Devo ammettere che sono stata molto fortunata.
Mi ha fatto scoprire un'azienda dell'Alto Adige (
Tramin) con un Traminer degno di nota e con un altro vino di cui segnarsi il nome se amate i bianchi:
Stoan. In Toscana invece mi ha portato dall'azienda
Petra dove ho assaggiato l'Ebo, il Quercegrossa e il Petra, tutti e 3 ottimi rossi che ho gradito.

Dopo tutti questi bicchieri di vino ho deciso di rompere il mio digiuno
forzato (che mi ha regalato una linea invidiabile) e mi sono accostata al
buffet. Alcune cose non capivo cos'erano ma mi sono piaciute, come pure l'insalatina tenera di germogli di soia e il misto di piselli e ceci con non so bene quale spezia. Ho evitato i primi e le carni, di ottimo aspetto, ma non ero ancora pronta ad affrontare piatti così elaborati. Ma i pareri sembravano positivi.
Niente male anche i gamberetti con mais.
D

opo aver spiluzzicato Andrea mi "trascina" al piano superiore, nella bella saletta dedicata alla cantina e mi coinvolge nella fase finale di una
degustazione cieca.
Mi sentivo un po' fuori luogo vicino a tutti quegli esperti di vino: produttori, sommelier, enologi.. ma alla fine sarà stato un caso oppure un po' di gusto ce l'ho pure io, ma ero concorde con i miei compagni di tavolo nel decretare i 2 migliori vini. Ha vinto il
Santa Marta di Salustri (per saperne di più su questo
sangiovese leggete anche
qui) ma a noi tutti piaceva molto anche il
bianco, dell'azienda di cui sopra, arrivato terzo dopo il
Chianti Classico 2007 di
Felsina Berardenga.

Nella foto vedete i 3 finalisti, ovvero i ViniGiusti 2009.
Dopo aver assaggiato tutti quei vini ho dovuto - volente o nolente - fare un secondo giro al buffet. Il mio stomaco ormai non più abituato a tutto quel cibo (e alcol) ha dato qualche segno di cedimento ma scegliendo i piatti più leggeri e chiaccherando con qualche vecchio amico incontrato per caso, ho piano piano recuperato padronanza del mio stato fisico.
Comunque voglio dare una nota di merito alle due socie del ristorante: il posto ben si prestava all'evento, le persone con molta informalità si servivano da bere o da mangiare, poi si sedevano ora qui, ora lì, negli alti tavoli comuni. Tutto ben organizzato per non avere sudicio da nessuna parte, e tutto a portata di mano.
Insomma un'iniziativa carina.
Verso le 22 mi sono diretta verso casa, passeggiando per un centro di Firenze che sembrava più di fine novembre piuttosto che di inizio marzo. Un po' stordita forse, ma tutto sommato più
leggera.

Un ringraziamento di cuore ad Andrea Gori (che
ha già postato tutto qui) che mi ha regalato un pomeriggio diverso e un saluto speciale anche a Aldo Fiordelli aka
Consumazione Obbligatoria che ho avuto il piacere di conoscere domenica.