Sono appena tornata da qualche giorno in montagna, in
Trentino Alto Adige. Obiettivo: riposo, ma anche la voglia di neve (non m'era bastata quella
avuta a Firenze!). Qualche anno fa ero stata in Val di Funes a provare l'ebbrezza dello slittino, cercando su Internet ho scoperto che ci sono altre località attrezzate per questo "sport"... e così con un'amica siamo andate a provare questa nuova esperienza.
OPERAZIONE PISTE DA SLITTINO - Venerdì siamo andate in Val Sarentino, 20 km a nord di Bolzano. Devo dire che fino ai 1000 metri di neve veramente poca, in compenso tanta pioggia. Poi per fortuna salendo abbiamo trovato un po' di neve. Faccio i miei complimenti all'organizzazione e alla comunicazione degli uffici turistici: un sito internet chiaro e ben fatto (con tanto di meteo con bollettino neve aggiornato in tempo reale), gentilezza e disponibilità al telefono, punti di ristoro e info complete alle fermate bus.
Noi siamo arrivate in auto fino a
Sarentino (in tedesco Sarntal): lasciata la macchina in un comodo parcheggio gratuito, abbiamo preso lo Skibus (1 €!) che ci ha portati alla cabinovia. Lì abbiamo
noleggiato lo slittino (2 slittini in legno + 1 casco = 12 €!) e siamo salite a quota 2000 e qualcosa. Peccato che arrivate in cima c'era così poca visibilità che abbiamo dovuto aspettare qualcuno che già sapeva dov'era la pista, per seguirlo!
Per fortuna poi in pista c'era abbastanza visibilità. La discesa è lunga poco più di 5 km ed è ben separata da quelle da sci. In parte corre in mezzo al bosco, in parte fra malghe e un paesaggio da sogno. Bellissimo! Il percorso è piuttosto variegato con curve e pendenza variabile. A un certo punto è spuntato un enome cagnolone bianco stile San Bernardo che mi è corso accanto per un pezzo scodinzolando (ho scoperto poi che apparteneva a dei tedeschi che andavano con le ciaspole).
La prima discesa l'abbiamo fatta in circa 40 minuti, le successive in molto meno.
Il secondo giorno spinte dall'entusiasmo siamo andate sulla
pista da slittini più lunga di tutto l'Alto Adige, ovvero quella sopra Bressanone, alla Plose. Divisa in 2 parti (una facile e una "media") è lunga ben 10 km. In questo caso siamo arrivate con l'auto al parcheggio della cabinovia, lì abbiamo noleggiato gli slittini (stavolta in alluminio, più leggeri e comodi anche se meno tipici, più o meno allo stesso prezzo) e siamo salite in cima a oltre 2000 metri con una visibilità bassissima (stava nevicando un po'). Pure stavolta abbiamo aspettato di seguire qualcuno per individuare l'inizio della pista, che sin dallo scivolo iniziale si è dimostrata più impegnativa della precedente. La prima parte è fattibile anche per i principianti, ma mi sento di sconsigliare la seconda che - con poca neve, tutta ghiacciata e con lo strapiombo da un lato - non era semplicissima. Senza contare che vista la lunghezza necessitava di almeno un'ora di discesa.
In ogni caso ho visto ragazzini scendere come palle di fuoco... ma ne ho visto anche finire uno di sotto in mezzo agli alberi (con molta tranquillità è risalito e si è rimesso a scendere!!).
Comunque è un'esperienza molto bella, slittare in mezzo al bosco, senza nessun altro rumore che il proprio slittare... Alla fine la pista si ricongiunge con quella da sci per un pezzetto comune (molto emozionante). Per
info su questa pista>>Dopo aver slittato e mangiato una bella fetta di strudel siamo andate a fare due passi per Bressanone (che a me piace molto). Verso le 18 invece ci aggiravamo dalle parti di San Michele Appiano alla ricerca della cantina omonima dove volevo comprare - su consiglio del lettore burlone - uno dei Sauvignon più buoni di tutto l'Alto Adige: il
Sanct Valentine. La cantina l'abbiamo trovata... ma purtroppo era chiusa!
