Più di qualcuno mi ha chiesto dove sono stata la scorsa settimana, quindi ho deciso di condividere con voi alcuni appunti sul mio viaggio... in Kenya. Anche perchè di fronte al tempaccio infame che mi attendeva stamani a Firenze, è bene che mi concentri al massimo per essere sicura di non aver sognato e di esser stata davvero al caldo.
La temperatura era in media sui 30 gradi, con punte di 34 gradi, ma sempre ventilato. E anche la sera si poteva stare in maniche corte. E' incredibile quanto velocemente il corpo si abitui al caldo. Appena scese dall'aereo io e la mia amica ci siamo liberate di piumini, maglioni e sciarpe scoprendo il “piacere” della fastidiosa sensazione di sudare per il troppo caldo!!
Ho passato una settimana a Malindi in una sorta di villaggio, molto economico (thanks to Internet) e spartano ma tranquillo (fortunatamente senza animatori schizzati). Da cui ci siamo allontanate per un safari di 2 giorni nel parco Tsavo, a 2 ore e mezza di sterrato di distanza.
Ovviamente l'obiettivo principale di questo viaggio era proprio il
safari, che si è rivelato una bellissima esperienza. Certo gli animali si vedono da lontano, con qualche eccezione, e i leoni sono i più restii a farsi avvistare (oltre all'invisibile ghepardo che si aggira solo di notte), ma in compenso ho potuto ammirare
elefanti, giraffe, bufali, coccodrilli, babbuini, aquile, antilopi, iene e zebre.
Indimenticabile la giraffa che sbucando da un albero ci ha guardate con curiosità per poi rituffarsi nel verde delle fronde per mangiare.
Buffi i babbuini che sembrano piccoli omini e si siedono a guardarti con fare annoiato o perplesso.
Belli gli elefanti, immensi, lenti ma anche capaci di improvvisi scatti.
Emozionante l'
incontro ravvicinato con l'elefante venuto a mangiare l'erba della tenda accanto alla nostra: svegliarsi dopo pranzo sentendo uno strano rumore di erba strappata, aprire gli occhi e intravedere dalla zanzariera questo enorme pachiderma a 2 metri da noi, sentire il cuore battere all'impazzata e riuscire a fare una foto al volo è stato pazzesco. Vedere un idiota provare ad avvicinarsi per fare una foto e poi scappare rincorso da un gigante imbizzarrito, è stato come essere in un episodio di real tv.
Sentirsi domandare da un Masai vestito di rosso, con lancia e scudo, nel mezzo della Savana:
“Where are you from?”
“Italy.... Florence”
“What's Florence?”
Come non conosci Firenze? Una delle città più belle e famose al mondo... e poi subito dopo sentirsi dire: “I like Berlusconi, I like Bunga Bunga!” con tanto di risatina sfottò, è stato... senza parole.
Ma il Kenya è anche la successione di
villaggi con capanne di fango, con i bambini di 3-4 anni che girano da soli, scalzi, mentre i loro fratelli maggiori sono nelle scuole stile inglese, con tanto di divisa, ma sempre scalzi, tutti accomunati da enormi sorrisi che ti rivolgono dicendo “Jambo” o direttamente “Ciao”. Sono poveri, non hanno né luce né acqua (ci sono tuttavia diversi punti per approvigionarsi), ma hanno un aspetto così sereno e radioso. E tu ti domandi perchè da noi la gente ha sempre il muso.
Il Kenya è anche un mare turchese, a tratti invaso dalle alghe, che i beach boys tolgono e seppelliscono nella sabbia ogni giorno, dopo l'alta marea, come tanti Penelope con la tela da fare e disfare; a tratti talmente bello che il nome di Sardegna 2 non è immotivato.
Il Kenya infine è ritmo, danza, salti, balli, tamburi... ballerini dai fisici statuari piuttosto che guerrieri Masai dai tratti bellissimi che emettono lamenti assurdi. Donne che si scatenano indemoniate ma sempre con grande gioia, pronte a dirti “God Bless You” se gli compri un piccolo souvenir.
Il Kenya è un'esplosione di sapori nella frutta: mango, papaya, cocco, frutto della passione...
Il Kenya infine è rappresentato dalla frase che tutti ripetono: HAKUNA MATATA.
Nessun problema.
pps ringrazio
Dona Masai, la nostra guida locale: un'italiana che innamoratasi di un Masai ha mollato tutto per trasferirsi là.