la storia di una monaca tibetana, Kinsom (come la racconta Javier Moro, in Le montagne del Buddha, un libro Oscar Mondadori). È una storia forte, una storia triste (io ho pianto quando l’ho letta) ma di tutte le tristi storie del Tibet non è nemmeno la più triste.
Giovanissima (17 anni) monaca buddista, Kinsom venne arrestata nel 1993 per aver gridato in un’improvvisata manifestazione per strada: “Tibet libero” e “Lunga vita al Dalai Lama”. In carcere venne torturata, per almeno 9 giorni consecutivi. I suoi carcerieri la torturavano per farle confessare improbabili congiure, per passare il tempo, per “rieducarla”, per pura malvagità (che i malvagi commettano il male per il semplice godimento che ne ricavano è una nozione che noi stupidi occidentali non osiamo più nemmeno considerare).
Kinsom venne dapprima percossa sulla faccia, sul seno, sulle gambe. Poi venne torturata con un manganello elettrico, di quelli usati per marchiare il bestiame. Prima venne usato, il manganello elettrico, sul suo corpo; poi glielo cacciarono in bocca (con la conseguente perdita di vari denti); infine glielo misero nella vagina (per il sommo “divertimento” dei suoi carcerieri che intendevano così anche profanare – maledetti – il voto di castità tipico delle monache buddiste).
Poi venne tenuta – nuda - appesa a testa in giù per una notte intera, le vennero gettati secchi d’urina in faccia, venne costretta a mangiare ravioli intrisi di escrementi…
Infine, al processo(?) venne condannata a tre anni!
Dopo il rilascio, Kinsom è scappata in India.
CHE DIO MALEDICA I CARNEFICI DEL TIBET E TUTTI I LORO COMPLICI!
p.s. anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa. Possiamo fare a meno di guardare le olimpiadi alla tv; possiamo smettere di andare al ristorante cinese; possiamo smettere – per quanto possibile – di comprare oggetti (frigo, scarpe, etc.) prodotti in Cina… Non servirà a niente. Solo a non essere complici, solo a sentirci migliori, ad essere migliori.
M’intrufolo in questa discussione con notevole ritardo e di questo mi scuso Nelly ma non ce l’ho fatta prima. E’ la prima volta che partecipo a questo forum e sono contenta di farlo qui: dopo due giorni di interventi rimane ben poco da dire però sono d’accordo con Archetto quando dice che sembra si siano formati due gruppi contrapposti (e scusami Glock ma dai tuoi discorsi pensavo appartenessi, insieme a Sabino, a chi ritiene espressioni di protesta come il boicottaggio della fiamma olimpica inutili, ma forse ho sbagliato).
RispondiEliminaDi solito infatti la tendenza è quella di dividere il problema in bianco e nero, buono e cattivo e secondo me è un errore. Credo che entrambe le “correnti” dicano cose sensate: non sono gesti come questo a cambiare il mondo ma è vero però che se non ci fossero sarebbe peggio.
In questo caso l’errore, secondo me, è stato fatto nell’assegnare le Olimpiadi ad un paese come la Cina, e non certo perché si volesse sensibilizzarlo sul rispetto dei diritti umani quanto per motivi puramente economici. La Cina le voleva per farne una vetrina, ricevere i soldi dei finanziamenti e far vedere al mondo quanto erano bravi….e così è stato. Amen. Ma chi sta protestando in questi giorni non sono coloro che hanno assegnato le olimpiadi alla Cina: sono associazioni che si battono per il rispetto dei diritti umani in paesi come il Tibet ma non solo.
Vorrei sottolineare infatti che il problema del boicottaggio delle olimpaidi non riguarda solo il caso Tibet. Io seguo da tempo la situazione del Myanmar e vi assicuro che si parla del boicottaggio delle olimpiadi dal momento della loro assegnazione (e nelle manifestazioni di protesta di questi giorni sono coinvolte anche la Burma Campaign e la US Campaign for Free Burma, tanto per citare le più importanti). Perché la Cina non ha le mani in pasta solo in Tibet ma anche sulla giunta militare birmana: da tempo le viene chiesto (in primis dall’Onu) di intervenire per cercare di migliorare la situazione dei diritti umani in quel paese…figurarsi! Un vero paradosso!
