Ieri sera sono stata allo spettacolo "L'azione del silenzio" alla Certosa di Firenze, dopo il successo dell'anno scorso.
Lo spettacolo si snoda all'interno della Certosa e viene accompagnato da una guida d'eccezione: Padre Sisto, uno dei frati benedettini cistercensi che oggi vi abitano.
Dopo alcuni accenni storici e artistici (divertente la scenetta col custode toscanaccio) si entra nei meandri di questo monastero, dove i frati certosini dedicavano la propria vita alla preghiera, con 3 semplici parole: silenzio solitudine e preghiera.
Le spiegazioni artistiche erano intervallate da pezzi recitati da vari attori, dove veniva narrata la vicenda di un giovane frate pieno di dubbi che decide di abbandonare una vita fatta di lussi, una ragazza e tante sicurezze per ritirarsi dal mondo nel silenzio.
Belli gli ambienti, che conoscevo visto che da bambina andavo sempre a messa lì, ma rivederli con quelle luci e con quella storia erano molto più suggestivi.
Il chiostro illuminato di blu e arancio, la saletta del colloquio dove alcuni fari regalavano giochi di luce sulle vetrate lavorate del 1500 e in generale tutto l'allestimento erano molto d'impatto.
Un buon bilanciamento fra le notizie storiche, raccontate con "leggerezza" (la Certosa di Firenze fu costruita nel 1341 per volere di Niccolò Acciaiuoli, un uomo molto devoto ma controverso che viveva nello sfarzo della corte degli Angio' a Napoli) e le parti recitate quasi a sopresa dagli attori. Il monastero è ricco di opere d'arte: dagli affreschi di Bernardino Poccetti, agli oltre 60 tondi dei fratelli della Robbia ad altri quadri di artisti toscani.
Le celle dei frati certosini non sono poi così anguste come si potrebbe pensare: più grandi di un qualsiasi monolocale di oggi, erano composte da soggiorno, camera, veranda, cantina, studio e giardino.
pero'.. c'era l'isolamento e il silenzio. Ad esclusione di 1 ora alla settimana di "ricreazione", i 18 sacerdoti della Certosa passavano la loro vita nel silenzio e nella solitudine.
Silenzio che ti fa fare i conti con te stesso e ti fa - se riesci a superarne il peso - arrivare a una pace interiore lontana dagli affanni quotidiani.
Nel finale che mi è molto piaciuto, il personaggio del frate, ormai anziano e sereno, invita a riflettere su questo.
Il silenzio, il ritiro dal caos...
"voi ci dite che siamo eremiti, che viviamo reclusi e incastrati in scatolette a pregare, le nostre celle. Ma siamo più segregati noi o voi nelle vostre macchine in mezzo al traffico, nei vostri uffici fra telefoni che squillano, nei vostri salotti davanti al tubo catodico..?"
Le parole non erano proprio queste ma il senso si.
Dura ancora pochi giorni, ieri sera c'era il pienone. Se riuscite, fateci un salto. Costo del biglietto: 15 euro.
Dopo alcuni accenni storici e artistici (divertente la scenetta col custode toscanaccio) si entra nei meandri di questo monastero, dove i frati certosini dedicavano la propria vita alla preghiera, con 3 semplici parole: silenzio solitudine e preghiera.
Le spiegazioni artistiche erano intervallate da pezzi recitati da vari attori, dove veniva narrata la vicenda di un giovane frate pieno di dubbi che decide di abbandonare una vita fatta di lussi, una ragazza e tante sicurezze per ritirarsi dal mondo nel silenzio.
Belli gli ambienti, che conoscevo visto che da bambina andavo sempre a messa lì, ma rivederli con quelle luci e con quella storia erano molto più suggestivi.
Il chiostro illuminato di blu e arancio, la saletta del colloquio dove alcuni fari regalavano giochi di luce sulle vetrate lavorate del 1500 e in generale tutto l'allestimento erano molto d'impatto.
Un buon bilanciamento fra le notizie storiche, raccontate con "leggerezza" (la Certosa di Firenze fu costruita nel 1341 per volere di Niccolò Acciaiuoli, un uomo molto devoto ma controverso che viveva nello sfarzo della corte degli Angio' a Napoli) e le parti recitate quasi a sopresa dagli attori. Il monastero è ricco di opere d'arte: dagli affreschi di Bernardino Poccetti, agli oltre 60 tondi dei fratelli della Robbia ad altri quadri di artisti toscani.
Le celle dei frati certosini non sono poi così anguste come si potrebbe pensare: più grandi di un qualsiasi monolocale di oggi, erano composte da soggiorno, camera, veranda, cantina, studio e giardino.
pero'.. c'era l'isolamento e il silenzio. Ad esclusione di 1 ora alla settimana di "ricreazione", i 18 sacerdoti della Certosa passavano la loro vita nel silenzio e nella solitudine.
Silenzio che ti fa fare i conti con te stesso e ti fa - se riesci a superarne il peso - arrivare a una pace interiore lontana dagli affanni quotidiani.
Nel finale che mi è molto piaciuto, il personaggio del frate, ormai anziano e sereno, invita a riflettere su questo.
Il silenzio, il ritiro dal caos...
"voi ci dite che siamo eremiti, che viviamo reclusi e incastrati in scatolette a pregare, le nostre celle. Ma siamo più segregati noi o voi nelle vostre macchine in mezzo al traffico, nei vostri uffici fra telefoni che squillano, nei vostri salotti davanti al tubo catodico..?"
Le parole non erano proprio queste ma il senso si.
Dura ancora pochi giorni, ieri sera c'era il pienone. Se riuscite, fateci un salto. Costo del biglietto: 15 euro.
Mai visto il film IL GRANDE SILENZIO...? 180 minuti in cui l'unica cosa che senti sono i canti e le preghiere dei frati immersi nella natura....e scorrono che è una meraviglia. Dà l'idea di cosa erano davvero in passato (ed in minima parte sono ancora) alcuni monasteri e come scorreva la vita al loro interno.
RispondiEliminahttp://www.diegrossestille.de/english/
Ciao
Surfer HL
ne avevo sentito parlare
RispondiEliminagrazie!
ps è stato veramente un piacere conoscerti!
nelli, fino a quando dura lo spettacolo? c'e' un numero per prenotare? grazie. baci!
RispondiEliminadura fino al 13 luglio
RispondiEliminaInformazioni e prenotazioni al numero 333.2284784
sperando ci sia ancora posto..
Katia se non ti sbrighi a tornare nel Gran Ducato ti perdi un sacco di eventi!!!!!
RispondiEliminaPENSO CHE A VOLTE SIAMO VERAMENTE NOI QUELLI CHIUSI NELLE NOSTRE ABITUDINI, INQUADRATI NELLE REGOLE, VINCOLATI DAL LAVORO E DALLA VITA STRESSANTE CHE FACCIAMO.
RispondiEliminaBISOGNEREBBE PROPRIO FARE TESORO DEL MODO DI VIVERE DI QUESTI FRATI E RIUSCIRE A RITAGLIARSI DEI MOMENTI DI RIFLESSIONE E DI ANALISI INTERIORE....
BRAVA NELLI A COGLIERE ANCHE QUESTE OCCASIONI "SPIRITUALI"...
lara