CIBO E VINO: Per consolarci, la sera del sabato, rientrate a Rovereto, siamo andate a cena alla
Casa del Vino di Isera dov'ero già stata in passato (recensita anche sul Venerdì di Repubblica). Piatti tradizionali ma presentati in maniera creativa, in mezzo ad oltre 500 etichette diverse... Abbiamo ordinato un antipasto misto con radicchio, luganiga e polentina, e a seguire un orzotto con carciofi e cotechino. Deliziosi entrambi. La mia amica ha bevuto la specialità della Vallagarina: il Marzemino; io invece che non lo amo mi sono buttata su un Merlot niente male (purtroppo non ho fatto a tempo a segnarmi il nome) e un ottimo Moscato giallo abbinato al mix di dolci. Oltre a essere un ristorante ed enoteca la Casa del Vino organizza anche degustazioni ed eventi e vende tutti i vini della Vallagarina. L'ambiente è molto carino, soprattutto la sala superiore.
Ah dimenticavo, a Sarentino a pranzo, siamo andate in un ristorantino locale non male dove ho gustato goulasch con polenta, e la mia amica gli spatzle (gnocchetti di spinaci). Non male. Ambiente rustico, stufa in ceramica, personale gentile che parla italiano stentato ma cordiale. Più semplice della Casa del Vino, ma se siete in zona mi sento di consigliarlo. Appena ritrovo il nome lo posto.
ARTE: Domenica mattina infine una gita al
Mart: il museo d'arte moderna e contemporanea, capolavoro di Mario Botta. E' già bello l'edificio che merita anche solo per quello... e per l'appunto c'era pure una mostra su di lui "
Mario Botta. Architetture 1960-2010", oltre all'esposizione "
Modigliani Scultore". La mostra dedicata all'opera scultorea di Modigliani era bella (per la prima volta dopo la sua morte vengono mostrate le teste scolpite, oggi divise in musei di mezzo mondo); mi è piaciuta perchè affiancava alcuni capolavori di arte arcaica, rinascimentale, africana e moderna che lo hanno ispirato: dalla statua di Kouros del 530 a.C. (proveniente dal nostro museo archeologico), a una testa di Budda tailandese e una cambogiana, a Il Bacio di Costantin Brancusi, al busto di Francesco Laurana (proveniente dal Bargello), fino a Picasso. Se avete iphone o ipad cercate l'applicazione.
Ma la cosa più straordinaria era che c'era
Mario Botta in persona a illustrare parte della sua mostra. Uno vede le sue opere, che spaziano dai musei, alle chiese, ai mega palazzi e pensa chissà come se la tira un artista internazionale di questo calibro... e invece ecco una persona semplice, simpatica, alla mano e disponibile alle domande. Anche fisicamente me lo immaginavo immenso, invece è un ometto non troppo alto, con i capelli brizzolati, dal sorriso allegro e un po'... in carne, che si illumina quando parla di arte. Incredibile poter avere a tu per tu un architetto di questo livello, avrei voluto chiedergli qualcosa su Firenze, sul suo conflitto fra passato e contemporaneità, ma era ovviamente assediato.
La mostra (bella) esponeva circa 60 progetti di edifici che Botta ha realizzato, con foto, schizzi e modelli originali (anche in 3D), più alcuni disegni inediti, in una serie di sale distinte che si occupano di tutti i tipi di lavori che ha svolto negli anni: le case popolari, le scenografie dei teatri (incredibili!), gli edifici per uffici, le cantine (quella celebre che abbiamo a Suvereto), gli oggetti di design (le sedie ma anche le tazze e le bottiglie!), le biblioteche, i musei... edifici imponenti che sembrano diventare leggeri grazie a giochi di geometrie e tagli di luce pazzeschi.
Bella anche la parte con i suoi pensieri sui vari artisti che lo hanno influezato (Le Corbusier, Pasolini, Picasso ma anche il Papa Wojtyła!).
Mi sono dilungata ma penso capirete perchè, dopo un'esperienza simile! Una vacanza davvero bella (a parte la pioggia e il freddo e un piccolo incidente domestico che mi ha quasi messa ko).