Il Myanmar è stato di moda alcuni mesi fa per le proteste dei monaci buddisti finite nel sangue: se n’è parlato per un po’ e poi tutto è finito nel dimenticatoio…ma non per tutti…chi si occupa tutti i giorni di Myanmar, continua a seguire, come faceva prima quel che succede laggiù: sa che l’Onu ha inviato per 3 volte Ibrahim Gambari per tentare di mediare con la giunta, inutilmente; che il 10 maggio ci sarà un referendum farsa per l’approvazione della costituzione redatta dai militari; che la costituzione impedisce al premio nobel Aung San Suu kyi (agli arresti domiciliari da 18 anni) di candidarsi a libere elezioni; sa anche che a tutt’oggi non è stato possibile quantificare gli arresti seguiti alla sommossa di settembre…insomma notizie che ai più non arrivano perché il mondo ha anche altro di cui occuparsi (di problemi e tragedie ce ne sono tante purtroppo). Per questo è importante, secondo me, fare in modo, ad esempio, che queste notizie arrivino a più persone possibili affinchè non ci si dimentichi di quello che succede anche in Myanmar (ma è solo un esempio ovviamente). La persona di cui parlava Nelly in un precedente intervento, quella che vive in Myanmar dove lavora per conto di un ong è un altro esempio ancora: ovvero di come esistano persone disposte a rinunciare alle loro comodità, anche se per una parte della loro vita, a favore del “prossimo” e secondo me sono persone degne della più grande ammirazione (vi assicuro che la persona in questione rischia tutti giorni sulla propria pelle); ma non tutti scegliamo questa strada.
Quello che non capisco è perché ci si debba sempre dividere tra S. Franceso e Lucifero: nel senso che se uno professa certi valori dovrebbe poi per forza anche spogliarsi di tutto quello che ha ricevuto in dono dalla vita come se fosse una macchia: sei contro la Cina? Allora non usare il cellulare perché è fatto con pezzi che vengono da lì; sei contro la guerra in Darfur? Allora devi andare laggiù a dare una mano abbandonando lavoro, affetti e quant’altro? Sei un ecologista? Allora non devi girare con la macchina in città e frega nulla se arrivi da fuori, devi arrangiarti in bicicletta…non capisco questa forma di manicheismo? Ognuno al mondo è diverso e può scegliere di agire diversamente: c’è chi parte per fare il missionario e chi invece sceglie di restare, ma non per questo rinuncia a dare una mano nel suo piccolo, sensibilizzando…hai ragione per me michela: la parola d’ordine è sensibilizzare! E’ quello che hanno cercato di fare in questi giorni le organizzazioni che hanno spento la fiamma olimpica: hanno ricordato al mondo che c’è un problema, quello del Tibet e più in generale del rispetto dei diritti umani (e lasciamo perdere il discorso della strumentalizzazione che di questi episodi viene fatta dai mass-media: è un altro grave problema ma se parlo anche di questo non finisco più!).
La Cina non incarna tutti i mali del mondo è ovvio, ed è ovvio anche che non esistono soluzioni a portata di mano per far cambiare la società nella quale viviamo, però può esistere l’impegno di ognuno nel suo piccolo microcosmo a fare qualcosa: magari scegliendo di appoggiare un associazione nella quale si ha fiducia, diffondendo notizie, facendo girare appelli su internet, oppure donando parte del proprio tempo libero…insomma i modi son tanti e diversi e penso che ognuno possa trovare il proprio…e ognuno di questi ha un peso…proprio come le gocce nell’oceano!
Spero di essere stata abbastanza chiara, nonostante l’ora, e credo di essermi dilungata fin troppo…grazie per lo spazio Nelly!;)
Buona notte a tutti
P.s. Comunque l’idea di proseguire a voce questa conversazione scritta, è molto interessante: è vero che scrivendo spesso si viene fraintesi!
mglock9mm non vedo perchè l'hai presa come una questione personale e non vedo perchè riportare il dibattito ad una questione tra noi due. Ai due blocchi che io ho criticato. Io non commercio con la Cina ma ho passato 2 settimane in Tibet qualche mese fa. Essendo una persona curiosa ho letto molti libri, visto film, ho anche fatto una mostra fotografica sul Tibet -come Nelli sa - ed ho un blog sul Tibet. Non credo di essere ignorante sul Tibet. Esprimo soltanto idee personali o dati che ho letto, e non cito le fonti per non annoiare i lettori.
RispondiEliminaVoglio anche dire che le cose ed i fatti citati da Nicola sono VERI (potete vedere l'intervista alla monaca nel film "TIBET: il grido di un popolo"). E' in atto un genocidio tremendo nell'indifferenza del mondo occidentale. Perchè la Cina è aggressiva, è potente, facciamo affari con loro.... per tanti motivi di opportunismo e cinismo. Io non ci sto ed esprimo la mia indignazione nei confronti del regime cinese!! Grazie Nelli :-)
ringrazio mio fratello Nicola e Ylenia per essere intervenuti (per la prima volta) sul blog.
RispondiEliminale parole di Nicola mi hanno turbato non poco, ma sono contenta che le abbia scritte.
un grazie di cuore anche a Ylenia: sapevo che avrebbe scritto cose sensate.
ognuno è libero di dire e fare quel che ritiene più opportuno ma vi prego portiamo rispetto a tutti.
trovo che da questa discussione sia venuto ampiamente materia di riflessione, almeno nel mio caso così è successo. da giorni rifletto su questi temi.
spero che questo sia successo anche per altri.
questo non è mai negativo.
sto leggendo il libro. davvero bello.
RispondiEliminaintanto pubblico una frase di Martin Luther King Jr che una cara amica mi ha mandato, citata nella mail della Us Campaign for Burma: "Our lives begin to end the day we become silent about things that matter."