Ero già stata a cena una volta al
Cenacolo del Pescatore ma a causa di una serata storta non mi ero goduta la cucina di questo
ristorante di pesce, così, ricordandomi dei tanti commenti positivi di alcuni lettori (Sabino, Annika, STK...), ho deciso di (ri)provare il menù di Daniele Pescatore, outsider e insolito chef nel panorama fiorentino.
Il ristorante (solo da 1 anno non è più un club) è piuttosto nascosto, con un'insegna quasi invisibile, in una zona poco transitata (Borgo Ognissanti). Una volta dentro, pare di essere in un mondo ovattato, intimo, molto tranquillo. Due stanze, pochi tavoli, colori chiari, pareti e tavoli bianchi, candele anche al soffitto (da ammirare la tecnica per accendere/spegnere il lampadario!). Le uniche note di colore sono date dalle moderne opere di una famosa Galleria d'arte fiorentina.
Al centro si trova una deliziosa saletta fumatori con divanetti e libri che fa venire la tentazione di iniziare a fumare!
Ma veniamo al cibo. Il
menù è originale sia nella forma che nella sostanza: una pergamena si srotola per presentare una lista limitata di piatti che non seguono il tradizionale ordine antipasti, primi e secondi, quanto piuttosto un percorso di tempi, consistenze e accostamenti.
Può essere un po' spiazzante ma se chiedete allo chef, istrionico e appassionato napoletano, con una biografia degna di un attore, vi aprirà la porta del suo studio continuo sui cibi e sulla preparazione dei piatti. Al momento vi potrebbe deliziare con gli esperimenti alla ricerca del sugo al pomodoro perfetto, come quello che cucinavano le nostre nonne...
Una precisazione importante: questo non è il classico ristorante di pesce dove andare per mangiare un'abbuffata di fritto o le linguine allo scoglio... o il tradizionale branzino al forno. Questo è un posto per chi ama profondamente il pesce e l'attenta selezione degli ingredienti: gli ortaggi presi dai contadini che li coltivano secondo certi modi, la cottura studiata per enfatizzare il singolo componente del piatto, la proposta di due pietanze normalmente nemiche.
Io che non amo particolarmente il polpo mi sono fatta convincere a provare sia la
terrina con polpo e foie grais (delicata) che le
interpretazioni sul polpo napoletano; 3 tentacoli di polpo adagiati su una purea di patate, proposti in 3 varianti: al vapore, alla brace e fritto. Divino e ben presentato, su un piatto ad onda.
Prima di iniziare, come piccolo benvenuto extra menù, ci hanno portato una tazzina con tartare di salmone, trota e riso su letto di spinaci crudi (favolosa) e a seguire uno spiedino di gambero in tempura filante decisamente coreografico, servito come un fiore in un vaso, accompagnato da una interessante birra artigianale Pilsner Urquell.
Ho assaggiato anche il
risotto con calamari e capesante e salsa al nero di seppia e capesante, piaciuto anche alla mia
amica blogger Stefania. Ma il piatto che mi ha veramente sorpreso: l
'astice con asparagi (lievemente croccanti)
e uovo, cosparsi di tartufo. Un perfetto mix di contrasti fra il molle e il croccante, fra il saporito e il delicato.
Prezzi?
Il "viaggio in 3 portate" costa 50 euro (ed è più che abbondante, tanto che non vi portano neppure il pane!), il "viaggio in 5 portate" costa 70 euro. Direi pure un ristorante da occasioni speciali, assolutamente consigliato.
Una nota bizzarra: in sala e in cucina lo staff, a parte Daniele, è tutto giapponese. Da oltre 10 anni è un team affiatato, preciso, attento che cucina come se operasse a cuore aperto, ma allo stesso tempo è una grande famiglia dove i confini lavorativi e affettivi sono sempre più radi. In sala Takeru vi sorprenderà: si muove fra i tavoli come se ballasse, con gesti decisi rievoca le movenze delle danze giapponesi.
CENACOLO DEL PESCATORE
Borgo Ognissanti, 68
Firenze
055 277 6280
CHIUSO IL LUNEDì
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