Ci sono tanti motivi per mettersi a tavola: per sfamarsi, per passare una serata in compagnia, per dovere sociale (matrimoni, pranzi di lavoro) e per provare un'esperienza. A seconda della motivazione cambierà la nostra predisposizione e la nostra sensibilità alla qualità del cibo, al prezzo e all'ambiente.
Oggi sono stata a pranzo da
Marco Stabile, nella nuova sede del
ristorante Ora d'Aria, con una compagnia di eccezione:
Fabien, blogger come me.
Si è trasferito la settimana scorsa, quasi alla chetichella: oggi era il primo giorno che apriva a pranzo, eppure c'era già diversa gente; segno che il passaparola a volte funziona molto più della pubblicità.
Marco, di fatto considerato uno dei migliori chef in città (e oltre), ha mantenuto un atteggiamento umile e caloroso, quale raramente si trova nelle persone che fanno la sua professione: accoglie tutti con la medesima attenzione.
A fianco di
'Ino e a pochi passi da Carapina, i 3 hanno creato una strada del "gusto", accomunati da un'accurata ricerca e selezione negli ingredienti.
Il ristorante è sui toni del bianco-grigio con pochi tavoli e la cucina in super vista: si puo' seguire tutto ciò che succede in cucina in tempo reale. Buffo che ciò avvenga in un clima di quasi silenzio. Al piano di sotto la cantina e altri tavoli.
Il menù a pranzo offre una soluzione che ho trovato a dir poco meravigliosa: ogni piatto può essere gustato nella sua totalità oppure come
tapas, ovvero come assaggino. Per me questo è il paradiso considerato che mi piace assaggiare sempre cose diverse!
I piatti vengono dai 12 ai 14 €, le tapas invece sui 5-6 €.
Così ho fatto quasi impazzire la cucina ordinando più portate tutte nella versione tapas.
Ho cominciato con 1 uovo pochè con crema di zucchine, liquirizia e guanciale affumicato che si presentava come un fiore bianco e giallo su un prato verde. Ottimo: delicato e ben calibrati gli ingredienti. Insieme ho assaggiato la ribollita di mare, ovvero con un mix di alghe al posto del cavolo nero.
Fabien ha preso un gazpacho di melanzane che era divino.
Come secondi abbiamo preso entrambi l'hamburger con "accessori alla piastra": io ovviamente formato tapas. La carne (chianina) era intervallata con cocomero alla griglia! e servito dentro la schiacciata. Buono, buono, buono.
Infine come secondo assaggino la faraona con composta di ciliegie: non pensavo di poter consumare il pane a furia di fare la scarpetta tanto era buona. Croccante fuori, tenera dentro. Perfetta.
Non potevamo non assaggiare anche i dolci, sempre formato mignon: Fabien ha optato per un dolce al cioccolato il cui profumo a momenti lo stendeva.
Io per un "minestrone" di frutta con al posto del formaggio, cocco grattugiato! Che idea, tanto semplice quanto ottima.
Un pranzo capace di inebriare il palato in piccole e intense sensazioni, senza appesantire, ma capace di rivelare sorprese.
E Marco che ogni tanto veniva al tavolo chiedendo quasi timidamente come fossero i piatti, visto che era il primo giorno di apertura a pranzo.
Se per voi mangiare è sfamarsi, non ci andate, ma se credete che anche un piatto possa darvi emozioni, e che sedersi a tavola possa essere anche un momento di break dal turbinio di una giornata fateci un salto.