Ieri sera ho finalmente potuto assaggiare la famosa cucina del
ristorante Alle Murate. Dopo la
discussione animata sulla carbonara, confesso che la curiosità era tanta.
Sono rimasta sorpresa nello scoprire non soltanto un ottimo ristorante ma anche un posto unico nel suo genere a Firenze (nella sua nuova
location aperta da 3 anni). Un
antico palazzo dove una volta risiedeva la Corporazione dell'Arte dei Giudici e dei Notai (una delle più potenti a Firenze) per secoli era semi nascosto in via del Proconsolo, accanto al Bargello. Poi quando l'hanno acquistato per trasformarlo in ristorante, hanno tolto gli scaffali della merceria e hanno trovato splendidi affreschi del '300. Fra i quali uno che raffigura i poeti italiani più importanti:
Dante, Boccaccio, Petrarca. Tant'è che oggi si possono vantare di poter mostrare il
vero volto di Dante. Oltre a questo, nel sottosuolo, una
zona con scavi archeologici che rivela reperti romanici e pre-romanici e un misterioso gruppo di pali (forse palafitte? forse "fulloniche" ovvero antiche lavanderie?) fatto sta che - con tanto di audioguida in 7 lingue - puoi visitare le varie parti del ristorante come fosse un museo e ammirarne le peculiarità artistiche.
La cena era decisamente di livello. Sapori delicati, una ricerca che coniuga la tipicità regionale con la voglia di sperimentare, ma sempre in una direzione di leggerezza. La
caprese in carrozza, con mozzarella di bufala semplice, buona, delicata e allo stesso tempo inusuale. La
minestra di verdure con ricotta (adoro i ristoranti che offrono le minestre, anche in estate). Ho assaggiato anche i tortelli ripieni di robiola e rughetta. Piatti che, come la carbonara della discussione, sono "comuni" piatti della cucina italiana. Ma qui vengono riproposti con la cura degli ingredienti, delle materie prime, degli accostamenti e della presentazione.
E poi è arrivata la
vitella in crosta di origano con salsa tonnata. La carne era così delicata e saporita che non necessitava neppure della salsa (servita in un ciotolino a parte). Buonissima. E infine il dolce: una
tarte tatin con pesche e foglie di menta, accompagnata da salsa inglese.
Era divina.Come il vino: un
Pinot Bianco Zuc di Volpe dal Friuli (che mi riporta alle mie origini) profumato e delicato, che si lasciava bere con freschezza e delicatezza.
E oltre al cibo, da segnalare: il servizio. Ero rapita dalla ragazza che all'ingresso faceva sedere momentaneamente gli ospiti sui divanetti in attesa del tavolino, aveva un'eleganza e un sorriso quali pochi se ne vedono a Firenze. E un accento inglese che le invidiavo non poco!
Non mi chiedete quanto ho speso, perchè ho avuto un generoso finanziatore, nonchè persona di grande garbo e apertura mentale. Abbiamo già discusso su questo blog sui prezzi e su come destinare i soldi che ognuno di noi guadagna. Quindi non voglio parlare di questo. Mi premeva sottolineare che ci sono posti altrettanto cari dove non trovi qualità e ambiente paragonabili a questo. Poi ognuno è libero di andarci o non andarci.
Due parole
sul sito. Come ben sanno tutti quelli che mi leggono, sono contraria all'uso del flash e di troppi video a causa della pesantezza del caricamento delle pagine, della poca usabilità e della poca leggibilità da parte di Google. Ma confesso, che per la prima volta, mi sono emozionata davanti a un sito così fatto.
Sarà la scelta della
musica molto indovinata (e dire che in genere sono contraria all'uso della musica nei siti), sarà il
ricordo dell'odore di storia che ho percepito lì dentro (loro si scusavano del cattivo odore del sotterraneo ma per me questo dava autenticità al posto), sarà
la passione che ne traspare (persino nella faccia corrucciata della cuoca che è indaffarata in cucina), saranno le foto che rendono giustizia a un posto incantevole. Ma pur ammettendo che il sito è assolutamente poco Google friendly (e infatti se non me lo dicevano loro mica lo trovavo), gli direi di non cambiarne una virgola. Al massimo ne facciano un altro, o sfruttino la pagina su Caffè italiano per la visibilità Internet.